No alle trivelle sullo Jonio, continua la battaglia

Sono state inoltrate questa mattina le osservazioni contro le integrazioni e le controdeduzioni alle 5 istanze presentate dalla società Global Med (GM) denominate d 85 F.R-.GM”, “d 86 F.R-.GM”, “d 87 F.R-.GM”, “d89F.R-.GM” e “d90F.R-.GM”.  La GM, su sollecito del Ministero dell’Ambiente del luglio scorso, ha dovuto integrare la documentazione precedentemente inviata in seguito alle numerose osservazioni giunte a ridosso del Natale scorso.

l documenti sono stati redatti dalla dottoressa Rosella Cerra (che aveva precedentemente scritto alcune osservazioni oggetto delle controdeduzioni) con la collaborazione del dottore geologo Giuseppe Ferraro per conto del Coordinamento Nazionale NO-TRIV e RASPA (Rete delle Associazioni della Sibaritide e del Pollino per l’Autotutela). Una sorta di dibattito aperto fra società petrolifera e società civile che dovrebbe concludersi con un pronunciamento della Commissione Tecnica del Ministero per un parere di compatibilità ambientale.

All’indomani, quindi, di quei pareri positivi che la commissione ha presentato per altre tre istanze sempre nel Golfo di Taranto, la “d79F.R-.EN” dell’Enel Longanesi verso la quale la Regione Calabria e la Puglia hanno esposto ricorso, e le due della Shell “d73F.R-.SH” e “d74F.R-.SH”.

È necessario attivarsi per evitare che tutto il golfo di Taranto si trasformi in una unica grande area di estrazione in mare con tutti i rischi e pericoli annessi: dal fenomeno della subsidenza già in atto dalla Sibaritide al Crotonese, dall’inquinamento radioattivo dei fanghi di estrazione, dal rischio di incidente tipo golfo del Messico, dalla compromissione del delicato equilibrio fisico-chimico e ambientale del mar Ionio, dalla presenza sui fondali di navi carichi di veleni e rifiuti pericolosi, che per effetto delle correnti marine si estenderebbero a tutto il Mediterraneo.  Per tutto questo  abbiamo uno strumento che la società civile può utilizzare per far valere le proprie ragioni contro lo strapotere del governo centrale e l’asservimento alle multinazionali del petrolio. Questo è il referendum.

Lo ribadiamo e rilanciamo l’appello a tutti di farsi promotori della campagna referendaria contro l’articolo 35 del “Decreto Sviluppo” il quale andrebbe a risanare proprio alcune delle istanze prima citate che finora erano state congelate e contro l’articolo 38 dello “Sblocca Italia” il quale impedisce agli enti locali di tutelare i propri territori in tema di energia, impedendo che si facciano scelte ecologiche rivolte all’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Coordinamento No-Triv