Occhiuto, ma lei che ne sa dell’indignazione di Cosenza vecchia?

di Stefano Catanzariti

Mario Occhiuto, io amo la mia città, farei di tutto per lei. Mi scorre nel sangue, la attraverso con orgoglio ogni giorno e porto in alto i suoi colori dovunque. Ma l’amore più forte l’ho sempre riservato ai miei fratelli, i concittadini che mi rendono orgoglioso di essere cosentino. Amare la città significa difendere chi la abita, chi la vive.

Faccio il pizzaiolo nella vita, in un’attività familiare costruita con sacrifico e impegno. Non appartengo a nessun partito politico ed ho sempre fatto politica per la strada e fra la gente, contro tutto e tutti per costruire insieme alla gente alternative valide e resistenza quotidiana. A pochi minuti dalla messa in onda del servizio di “Nemo”, lei ha innescato un linciaggio mediatico della peggior specie, facendo dell’invettiva basata sul nulla.

Le immagini che sono state trasmesse mostrano la reale situazione dei nostri concittadini. Mostrano le condizioni gravissime e fragili che questo territorio vive. Lei invita all’indignazione i suoi fan, ma forse non conosce l’indignazione che vive quotidianamente la gente di Cosenza vecchia. Quello che si è mostrato è forse troppo poco, ma è bastato a farvi saltare dalle sedie. Alcune di queste situazioni sono state affrontate nei mesi con l’assessore Vigna ma tanti altri vivono ancora queste situazioni.

Potevamo mostrare le decine di ragazzini giovanissimi che abbandonano gli studi e girovagano per il quartiere. Mostrare le centinaia di anziani che vivono segregati in casa impossibilitati ad uscire per le barriere architettoniche che il centro storico ha, senza nessun servizio di assistenza.

Potevamo mostrare la negligenza dei servizi sociali che tralasciano casi gravissimi di persone con malattie mentali, famiglie che vivono situazioni al limite dell’assurdo. Potevamo mostrare l’indignazione dei commercianti, che contano i clienti sulle dita di una mano ogni giorno. Potevamo parlare della piaga della droga che vive il quartiere, dei ragazzini che non seguiti da nessuno spacciano e rubano.

Potevamo parlare delle molestie di alcuni anziani e “signori” nella zona di via Milelli fatte ai danni di giovanissimi (ti do 20 euro, mi fai un pompino). Potevamo parlare della disoccupazione e precarietà dilagante. Della mancanza di una campagna per la sensibilizzazione sui rifiuti e di un tutoraggio verso alcuni – anziani e non – che hanno difficoltà nel leggere e scrivere. Delle edicole votive andate in rovina. Dei portali che cadono a pezzi. Di piazzetta Toscano abbandonata. Di San Domenico ormai impercorribile. Della mancanza di idranti per strada, anche dopo che sono morte tre persone e dopo due incendi nella scorsa estate.

Della mancanza di vie di fuga e di un piano conosciuto dai più in caso di sisma. Di perdite nelle condotte d’acqua, della mancanza di ammodernamento e delle perdite delle condotte fognarie. Potevamo parlare semplicemente della mancanza di futuro e prospettive per intere generazioni. E se c’è qualcosa di cui vergognarsi, è di tutto ciò, e di come ci si indigni nel mostrarlo.

Ha ragione lei, noi sappiamo dove portarli, perché ogni giorno parliamo e lottiamo insieme a questa gente. E lei, dopo 7 anni, lo voglia o no, ha delle responsabilità. È lei il sindaco, è lei che deve dare risposte. Sappiamo che non è facile, ma lei non accetta contraddittorio, consigli o idee. Lei è troppo orgoglioso per ammettere che c’è più di qualcosa che non va a Cosenza vecchia.

Stefano non ha paura del cazzaro e dei suoi lecchini

In questi anni, senza l’aiuto di partiti, politici e fondazioni abbiamo fatto tante cose. Abbiamo mappato tutti i crolli e i palazzi a rischio del centro storico, fornendo una mappa aggiornata realizzata da professionisti, con annesse schede di stabilità della Protezione civile. Abbiamo risolto insieme al Comune tanti casi gravi. Stiamo fornendo il quartiere di un caf e di un ambulatorio popolare gratuito e condiviso. Stiamo creando coscienza, senso civico e amore per questo posto. Abbiamo consegnato una lettera al prefetto di Cosenza per superare l’impasse fra Soprintendenza e Comune. Tutto ciò non può essere svilito e denigrato così. Stiamo facendo rialzare la testa a tanta gente e tutto ciò è patrimonio della città, fuori da personalismi e egocentrismi. Perché la cosa più importante è creare una città che non lascia nessuno indietro. Una città che sia di controtendenza ad un mondo malato di umanità.