Occhiuto: se non vuoi la Metro lunedi 27 firma NO all’accordo

Da un po’ di tempo a questa parte funziona così: Occhiuto spara cazzate, noi, a cazzata sparata, pubblichiamo un articolo che sgama le sue chiacchiere, e subito dopo, lui, si affretta a smentire le sue stesse chiacchiere.

Della serie: se non mi aveste sgamato, la chiacchera sarebbe passata liscia e in cavalleria.

E’ inutile, cari cittadini, cercare di interpretare le sue parole. E’ impossibile stabilire se ciò che dice è quello che realmente pensa. E’ assurdo pensare che dica la verità. Occhiuto è un universo imperscrutabile, non vi affannate a trovare un senso alle sue elucubrazioni, tempo perso. Ve lo dice uno che ci ha provato fino in fondo, e senza riserve.

Quello che dice la sera non vale la mattina. Vive tra menzogne e mondi paralleli affollati da replicanti programmati solo ed esclusivamente per compiacerlo. Con lui, più che con ogni altro, niente è come appare. Un consiglio ppe cchini si cci mmischa: diffidate sempre, comunque e ovunque, di tutto quello che vi dice. Solo dopo aver fatto la radice cubica alle sue parole, e  solo dopo aver fatto analizzare le sue parole, rigo per rigo, virgola per virgola, ad uno scienziato, e solo dopo aver effettuate gli eventuali riscontri, oggettivi e soggettivi, con annesse verifiche documentali, rispondetegli. Poi fate come volete.

Per quel che riguarda la sua posizione sulla metro leggera, lo abbiamo scritto diverse volte, l’unica cosa che conta sono le carte. E la posizione di Occhiuto è quella scritta nella delibera consiliare che approva il progetto della metro. Questo, cosentini, deve essere chiaro! Tutto il resto sono chiacchiere.

L’appalto è stato già assegnato, e come avevamo scritto, i margini di modifica al progetto, sono stretti. Del resto se a vincere questo appalto è stata una RTI (unica partecipante) a cui aderisce una azienda, la Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles, meglio nota con l’acronimo CAF, una società spagnola che si occupa della costruzione di rotabili ferroviari e metropolitani, impiegati nelle ferrovie e nei sistemi di trasporto urbano di numerosi paesi europei, come si può pensare di chiedere alla RTI (che ha vinto legalmente l’appalto) di modificare il progetto, escludendo rotaie, motrici, carrozze e manutenzione dal progetto?

Allora cosa ha partecipato a fare questa azienda se il progetto prevede poi i tram elettrici su ruota? Giusto per fare uno dei tanti esempi che in questa storia si possono fare.

E’ come se qualcuno avesse detto alla Bilotti parking, responsabile dell’ATI dove c’era anche Barbieri, incaricata di costruire piazza Fera/Bilotti: guarda, dal tuo progetto devi escludere i parcheggi. Un assurdo! Perché Bilotti parking ha partecipato alla gara proprio per i parcheggi, così come la società spagnola ha partecipato alla gara per piazzare i suoi treni. E mo’ escia Occhiuto, dopo che quelli hanno speso soldi, e gli dice che non servono rotaie, motrici e carrozze. Secondo voi è possibile una cosa così? Può l’azienda legalmente incaricata di costruire l’opera accettare queste condizioni? Fate voi.

Lo capite tutti che è solo un trucchetto per conzarsi i fatti suoi. Tutta questa pantomima, un giorno dice sì, un giorno dice no, è finalizzata a dire: se volete stare tranquilli (indirizzato ad Oliverio e compari) con gli affari vostri a Cosenza, dovete lasciare tranquillo pure a me con gli affari miei quando questi dipendono dalla Regione. Così come Oliverio ostacola burocraticamente Occhiuto, la stessa cosa pensa di fare Occhiuto a Palla Palla con questa storia della metro.

Tanto è vero che in queste storia quello che conta è solo la carta che canta, dopo l’ennesimo cambio repentino di opinione di Occhiuto sulla metro, i dirigenti della regione, gli hanno così risposto.

“L’amministrazione regionale ha sempre espresso grande disponibilità ad accogliere le proposte migliorative dei Comuni interessati, purché miranti a valorizzare l’opera, anche con la previsione di interventi di importo consistente, ma se utili ad un Progetto di mobilità sostenibile del territorio. Le proposte avanzate dai Comuni, in alcuni casi a dire il vero soggette a continui aggiornamenti, sono state accolte, ovviamente nelle modalità e nelle forme che le norme consentono. Per lunedì 27 abbiamo invitato i sindaci di Cosenza e di Rende ed il presidente dell’amministrazione provinciale per la definizione dell’Accordo.

È evidente, per come abbiamo sempre detto, che l’opera potrà essere realizzata, sempre se permane la volontà dei soggetti interessati, per come espressa fino ad oggi in innumerevoli atti amministrativi prodotti (delibere comunali di Giunta e di Consiglio). È lecito cambiare idea, purché ogni volontà politica – concluda il dipartimento Infrastrutture della Regione – sia accompagnata non da dichiarazioni pubbliche, ma da atti amministrativi conseguenti”.

Ovvero carta bollata.

Ora siamo alla prova del nove delle chiacchiere di Occhiuto. 

Se  davvero non vuole la metro, lunedì 27 all’incontro per firmare l’accordo, così come dicono i dirigenti, ha l’occasione giusta per mettere nero su bianco e su carta che canta, il suo definitivo NO alla metro. Senza continuare a prenderci per il culo con il giochetto che non vogliono accettare le sue modifiche, perché l’iter come abbiamo già scritto è stato già svolto. Le sue modifiche sono improponibili, perché la Ditta che vinto la gara ha già pronti i suoi progetti.

Se veramente vuole bene alla città e non vuole vedere viale Parco sventrato, così come lui dice, lo scopriremo lunedì 27 pomeriggio. E se il suo sarà un NO messo nero su bianco, prepariamoci alle barricate. Ma vedrete che quel NO su quella carta che canta non lo scriverà mai, perché, alla fine, quello che conta per lui, è solo il suo tornaconto personale che non metterebbe mai a rischio per il bene della città. E quel NO potrebbe costargli molto caro. Insomma, siamo ancora una volta di fronte al solito cazzaro, tutto chiacchiere, intrallazzo e distintivo.

GdD