Omicidio Bergamini. I nipoti di Denis replicano alla Kaos: “Mai avremmo pensato che quel libro diventasse parte del processo”

Denis, Andrea e Alice Bergamini Dalle Vacche, i tre nipoti di Denis Bergamini, figli di Donata, hanno inteso replicare alle dichiarazioni della Kaos Edizioni, che nel 2001 editò il libro di Carlo Petrini “Il calciatore suicidato” e che non aveva gradito la nota dei familiari di Bergamini, che contestavano con forza il fatto che una parte di quel libro contenente dichiarazioni molto infamanti e grevi sulla qualità della persona – grazie alla difesa di Isabella Internò – fosse entrato nel processo in corso a Cosenza (http://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-fango-di-andrea-alice-e-denis-bergamini-dalle-vacche/). Di seguito, il testo della dichiarazione.

“La nostra famiglia ha una dignità che non può essere messa in discussione da nessuno. Non lo permetteremo. Tantomeno dalla Kaos.
Nostro nonno e nostra madre sanno bene quel che hanno dovuto sopportare. Potremmo parlare della profonda amarezza che hanno provato nel leggere numerosi passaggi di quel libro che comunque aveva avuto l’effetto di riaccendere l’attenzione sulla morte di Denis ed al quale avevano collaborato fornendo materiale e raccontando la loro tragica esperienza.

La Kaos pare dimenticare che lo stesso Maltese ha smentito di aver rilasciato quelle dichiarazioni a lui attribuite su droga e scommesse. Ha persino affermato di aver chiesto la cancellazione o correzione di numerosi passaggi della bozza di quel libro che però si è ritrovato tal quali sull’opera. Nostra madre è superstite a tutto questo. Si vuole far parlare nostro nonno che è morto e non si può difendere. Per questo noi ci sottraiamo a questi comportamenti e non faremo altrettanto.

Quel che è certo è che la famiglia Bergamini non aveva alcun avvocato nel 2001, quando il libro è uscito. L’avvocato Gallerani è stato incaricato 9 anni dopo. È facile fare collage di alcune dichiarazioni rilasciate negli anni ai giornali decontestualizzandole. Ma, ripetiamo, noi non facciamo parlare i morti e cosi non faremo nemmeno per Petrini.
Certo mai avremmo pensato che quel libro diventasse parte del processo”.