Omicidio Bergamini. Il “secondo cugino” di Isabella Internò e la testimonianza di Tiziana Rota

La 46^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini aveva in programma le testimonianze di Bonaventura Lamacchia e Francesco Arcuri. Quest’ultimo, tuttavia, non è stato ascoltato. Fino a qualche giorno fa si pensava che la sua testimonianza potesse essere importante, al pari delle altre della famiglia Internò, ma evidentemente qualcosa è cambiato e così il pm, la parte civile e finanche la difesa hanno deciso di evitarla e di acquisire le sit.

Cerchiamo di capire allora perché è maturata questa decisione.

Francesco ARCURI è cugino acquisito di Isabella INTERNÒ avendo sposato la cugina (deceduta qualche anno fa) nonché cognato di Roberto e di Dino Pippo INTERNÒ. Già all’epoca dei fatti era molto vicino alla famiglia di Isabella INTERNÒ, ne frequentava la casa di via Adige e, d’estate, quella di villeggiatura a Cavinia – Cetraro. Di sicuro sappiamo che la notte della morte di Donato BERGAMINI si reca in via Adige a casa Internò dove ci sono il padre di Isabella, il suo caro “cugino” Dino Pippo e… tutto il cucuzzaro.

Quando arrivano il presidente del Cosenza calcio, Antonio SERRA, insieme al direttore sportivo Roberto RANZANI e a due avvocati di Cosenza, assiste al colloquio che intercorre tra costoro con Francesco e Isabella INTERNÒ. Anzi interviene per consigliare i congiunti che avendo Isabella INTERNÒ reso deposizione davanti ai Carabinieri di Roseto Capo Spulico, non poteva cambiare versione dicendo che BERGAMINI era stato investito dall’autocarro, mentre scendeva dall’auto, come sembra chiedesse il presidente Antonio SERRA.

Francesco INTERNÒ gli chiede di partecipare ai funerali di Donato BERGAMINI temendo che i tifosi e gli ultrà potessero scagliarsi contro la figlia Isabella. Arcuri, in particolare, si rende riconoscibile, anche lui dall’alto della sua rozza ignoranza, perché si mette un paio di vistosissimi occhiali da sole… frutto probabilmente della sua “scienza infusa”… 

Francesco ARCURI accompagna Isabella INTERNÒ, verosimilmente, anche allorché viene sentita dal magistrato “di famiglia”, quell’altro pezzo di scienziato tuttora in vita e che risponde al nome di Ottavio Abbate. Inoltre chiede allo zio Carmine ARCURI, avvocato civilista, di assistere Isabella INTERNÒ nel corso delle indagini preliminari e poi anche durante il processo a carico di Raffaele PISANO.

L’avvocato Carmine ARCURI incontrerà l’avvocato della famiglia BERGAMINI, Andrea TOSCHI, il 24 maggio 1990 a seguito del telegramma 11800 del 23 maggio 1990 con il quale costui chiedeva, ad Isabella INTERNÒ, un incontro insieme al proprio avvocato o ad una persona di fiducia, presso lo studio dell’avvocato Franz CARUSO.

Come riferito da Andrea TOSCHI, all’incontro nello studio di Franz Caruso si presenterà solo il legale di Isabella INTERNÒ, ossia Carmine ARCURI, lo zio di Francesco Arcuri… 

Ylenia MANFREDI, figlia dell’avvocato Giovambattista MANFREDI, legale della Società del Cosenza calcio al processo contro Raffaele PISANO, accompagnò il padre a tutte e tre le udienze nella pretura di Trebisacce. Ebbene Ylenia MANFREDI ricorda perfettamente lo stringente controesame condotto dal padre, il quale non credeva alla versione fornita da Isabella INTERNÒ, soprattutto non riteneva credibile la dinamica raccontata dalla donna rispetto alle lesioni riscontrate sul cadavere di Donato BERGAMINI.

Seduto, accanto alla mamma di Isabella INTERNÒ, la MANFREDI ricorda un uomo il quale pronunciava minacce di un male fisico nei confronti del padre. Lei, udendo quelle minacce, ebbe paura per l’incolumità del padre: “… ricordo che la donna ad un certo punto, incalzata dalle domande di mio padre, si mise a piangere e il Pretore ricordo che la tranquillizzò e sospese l’udienza, tant’è che mio padre si arrabbiò e fece una obiezione al Pretore, dicendo che proprio in un momento cruciale del controesame, quando la teste stava tentennando, il controesame era stato inopportunamente interrotto.
Ricordo che durante il controesame, nell’aula, la madre della Internò era palesemente innervosita dalle domande che mio padre faceva alla figlia.

Accanto alla madre della Internò c’era un uomo, seduto accanto a lei, il quale ricordo che indossava degli occhiali scuri. Ebbene ricordo che quell’uomo profferiva minacce contro mio padre, minacce di un male fisico verso mio padre, tant’è che io, sedendo in aula e udendo siffatte minacce, delle quali non ricordo il tenore, ebbi tanta paura…”

Riepilogando: Dino Pippo INTERNÒ è particolarmente legato allo zio Francesco INTERNÒ – aveva lavorato per diverso tempo nella ditta di tinteggiatura di interni di questi – e alla cugina Isabella. La sera del 18 novembre 1989, dice il fratello Roberto, si trovava a casa dei loro genitori a Santa Chiara, ma non viene ricordato presente alla riunione familiare né da Michelina MAZZUCA né da Luigi D’AMBROSIO.
Tiziana ROTA lo riconosce come uno dei due cugini di Isabella INTERNÒ incontrati a Commenda di Rende la sera del 6 novembre 1989, allorquando la stessa Isabella, vedendoli arrivare, le chiede di smettere di parlare di Donato BERGAMINI perché, se i cugini avessero saputo che l’aveva lasciata, sarebbero stati in grado di ammazzarlo per l’onore della famiglia.

Dopo aver deposto, il 18 maggio 2013, Roberto INTERNÒ lo informa di aver detto che si trovava a Santa Chiara, a casa dei loro genitori.
All’indomani della notifica dell’avviso di garanzia a carico di Isabella INTERNÒ del 16 maggio 2013, altrettanto all’indomani dell’udienza di incidente probatorio del 29 novembre 2017, manifesta con fervore tutta la sua solidarietà alla cugina, esprimendo opinioni e osservazioni che contraddicono il suo consueto autocontrollo.

Il giorno dopo il sequestro dei telefoni cellulari di Isabella INTERNÒ e di Luciano CONTE, appare ansioso di conoscere le modalità di cancellazione dei messaggi inviati utilizzando la
piattaforma WhatsApp. Dopo qualche giorno cambia cellulare.
La sera del 18 novembre 1989, dopo aver saputo del rientro della cugina da Roseto Capo Spulico, si reca a casa di Isabella INTERNÒ.
Altresì nei giorni successivi, sarà molto vicino alla cugina Isabella.
Francesco INTERNÒ gli chiederà di partecipare al funerale di Donato BERGAMINI e di stare vicino alla figlia, temendo reazioni dei tifosi.

Pietro CASCIARO è un altro cugino di Isabella INTERNÒ, in quanto la mamma, Silvana INTERNÒ è sorella di Francesco INTERNÒ, padre di Isabella. Di conseguenza Pietro CASCIARO è cugino anche di Roberto e di Dino Pippo INTERNÒ.
Il legame di sangue che lega Pietro CASCIARO a Roberto e a Dino Pippo INTERNÒ è ancora più stringente:
– la mamma di Pietro CASCIARO (Silvana INTERNÒ) è sorella del padre di Roberto e Dino Pippo (Alfredo INTERNÒ);
– il padre di Pietro CASCIARO (Raffaele CASCIARO) è fratello della mamma di Roberto e Dino Pippo (Ada CASCIARO).
Sia Dino Pippo INTERNÒ che Pietro CASCIARO hanno frequentato lo stesso Istituto scolastico, l’Istituto per i servizi in agricoltura e per lo sviluppo rurale “F. Todaro” di Rende. Tale istituto scolastico comprendeva altresì l’istituto tecnico commerciale frequentato da Isabella INTERNÒ.
Dino Pippo INTERNÒ ha conseguito la maturità, con la qualifica di agrotecnico nell’anno accademico 88/89; Pietro CASCIARO nell’anno scolastico 90/91 ha raggiunto la maturità di Tecnico di laboratorio Chimico Biologico; Isabella INTERNÒ nell’anno scolastico 89/90 ha conseguito il diploma di ragioniera.
Anche Pietro CASCIARO, come Roberto e Dino Pippo, ha vissuto in Contrada Santa Chiara di Rende, ove tuttora vi abitano i genitori. Nel 2000 ha conseguito il diploma di laurea di infermiere e attualmente presta servizio per l’azienda ospedaliera di Cosenza.

Pietro CASCIARO non aveva una particolare frequentazione con la cugina di primo grado Isabella Internò, diversamente invece che con il cugino Dino Pippo.
Non ricorda come apprese della morte di BERGAMINI, non ricorda cosa fece la sera del 18 novembre 1989. Però ha partecipato al funerale del calciatore ed era sempre in bella vista con impermeabile bianco al fianco di Dino Pippo Internò in una fotografia e vicino allo stesso Dino Pippo e anche a Francesco Arcuri in un altro scatto. Interrogato dagli inquirenti dirà che era presente al funerale senza un motivo particolare, e non sa dire perché il cugino Roberto INTERNÒ, al quale era stato chiesto di riconoscere nelle fotografie i suoi parenti, ha fatto finta di non riconoscerlo, e in sostanza ha sostenuto di non sapere spiegarsi perché è stato tirato in mezzo nella vicenda della morte di Donato BERGAMINI…

Tutto lasciava pensare allora che il “secondo cugino” che accompagnava stabilmente Isabella e Dino Pippo Internò fosse proprio Francesco Arcuri. Ma è del tutto evidente che qualcosa dev’essere accaduto nel corso dell’udienza dedicata alla testimonianza di Tiziana Rota, che però era “protetta” ed è quindi secretata. La decisione di non ascoltare Arcuri potrebbe essere legata proprio alla testimonianza della moglie di Lucchetti e di conseguenza ne capiremo di più quando verrà il turno di Pietro Casciaro, che deve ancora essere ascoltato al pari di Dino Pippo Internò. Un altro particolare tuttavia merita di essere sottolineato: ma perché la difesa – che comunque ha avuto modo di ascoltare quanto ha riferito Tiziana Rota – ha ritenuto di non avere interesse a controesaminare il testimone Francesco Arcuri quando la logica avrebbe suggerito certamente altro? Anche questo lo capiremo in un secondo momento.