Operaio morto a Lamezia, indaga la Procura. Il vescovo: “Dignità per i lavoratori”

Profondo cordoglio ma anche tanta rabbia e indignazione per la morte sul lavoro di Felice Costanzo che due giorni fa è rimasto schiacciato sotto il camion che stava riparando. Costanzo, 54 anni, faceva il meccanico da quando era ragazzo; grande e onesto lavoratore, ha lasciato la moglie e due figli. Una tragedia su cui sta indagando la procura della Repubblica e che ha lasciato attonita l’intera comunità lametina. Comunità che, già nel giugno scorso aveva registrato un altro caso di morte sul lavoro, quello di Felice Nicolazzo (74 anni) caduto da un ponteggio di sei metri in via Foderaro. Nel maggio del 2021 Cosimo Abruzzese, 50 anni, in località Santo Sidero è deceduto in quanto ha perso il controllo del trattore che stava guidando. Nel febbraio dello stesso Francesco Stranges, 53 anni, è caduto da un muletto mentre lavorava nell’azienda agricola di cui era dipendente; caduta che gli è stata fatale. Questi i recenti casi di morte avvenuti sul territorio locale; casi che, ogni volta che si verificano, interrogano le coscienze. «La morte del lavoratore Felice Costanzo, come tutte le morti sul lavoro, pone delle serie riflessioni che tutti noi come comunità dobbiamo porci affinché esse non avvengano più».

Questo il messaggio congiunto del sindaco Paolo Mascaro, della giunta e del presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera che si sono stretti al dolore della famiglia Costanzo. Vicinanza e commozione è stata espressa anche dal vescovo diocesano, mons. Serafino Parisi, che ha ribadito: «Non dobbiamo dimenticare l’importanza che il lavoro ha nella vita di ciascuno, rappresentando non solo uno strumento per il sostentamento, ma anche un mezzo di riscatto e di affrancamento, oltre a costituire una forma, la più alta, di realizzazione personale. Per questo in ogni luogo di lavoro va messa responsabilmente al centro la dignità della persona umana perchè ciascuno possa sentirsi gratificato e parte attiva dello sviluppo della società».