Paola, il bando truffaldino per Cozzo Cervello (di Matteo Olivieri)

COZZO CERVELLO, PAOLA

di Matteo Olivieri

Vi dico la mia sull’asta boschiva di “Cozzo Cervello” in agro di Paola, di cui si sta parlando tanto sui social in queste ore. Al bando possono partecipare solo le ditte forestali con abilitazione valida al taglio boschivo. L’asta prevede la vendita di circa 131 ettari di terreni boschivi da “Cozzo Cervello” a “Croce di Paola o di Montalto”, di cui circa 22 destinati ad essere rasi al suolo. Ebbene, dopo accurata ricerca e confronto delle fonti, ho appurato che:

1) Il sito risulta essere un “uso civico” e pertanto non può essere alienato perché appartiene alla comunità di Paola. Chi lo dovesse alienare ne risponderà penalmente di fronte alla legge e il contratto di compravendita è dichiarato nullo.

2) Nella parte di montagna con altitudine superiore ai 1.200 metri s.l.m. (p.e. Cozzo Cervello) esiste automaticamente un vicolo paesaggistico ex d.lgs. 2004/42 art. 142, per cui si ipotizza l’emanazione del bando in difetto di propedeutico nullaosta paesaggistico. Il Ministero dei Beni Culturali può intervenire per far rispettare il vincolo paesaggistico tramite le Soprintendenze locali, se qualcuno lo avvisa per tempo! Altro vincolo esistente per la parte di boschi (inferiori ai 1.200 metri s.l.m) se iscritti negli albi regionali. Non ho modo di verificare tale informazione, ma se qualcuno può fare, lo faccia. Conoscendo l’andazzo della Regione Calabria, c’è il forte sospetto che quei boschi non siano mai stati iscritti negli albi regionali.

3) Su una ulteriore parte dei suoli ci sono già segnalate problematiche di ordine idrogeologico per via delle pendenze pari o vicine al 35%, e quindi va da sé che un eventuale taglio andrebbe preceduto da un piano di gestione forestale approfondito e regolarmente approvato, vista la elevata probabilità di creare dissesto idrogeologico. Dubito che un qualsiasi nullaosta possa essere concesso da una perizia firmata da un professionista serio e coscienzioso.

4) L’area è ricchissima di torrenti e corsi d’acqua che, dopo un giro tortuoso, finiscono per la maggior parte nel Torrente Annea e quindi nel Fiume Crati nel Comune di Montalto Uffugo. Radere al suolo un bosco altera i processi di fotosintesi clorofilliana e quindi il normale ciclo aria-acqua-suoli, con relativi impatti ambientali negativi che non vengono contemplati nel bando in questione.

In sintesi: abbiamo anche a che fare con un bando truffaldino, per il quale o dovrà intervenire la magistratura, o il Ministero dei Beni Culturali oppure la Regione Calabria per bloccare tutto. Sempre che il Comune di Paola non ci ripensi e ritiri in autotutela il bando.