Paola, le due facce di Di Natale: escia ca t’amu vistu…

Il risultato del primo turno delle elezioni a Paola, con il raggiungimento del diritto al ballottaggio da parte di Roberto Perrotta e del sindaco uscente Basilio Ferrari, ha riportato nella cittadina tirrenica i fuochi d’artificio.

Questa volta sono fuochi silenziosi e sotterranei, con i quali si cerca di portare voti al mulino dell’uno o dell’altro contendente.

Perrotta – che parte con un distacco di oltre 10 punti sul sindaco uscente Ferrari – ha oggi il favore del pronostico, ma viene segnalato inquieto e preoccupato e noi siamo riusciti a sapere il perché.

Il candidato della coalizione di salute pubblica (sic!) è in rottura con il solito Graziano Di Natale, uno dei più grossi “bluff” della politica paolana e sta cercando qualche contatto con Falbo e Limardi, candidati a sindaco perdenti del primo turno, per cercare di arrivare alla vittoria senza che l’appoggio di Di Natale sia determinante. Perrotta ed i suoi scagnozzi hanno cominciato a tessere una tela di telefonate e messaggi indiretti verso Falbo e Limardi  per arginare il dannato Di Natale.

Il bello però è che Di Natale da più giorni cerca di mettersi in contatto con Ferrari per proporgli i suoi voti e portarlo alla vittoria così farebbe il bis di quando qualche settimana fa gli ha permesso di restare sindaco e presentarsi alle elezioni da sindaco per mantenere il suo inutile posto di consigliere provinciale.

Per quanto ne sappiamo, questi tentativi dei due colossi d’argilla della coalizione di salute pubblica (parliamo dei contatti con Falbo e Limardi) sono andati a vuoto.

Pino Falbo

La coalizione di Falbo ha dato alle stampe un comunicato in cui dopo aver ringraziato il proprio elettorato, lo lascia libero di scegliere chi votare al ballottaggio, sempre che abbiano voglia di andare a votare. Limardi e tutta la sua coalizione si dice siano sulla stessa linea, sapendo di correre il rischio di veder sfumare il seggio assegnato nell’ipotesi di vittoria di Ferrari. Ma pare vogliano rischiare mantenendo una piena autonomia e lasciando liberi i propri elettori.

Una considerazione però va fatta: se Falbo e la sua coalizione, che per molti versi si potrebbe richiamare al centrosinistra e Limardi con la sua (che di certo è di sinistra) se ne lavano le mani significa che è tanta la disistima che nutrono nei confronti di Perrotta.

Non valgono a nulla i vari articoli della stampa perrottiana (quella dei terreni che dovranno diventare edificabili), che continua a ricordare a Limardi del seggio che potrebbe perdere ed a Falbo riserva un cumulo di insulti assegnandogli vari padrini partendo dal solito Nicola Adamo, passando per Guccione ed Aieta e finendo ad imprecisate logge massoniche deviate, che sembrano essere il chiodo fisso della stampa perrottiana (sempre quella dei terreni che devono diventare edificabili). Come se chi lo edita ara mmucciuna non frequentasse i sepolcri della stessa massoneria deviata. 

Noi crediamo che la confusione mista a preoccupazione sia tanta, intanto Ferrari sembra tranquillo perché forse capisce che il suo miglior alleato questa volta è proprio nelle file di Perrotta.

Certo – a scanso di equivoci -, diciamo anche con nettezza chi è Ferrari e chi sono i papponi che gli stanno dietro. Basiliuzzu – come lo chiamano a Paola – continua ad avere vicino i cinghialoni dei Gaetano e degli Sbano, quelli del metano che ti da una mano e di Lapo il terribile. Gente impresentabile e che non si può votare.

In entrambi i casi sappiamo bene che vincerà il peggiore (difficile stabilire chi sia: sono due facce della stessa medaglia) mentre a perdere sarà certamente la città di Paola, destinata ancora una volta a fare la fine di Cosenza quando doveva esprimersi tra Occhiuto e Guccione. Anche loro, come si è visto con la storia della metro, due facce della stessa medaglia. Che tristezza.