Paola, ormai chiaro il “dissesto smisurato”: venerdì 19 Consiglio sui conti

Basilio Ferrari

di Francesco Frangella 

Fonte: Marsili Notizie

Al termine delle lunghissime procedure adottate per quantificare l’entità del proprio intervento, l’Organismo Straordinario di Liquidazione (Osl) ha tirato le somme sulla gestione del famigerato “dissesto” dichiarato, con pervicacia “esemplare”, dalla passata amministrazione a sostegno dell’ex sindaco Basilio Ferrari.

Stante quanto sottoscritto dal presidente dell’Osl, Giovanni Musacchio, e dai due componenti Giorgio Chambeyront e Gina Guzzo, al netto di una prestazione per la gestione della liquidazione costata 911.830,86 euro (cifra interamente destinata al loro operato), la situazione del Comune di Paola poteva essere gestita molto diversamente rispetto a quanto è stato scelto di fare dai passati amministratori.

Con la deliberazione n.156 del 21 dicembre 2017, l’Organismo Straordinario di Liquidazione ha certificato che la massa passiva del Comune di Paola, ai tempi in cui l’ala destra dell’aula “Lo Giudice” era quella detentrice di un’agguerrita maggioranza, ammontava a 20.950.516,76 euro, che scendeva a 15.637.928,13 euro perché 5.312.588,63 euro non erano di competenza dell’Osl.

Tenendo fisso il dato relativo a quei 15milioni e rotti, il trio di commissari insediati al comune ormai da più anni ha poi ratificato che la massa attiva del comune di Paola ammonta a 30.278.352,75 euro e che la differenza positiva tra massa attiva e debiti ammonta ad euro 20.490.268,93.

Cifre che piovono come pietre su quelle “giustificazioni” propinate con molta scioltezza da quanti, ritenendo d’aver  trovato la formula magica per non dare conto a nessuno, hanno stretto una morsa attorno ai cittadini che, ancora oggi (vedere i casi dei tributi Tari e Servizio Idrico), stanno pagandone le conseguenze.

Tasse al massimo?, «è colpa del dissesto». E il dissesto?, «è colpa di Roberto Perrotta».

Con questo leitmotiv, i politici della rampante filosofia amministrativa che ha governato per cinque anni, hanno imbastito una “piramide di carte” che, probabilmente, intendevano utilizzare come sepolcro per tutti gli avversari poi confluiti nella Coalizione di Salute Pubblica, Roberto Perrotta in primis.

Ma, stante il documento della commissione, è probabile che tutta quella grancassa battuta per cinque anni (fino addirittura alla campagna elettorale del 2017) sia stata solo fumo negli occhi, perché – come già ribadito in decine di altri articoli – esistevano possibilità come il “Salva Comuni” o il “Salva Imprese”, ovvero disposizioni governative che avrebbero consentito una gestione più “morbida” della difficoltà amministrativa e che, senz’altro, non si sarebbero abbattute come una scure nelle tasche dei paolani.

La corsa a testa bassa verso la dichiarazione di dissesto (presentata addirittura due volte perché in prima istanza non ci fu neanche l’accortezza di predisporre i giusti incartamenti), appaiata alle innumerevoli segnalazioni alla Corte dei Conti (che di fatto non ha mai imputato nulla a Roberto Perrotta), a distanza di anni si sono rivelate azioni controproducenti per la città, per i suoi abitanti e persino per la permanenza degli improvvidi attuatori di siffatta strategia, relegati tra le frange dell’attuale minoranza consiliare.

Con le tasse fissate ad ogni massimo imponibile dalla legge e i servizi claudicanti per la costante penuria economica, Paola non solo si è fermata, ma ha cominciato a regredire.

Altro che “sempre più bella” o “anche questa è”!

Se a questo poi si sommano le figuracce rimediate con gli affidamenti “interdetti” per questioni d’antimafia e con le infrastrutture inaugurate per metà (vedere voce “pista ciclabile” e/o “waterfront”); se si considerano i tanti soldi spesi in avvocati, ingegneri ed architetti incapaci di offrire strutture fruibili ai diversamente abili; se si pensa alle assunzioni a tempo indeterminato nel Sant’Agostino, propiziate da “firmaioli” esterni al comune perché né l’allora segretario comunale e né il dirigente comunale abilitato hanno voluto prendersi “certe responsabilità”; se si ricordano certi viaggi in elicottero filmati e condivisi su internet per propagandare la possibilità di costruire un eliporto per i super vip che dovevano recarsi alle Eolie; se ritornano alla mente le risposte date a madri disperate che chiedevano nettezza per il cimitero; se risuonano nelle orecchie le note di un concerto ferragostano pagato con gli introiti derivanti dalla Tari (che oggigiorno continua a giungere nelle case con cifre da capogiro); allora è forse giunto il momento di rileggere la storia dell’ultimo lustro con uno spirito meno credulone di quello che, per 60 mesi, è andato appresso ad ogni sortita.

Di contro fa molta impressione il costo dell’Organismo Straordinario di Liquidazione, quasi un milione di euro per gli anni di lavoro impiegati per giungere a questa ultima determinazione, un periodo che sarebbe opportuno incasellare voce per voce in un bilancio da rendere noto alla cittadinanza.

Intanto in città si vocifera la nascita di diversi comitati di persone pronte ad adire le vie legali contro i propiziatori di un dissestoche, se evitabile, è costato sia in termini economici che in termini prospettici, coi sogni infranti di tanti che avrebbero voluto fare ma non hanno potuto.

Venerdì prossimo, vale a dire il 19 gennaio, con molta probabilità si terrà un consiglio comunale “mattutino” sui conti. Il pubblico in sala è ammesso, e la viva voce dei partecipanti sarà il più efficace mezzo per capire “davvero” come stanno le cose.