Parco Nazionale della Sila: girano soldi che è una bellezza

Michele Laudati e Sonia Ferrari

L’evoluzione silenziosa (ma costosa) del Parco Nazionale della Sila

L’attenzione oggi è deviata sulla riserva Valli Cupe di Sersale. Testate giornalistiche, anche nazionali, Palla Palla che si affanna a difendere la modifica che deve apportare alla legge regionale da poco da lui approvata per la gestione di questa riserva di qualche ettaro (seicento circa).

Preoccupatissimi della gestione della stessa, all’applicazione della legge 394/91 ed alla legge regionale 10/2003, tanto da sentire il Ministro dell’Ambiente per un affrettato parere. O forse a difendere il pupillo di Palla Palla, sindaco di Zagarise, capostruttura Urbanistica per sua nomina, responsabile del distretto urbano della valle del Crocco. Una riserva di poco più di 600 ettari.

E nessuno parla più del Parco Nazionale della Sila, 74000 ettari, dal 2014 commissariato dalla signora Sonia Ferrari, che noi (ma non solo…) abbiamo ribattezzato la Svampita, prossima alla scadenza (fine maggio), ma chissà… sì, perché ad oggi i suoi scagnozzi avranno di nuovo raccolto le firme di tutti i sindaci per farla confermare.

Ed il buon Palla Palla, per ripagare la candidatura del marito della Svampita (tale Antonio Armentano) alle comunali di Cosenza dell’anno scorso, per volere del buon Nicola Adamo, in questo caso non si disturba (come per Valli Cupe) a chiamare il Ministro per avere un presidente (ma forse lo sta già facendo per averla come presidente).

Sì, perché tutto è funzionale… altro commissariamento… ed intanto il Parco diventa un tutt’uno con l’area MAB (riconoscimento del Parco e di tanti altri comuni) tanto che lei, sempre Sonia Ferrari la Svampita, lo promuove anche a Buongiorno Regione (tanto alla RAI sono tutti raccomandati…), portando avanti le attività con non si sa quali fondi (forse quelli del Parco, forse soldi spesi allegramente quando in questa Fondazione i soggetti pubblici, che dovrebbero gestire il MAB, del quale non si ha traccia di nulla, dovrebbero attivare le risorse).

Intanto il MAB va… ed il tutto è coordinato dal nuovo direttore, dott. Luzzi, pupillo di quel “galantuomo” del generale Graziano nonché uomo di fiducia nonché faccendiere di nuova generazione del grande ex direttore generale del Parco della Sila Michele Laudati, che contrariamente a quanto uno pensa non è andato in pensione, ma ha traslocato, guarda tu un po’, al MAB, dove oggi ricadono gli sforzi economici del Parco e l’attenzione del nuovo direttore.

Giuseppe Graziano

Talmente bravo, il nuovo direttore, da guadagnarsi la riconferma come si può vedere dalla delibera dell’albo pretorio del Parco (se ne guardano bene al Parco di pubblicare i testi di determine, delibere e provvedimenti, tutto per la trasparenza…). Conosciuto sull’altopiano per essere vicino agli agricoltori, allevatori e, perché no, anche alle ditte boschive. In prima persona fa sopralluoghi per i danni procurati dai lupi e dai cinghiali fino ad accompagnarle, le povere vittime, alle banche, per la riscossione degli indennizzi, secondo un tariffario consacrato.

Facilmente lo si incontra, sigaro in bocca e occhiali da sole, stile Furgiuele ‘O Principale (con il quale hanno in comune il datore di lavoro, Laudati), scorazzare con le macchine del Parco, anche i fine settimana. I più fortunati lo possono trovare anche al centro di Cosenza. Tanto bravi, tutti quanti, ad inabissare la candidatura Unesco del Parco della Sila, facendo apparire (prima volta nella storia dei riconoscimenti) che è stato lo… Stato italiano a ritirare la candidatura. Chissà Palla Palla, Graziano e Santelli (sì, anche lei, come primo sponsor della Svampita) cosa avranno escogitato. Per non parlare dei prossimi fondi strutturali dell’Ambiente (Regione): 500.000,00 euro di incarichi già assegnati dal Direttore sul territorio, sempre per il bene del territorio …e chissà di chi altro.

Ma parliamo – attenzione – di profili alti. Da poco la Svampita e il nuovo direttore sono stati insigniti dall’Accademia italiana di scienze forestali con sede a Firenze (guarda un po’, l’unico socio calabrese era Laudati). Ben due riconoscimenti. Ed ancora il libro che presenteranno in pompa magna all’Unical domani o il dottorato di ricerca in: “Biologia Applicata ai Sistemi Agro Alimentari e Forestali” a Reggio Calabria. Ma a pensar male spesso uno c’azzecca.. Se solo fosse possibile verificare gli atti di cui il titolo è pubblicato sul sito o gli accordi pubblicizzati da anni con l’orto botanico dell’Unical, con la facoltà forestale di Raggio Calabria o con l’Accademia di scienze forestali ci faremmo quattro risate.

Intanto il Parco va in giro, con missioni pazze, gira filmini, pubblicizza Tuttofood, Biofach a Norimberga, BIT a Milano e cose simili, (per diffondere la biodiversità), porta in giro gli studenti della svampita, allestisce mostre fotografiche, ah sì, perché la svampita condivide con Antonio Armentano (suo marito) la passione delle foto. Lui, in arte Atheron, ideatore del libro fotografico, finanziato ovviamente dal Parco, “Sila Dono Sovrano”. Si si, Parco della Sila, dono Sovrano, rende meglio l’idea. Lei di recente ha pubblicato una mostra fotografica, chissà con quale fondi…

E siamo solo alla punta dell’iceberg…