Pedullà: “Berardi e la Juve: siamo all’ultima chiamata”

di Alfredo Pedullà

Si chiama Mimmo, di cognome Berardi, probabilmente si può sintetizzare così: questa estate è il vero grande bivio della sua carriera. Traduzione: se restasse ancora al Sassuolo, probabilmente lo farebbe per il resto dei suoi anni calcistici. Magari in futuro potrebbe pensare a un’esperienza lontano dall’Italia, ma non corriamo troppo e pensiamo a quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni. La famosa dichiarazione di Mimmo da Bocchigliero di qualche settimana fa (“Non so se resto”) era tutto fuorché una forzatura o una provocazione. Lui sente che è arrivato il momento di andare, di fare una nuova esperienza, di provare il salmone dopo il prelibatissimo cibo gustato in Emilia. Se dovessimo raccontare tutti i rifiuti o i tentennamenti della sua carriera, forse non basterebbero quattro editoriali.

Perché davvero Berardi ha detto no a tutti o quasi tutti e in più occasioni. Alla Juve, all’Inter, al Napoli, al Milan, a chiunque. Perché lui è fatto così, se non scatta qualcosa dentro, se non c’è la molla giusta meglio restarmene in un cantuccio e non forzare la decisione. Al massimo lui forza la giocata, con eccellenti risultati, specialità della casa a conferma del suo enorme repertorio. Una sola volta, forse, avrebbe aperto le porte alla cessione: esattamente quando lo aveva cercato la Fiorentina, tuttavia non c’erano le condizioni per andare fino in fondo e per trovare gli accordi con il Sassuolo. Ma adesso bisogna seguire le ultime due settimane di mercato perché uno come Berardi piace sempre, per esempio alla Juve – vecchio tormentone – che avrebbe bisogno di uno specialista così negli ultimi 30 metri. La Juve ha pedine di scambio di gradimento de, Sassuolo (Soulé e non solo), potrebbe aggiungere cash. Intanto, Carnevali resiste e per ora. chiede solo cash. Mimmo da Bocchigliero e un top club italiano: siamo (forse) all’ultima chiamata.