Piazza Fera, la vendetta di Pecoraro e la disperazione del cazzaro

Carlo Pecoraro e Mario Occhiuto

C’è tensione nella banda di Mario il cazzaro. Come se non bastassero le inchieste della DDA di Catanzaro e il pericolo sempre più incombente di un blitz, Occhiuto in queste settimane sta perdendo il suo “cavallo di battaglia” più importante ovvero piazza Fera.

I lavori, nonostante la grancassa della mitica Giulia Fresca, ex assessore ai Lavori pubblici che ogni mattina va sul cantiere per “informarci” di come sono belli e come sono rapidi gli operai e i capistruttura del Gruppo Barbieri, hanno i giorni contati.

Già nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di una drammatica riunione alla Direzione del Lavoro nel corso della quale è emerso con sufficiente chiarezza che il Comune ha detto no all’ennesimo Stato di avanzamento lavori (tradotto: cchiù “pila” ppi tutti…) e che tocca a Barbieri mettere mani al portafogli per pagare gli operai. Che, di certo, non possono lavorare aggratis.

A quanto pare, Barbieri non ha proceduto a scucire i quattrini e così c’è bisogno di fare un po’ di casino. La Fresca, dunque, proprio nella giornata di ieri, ha lanciato l’allarme.

“… Si percepisce nervosismo e preoccupazione – ha scritto la collaboratrice di Occhiuto -. Gli operai continuano a lavorare ma l’entusiasmo, per via delle notizie che giungono da Palazzo dei Bruzi su ritardi ingiustificati dovuti alla mancata approvazione del Sal, è a livello zero…
La strada è di fatto ultimata e potrebbe essere riaperta al traffico veicolare se dalla stanza del nuovo RUP incaricato giungesse la disposizione di operare sugli incroci per il tempo necessario ad effettuare le lavorazioni di connessione… ma tutto tace…”. 

La cosa, inutile sottolinearlo, ci ha incuriosito e molto perché, sinceramente, pensavamo che quel filibustiere di Barbieri avesse già provveduto a pagare, visti i milioni e milioni di appalti che sta vincendo dappertutto. Ma, si sa, i ricchi sono particolarmente tirchi e così Barbieri se n’è lavato le mani.

A questo punto, siamo andati dritti nella direzione di sapere chi è questo nuovo RUP (tradotto: Responsabile unico del procedimento) subentrato all’architetto Domenico Cucunato. E abbiamo scoperto che si tratta nientepopodimenoche dell’ingegnere Carlo Pecoraro. Ora, tutti sanno quanto sono stati uniti Pecoraro e Occhiuto quando si è trattato di mangiare e “spanzumare” insieme. Ma da quando la magistratura ha attenzionato Occhiuto e la sua banda di truffaldini, il cazzaro ha iniziato a sparare addosso ai dirigenti per pararsi il culo e adesso il buon Pecoraro sta consumando la sua feroce vendetta.

Per il cazzaro, dunque, rubinetti chiusi e, con l’aria che tira, senza soldi gli operai molto presto lasceranno incustodito il cantiere. Nonostante il commovente impegno della “pasionaria” Giulia Fresca… E come farà il cazzaro ad annunciare urbi et orbi che il suo “capolavoro” sarà presto consegnato alla città? Un bel guaio, non c’è che dire.

E che Occhiuto sia realmente preoccupato ce lo confermano anche i post su FB di un altro suo fedelissimo, Francesco De Cicco, al quale è stato demandato il compito di attaccare i consiglieri che hanno sfiduciato il suo “capo”.

“La strada non viene riaperta – scrive De Cicco o chi per lui – perché la macchina amministrativa del Comune va a rilento.
Questi sono i danni determinati dalla scellerata firma dei 17 consiglieri.
Ormai sono passati quasi due mesi da quel giorno e gli unici ad averne pagato le conseguenze sono stati i cosentini, che hanno visto tanti servizi comunali, che prima erano efficienti, diventare vergognosi e indecenti (pulizia e manutenzione delle strade, buche come voragini sull’asfalto, ritardi nella conclusione dei lavori, ecc.). Nel frattempo i 17 sono stati a loro volta raggirati (chi di spada ferisce, di spada perisce) facendo il gioco politico di chi li ha telecomandati e che ora siedono nella Santa Alleanza, in attesa di spartirsi il malloppo…”. 

Quello stesso malloppo che avrebbe voluto dividere con loro Mario il cazzaro…