Pizzo, torna lo spettro dell’inquinamento: nuovi liquami in mare ed è allarme

La presenza di liquami di natura organica riscontrata in alcuni tratti del litorale di Pizzo costituisce ancora una volta un preoccupante segnale di allarme, soprattutto in vista della prossima stagione estiva. A tal proposito monta già la protesta dei cittadini; parecchi coloro che risiedono in località Stazione: da quattro giorni lo specchio acqueo di fronte al loro quartiere non lascia presagire nulla di buono e la schiuma che fa bella mostra, inizia già ad inquietare gli animi. Così, proprio per non veder pregiudicare la loro balneazione, soprattutto memori di quanto registrato la scorsa estate, vanno “all’attacco” chiedendo all’esecutivo Pititto di mettere subito in moto la macchina per verificare la causa, e trovare la direzione per non incorrere in problemi di sorta.

Né sta a guardare il naturalista del Wwf Pino Paolillo: “Quello dell’inquinamento dovuto a un probabile sversamento di situazioni puntiformi o da una insufficiente depurazione delle acque reflue, è un problema che si trascina stancamente da troppo tempo in un alternarsi di smentite, sottovalutazioni, negazioni e promesse di interventi risolutivi che puntualmente lasciano il tempo che trovano”. Nessuno vuole negare la complessità del problema e la necessità di interventi che richiedono tempi certamente non brevi e ingenti risorse economiche “ma ritengo che quello della depurazione debba rappresentare per Pizzo, come del resto per tutti quei paesi che dovrebbero fare della qualità delle acque marine il punto di forza della loro offerta turistica, il problema per eccellenza cui dedicare ogni sforzo e ogni risorsa fino alla sua definitiva soluzione”.

A tale scopo ritiene necessario “monitorare costantemente tutti i 13 km. di costa, intervenire sulle varie stazioni di pompaggio dislocate lungo la costa e fino al depuratore, e realizzare finalmente la separazione tra le acque piovane e quelle degli scarichi urbani per evitare il fenomeno del “troppo pieno”. Paolillo ricorda altresì che il ripetersi di sversamenti di questo genere “con il loro carico di inquinanti sotto forma di fosfati e nitrati, non fa altro che creare le premesse per il manifestarsi, nella prossima estate, di fenomeni di eutrofizzazione, con le ormai famose colorazioni anomale del mare, causate dalle massicce fioriture di alghe microscopiche. Colorazioni di certo non gradite da chi il mare lo vorrebbe, solo e sempre, semplicemente cristallino”.

La scorsa stagione è stata costellata da alti e bassi, nonostante l’interessamento di due procure, oltre alla task force inviata dalla Regione e armata di droni ed elicotteri in volo. Ora si attende l’epilogo dell’inchiesta Olimpo tra “mediazioni” anche in materia del mare: ma mentre la vicenda segue la strada giudiziaria, le aspettative di napitini e turisti questa volta non possono essere disattese… Fonte: Gazzetta del Sud