Playoff, nella Samb di Moriero tre ex rossoblù e Miceli, cosentino doc

La Sambenedettese di Francesco Moriero e del patron Franco Fedeli sarà il prossimo avversario del Cosenza nei quarti di finale dei playoff per la Serie B. I rossoblù marchigiani sono entrati in gioco nel secondo turno grazie al 3° posto conquistato nel Girone B e hanno eliminato il Piacenza.

Diciamo subito che la spina dorsale della squadra di Moriero è formata da tre ex del Cosenza Calcio e da un cosentino doc. Nell’ordine, il portiere Perina (tra l’altro ceduto in prestito), i difensori centrali Miceli e Patti e l’esterno destro Rapisarda. Tutti hanno in comune i colori rossoblù e la città di Cosenza.

Pietro Perina è stato ceduto alla Sambenedettese a gennaio per dare spazio a Saracco e al Riviera delle Palme ha ritrovato quella continuità di rendimento che lo aveva consacrato tra i migliori portieri della Lega Pro nella stagione 2016-17, con grandi prestazioni per tutto l’arco del campionato e dei playoff persi ai quarti contro il Pordenone. A inizio di stagione invece la stella di Perina ha smesso di brillare e si è arrivati così alla decisione di cederlo alla Samb, dove ha giocato titolare (15 partite). L’avvio risente ancora dei problemi già emersi a Cosenza e anche nell’ultimo incontro con la stampa hanno ricordato a Perina il gol incredibile preso a Gubbio da 50 metri. Poi però la musica è decisamente cambiata e Perina è stato tra i massimi protagonisti di questi ultimi tre mesi di stagione. Con la ciliegina del rigore parato a Trieste a Bracaletti che ha permesso alla Samb di chiudere al terzo posto. Un discorso tutto a parte per la stranissima situazione nella quale si trova Perina, ceduto in prestito alla Samb proprio dalla società “proprietaria” del suo cartellino. Paradossale ma è così.

Mirko Miceli, classe 1991, è un ragazzo di Cosenza, difensore centrale come suo padre Carmelo, libero di ferro con un lungo passato in Serie A e in Serie B tra Ascoli e Lecce e poi ottimo allenatore, tra l’altro proprio con gli Allievi Nazionali del Cosenza. Mirko ha faticato tanto prima di trovare un posto al sole, eppure aveva cominciato alla grande passando giovanissimo al Catania e poi al Varese, che allora militava in Serie B. Ma in Lombardia non aveva fatto strada e da allora era iniziato una lunga gavetta prima in Belgio e poi tra Alessandria, Carrarese e Val d’Aosta, fino all’approdo a Rapallo, in Serie D, dove gioca finalmente con continuità tanto da passare subito al più ambizioso Olbia. Due anni e mezzo con una promozione in Serie C, 64 partite e 5 gol, lo rilanciano nel panorama del calcio che conta.A gennaio 2017 passa alla Viterbese, ancora in Serie C, con 13 presenze e in questa stagione arriva alla Sambenedettese, dove si è conquistato il posto da titolare con 27 presenze e 2 reti. Grande grinta, piedi educati e senso della posizione hanno convinto tutti. “Una scommessa che diventa una splendida realtà – si legge su Cronache Picene -. Dopo un’annata tra Olbia e Viterbo, inizia la stagione in panchina con Moriero ma poi, con l’arrivo di Capuano, nella difesa a tre diventa elemento imprescindibile. Decisiva, per il terzo posto, la sua rete a Trieste come quella che aveva sbloccato il match casalingo con il Sant’Arcangelo“.

Francesco “Ciccio” Rapisarda, catanese, classe 1992, è il pendolino della Samb. Il 3-5-2 ne esalta le qualità fisiche e tecniche. Grande scattista, fa bene anche la fase difensiva e ha un’intelligenza innata per capire dove va a finire la palla. Ha segnato anche 4 reti, l’ultima delle quali proprio nella sfida col Piacenza. Prodotto del settore giovanile del Catania, gioca il suo primo campionato vero proprio a Cosenza, Serie D, stagione 2011-12, ingaggiato da Stefano Fiore e Aristide Leonetti. Sarà uno dei punti fermi di quella squadra che non sarebbe riuscita a vincere il campionato per un solo punto ma che avrebbe trionfato nei playoff nazionali di Arezzo. Rapisarda gioca 30 partite su 34 sia con Patania sia con Napoli e lascia un segno importante. Da lì inizia la trafila: serie C con L’Aquila e poi con la Vigor Lamezia (due anni), prima di approdare a Lumezzane e adesso a San Benedetto.

Il quadro si chiude con l’altro difensore centrale Matteo Patti, classe 1984, che passò da Cosenza solo per una stagione, tra l’altro giocando pochissimi, nel 2003-04 dopo il fallimento e la radiazione della società, in Serie D. Per lui solo 4 presenze.