Politiche 2018: Pd, Santelli e Occhiuto vincono gli oscar delle dichiarazioni demenziali

La sconfitta elettorale non ancora elaborata dal Pd e da Forza Italia ha generato, nella nomenklatura locale dei due partiti, evidenti squilibri mentali sfociati in “uscite pubbliche” scomposte e per certi versi surreali.

A voler compilare una classifica dell’uscita più demenziale, all’indomani del voto, spiccano tre personaggi: Santelli, Occhiuto, e gran parte del Pd cittadino. Ovvero gli sconfitti.

Al terzo posto collocherei il Pd, che dopo averli creati i poveri, dopo averli costretti a vivere in tale condizione per anni, oggi che il voto ha decretato la loro sonora bocciatura, li deridono accusandoli di essere vacabbunni in cerca di assistenzialismo.  Fino a che i vacabbunni in cerca di assistenzialismo votavano Pd, con la speranza di entrare nelle liste dei clienti del partito per poter accedere al contributo o al corso di formazione finto, o a questo o quel sussidio fittizio, intascando la misera cifra di 3/400 euro al mese senza neanche andarci sul luogo di lavoro, andavano bene, non erano parassiti, oggi che votano 5Stelle sono parassiti vacabbunni.

Sarebbe stato meglio per il PD non proferire parola, e ascoltare il buon consiglio di Grillo: più parlano questi del Pd, più il Movimento sale. Se non avete capito questo, e soprattutto se non avete capito che il pulpito non è il luogo più adatto a voi, vuol dire che qualche problema a far girare i neuroni ce l’avete. E prova ne è il fatto che non contenti delle  offese alla dignità della gente, rilanciate accusando chi ha sgamato le vostre continue e reiterate bugie di mafiosità. E detto da voi che i mafiosi li avete candidati al senato e alla camera nelle vostre liste, la cosa è alquanto irritante. Una irritazione che irrobustisce ed ingrossa i già tantissimi consensi ai 5Stelle. Continuate così. Un consiglio: non sempre l’orgoglio va d’accordo con l’intelligenza.

Al secondo posto piazzerei la Santelli, che per mascherare la sua clamorosa sconfitta si affida alla classica pubblicità ingannevole. Jole, convinta di arginare la percezione della sconfitta di Forza Italia sempre più presente nell’immaginario collettivo, pubblica un manifesto con la classifica dei 12 comuni più azzurri della Calabria, con lo scopo di  enfatizzare un favorevole risultato elettorale che non c’è stato. L’unico risultato ottenuto è stato quello di sollevare l’ilarità generale della gente che a leggere quel manifesto si è chiesta: ma di cosa si vanta Jole?

Del resto, non avendo altro materiale a disposizione, o meglio non potendo vantarsi di aver vinto nei grandi centri urbani calabresi, la povera Jole, affida le sue scarse speranza di riuscire a far diventare una fake news, verità, ad un improbabile manifesto che glorifica una vittoria del suo partito che non c’è stata. Come sempre spera che la gente si soffermi solo “al titolo”.

Come a dire: se c’è il manifesto allora vuol dire che è vero che ha vinto. Senza porsi altre domande.  Ma la gente, purtroppo per lei, è andata oltre ad una occhiata superficiale del manifesto, ed ha iniziato a chiedersi: ma dove si trova Centrache (il comune che nella lista della Santelli risulta il più azzurro di tutta la Calabria)? E ancora: come mai Jole si vanta di aver vinto anche in tre comuni sciolti per mafia?  Domande che hanno suscitato l’ilarità generale quando, dalle risposte, si è scoperto che Centrache è un ridente borgo in provincia di Catanzaro abitato da 400 dignitosissime anime. Centrache diventa, nel manifesto della Santelli, il simbolo del partito che avanza e cresce. L’indicatore dell’eccellente stato di salute di Forza Italia in Calabria. Roba da ridere. Un tentativo puerile di nascondere la realtà, che evidenzia l’immaturità della Santelli che si ostina, proprio come i bambini, a non voler ammettere la sua clamorosa sconfitta. Un consiglio: “chi vince festeggia, chi perde spiega”. E mi pare che questa, per la Santelli, è l’ora delle spiegazioni.

Al primo posto non poteva che esserci lui: Mario Occhiuto. La sua uscita all’indomani del risultato elettorale è stata un capolavoro di gattopardismo. Dice Mario: “La netta affermazione dei Cinquestelle dimostra che le persone sono esasperate e hanno voglia di cambiamento, esigenza che condivido in pieno. Sono pronto ad accettare la sfida e proporre il cambiamento per la Calabria, candidandomi alla Regione”.

Come se lui in campagna elettorale avesse tifato per i 5Stelle – tanto da identificarsi, a scrutinio avvenuto, con il voto della gente che esasperata per le ruberie dei politici ha deciso di voltare pagina bocciando la “vecchia e stantia politica” Occhiuto compreso – dimenticandosi, però, di aver fatto campagna elettorale per Forza Italia al fratello e alla Santelli. Che tradotto significa: capita l’antifona, capito che la gente non ne può più di questa politica corrotta ed imbrogliona, compresa la sua, Occhiuto non ha perso tempo a salire sul carro dei vincitori. O almeno a provarci. Dissociandosi subito da Forza Italia e quindi dal fratello e dalla Santelli, e annunciando la costruzione di un movimento civico fuori dai partiti, perché sono tutti corrotti, e lui con questi non ci vuole stare, per le prossime regionali.

Dice così perché ha capito che è questo che vuole sentirsi dire la gente. E lo dice contando sulla capacità di “abbocco” che i cosentini gli hanno già dimostrato, perché continua a pensare che la gente è stupida, e che lo voterà sempre, anche quando dice bugie palesi come questa.  Che dire: un capolavoro di opportunismo pragmatico che sublima la sua tendenza a scaricare, quannu si presenta  a maliparata, le responsabilità sugli altri. Anche quando gli “altri” sono parenti stretti. Per il potere e il denaro è disposto a tutto, anche a rinnegare il fratello.

Ma la sua “uscita” non è passata inosservata al senatore Morra che a differenza delle altre volte ha risposto con toni accesi e duri ad un Occhiuto che forse “certi toni” non se li aspettava. Morra gliene ha dette di tutti i colori: che non ha dignità, che guida una giunta di pregiudicati, che scarica i suoi debiti personali sulle casse comunali, che ha favorito gli appalti spezzatino, che è un prescritto, e che prima di pronunciare il nome del Movimento si deve sciacquare la bocca. Un Morra chiaro e diretto così non si era mai sentito. Una replica che ha anche bloccato ogni velleità politica di Occhiuto di strumentalizzare il voto elettorale. Una bella botta.

Occhiuto avrebbe fatto meglio a restare zitto per una volta, e forse questa volta lo ha capito. Infatti ancora non ha risposto alle grave accuse di Morra, verso il quale, generalmente, in altre occasioni non ha mai mancato di fargli arrivare la replica a stretto giro di posta. Ma questa volta Occhiuto ha incassato ed è rimasto in silenzio. Segno evidente che ha capito la lezione. Qui non ho consigli da dare.

GdD