Politiche 2022. Dopo le elezioni Mattarella sceglierà chi dà più garanzie, non la Meloni

(Marzio Breda – il Corriere della Sera) – «Lasciamo che i morti seppelliscano i morti». L’aria che tira al Quirinale quando la politica tenta di chiamarlo in causa fa ripensare al famoso passo evangelico di Luca, traducibile con un: non perdiamo tempo con faccende che al momento non si pongono. Applicata al presente, quella logica di distacco significa che la campagna elettorale non provocherà reazioni dal Colle, neanche a fronte a prese di posizione che in qualche modo potrebbero coinvolgere il presidente. La dichiarazione di Giorgia Meloni suscita «stupore» sul Colle.

«Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di FdI, non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa rispetto alla mia indicazione» a premier. Fonti del Quirinale fanno notare che è una prerogativa del capo dello Stato nominare il presidente del Consiglio e che non è possibile autoproporsi. Anche Matteo Salvini ha infatti dichiarato «io aspetto il voto, poi il presidente sceglierà, com’ è giusto che sia Non impongo nomi e ruoli a nessuno, tantomeno al presidente della Repubblica». E qui scatta il punto chiave del problema.

La Costituzione spiega che in casi come questo non c’è alcun automatismo. A Mattarella compete, dopo aver consultato le forze politiche presenti in Parlamento, e dopo averne ascoltato indicazioni e programmi, affidare l’incarico di formare un nuovo governo a chi offra maggiori garanzie sulla base di un saldo consenso degli alleati e di una maggioranza in Parlamento. Tra i diversi fronti che Mattarella dovrà considerare procedendo alla nomina, c’è pure la cornice geopolitica e delle alleanze nella quali l’Italia è inserita, essendo il capo dello Stato garante dei trattati internazionali