Politiche 2022. Lo spot elettorale di Mario Occhiuto: un inno alla chiacchiera e all’inganno

Lo spot elettorale di Mario Occhiuto, candidato di Forza Italia, che in questi giorni gira sui social, da qualunque “angolazione” lo si guardi , il giudizio “sui contenuti” espressi, resta pressochè unanime: un vero e proprio capolavoro, com’è nel suo stile, di chiacchiere, bugie, falsità, balle, frottole, fandonie, panzane, tutte sciorinate con un preciso scopo: ingannare, raggirare, e intortare tutti quei cosentini che ancora, chissà per quale arcano motivo, gli danno credito. Il perché c’è ancora gente disposta (clienti e amici degli amici esclusi, si sa che i pretoriani votano a prescindere), nonostante l’evidenza fallace del suo racconto, a votarlo, resta uno dei misteri più misteriosi dell’universo.

Tutti in città sanno, e nessuno può far finta di non saperlo, che quello che realmente interessa a Mario Occhiuto è ottenere, con la sua elezione, la necessaria immunità parlamentare, per mettersi al sicuro da vecchi (due procedimenti penali a Cosenza per bancarotta fraudolenta, e un procedimento a Roma per associazione a delinquere transnazionale) e nuovi guai giudiziari. Di Cosenza, della Calabria, non gliene frega niente. Il suo unico pensiero è quello di evitare che succeda anche a lui quello che è successo a Marcello Manna. Le coperture politiche e giudiziarie di cui ha goduto nella sua lunga e operosa attività di bancarottiere, truffatore e corruttore seriale, vacillano, e il rischio di finire dietro alle sbarre diventa sempre più concreto. Solo l’immunità parlamentare può dargli la giusta serenità che in questo momento, visto i trascorsi psicologici di Mario, gli serve. Ma vediamo cosa dice in questo video, che inizia così:

“Quello che gli altri promettono io l’ho già fatto. Da sindaco ho inaugurato una grande stagione  di innovazione delle opere pubbliche con un investimento di 400 milioni di euro”.

Ora, se a guardare il video fosse un finlandese, non ci stupiremmo se dicesse: “che bravo questo sindaco”, ma siccome siamo cosentini sappiamo bene che i 400 milioni di euro sono i debiti che l’amministrazione Occhiuto ha lasciato al Comune, di cui i cosentini non vogliono sentir parlare, e non certo l’entità del denaro utilizzato per “costruire opere pubbliche”, come Mario il cazzaro, nel suo video, vorrebbe far credere (ai finlandesi). E le opere che millanta di aver costruito in città, in realtà sono “opere” nate (male) prima del suo avvento, e portate a termine (sempre malamente) da Mario Occhiuto nei suoi 10 anni di sindacatura. Mario Occhiuto a Cosenza non ha costruito proprio un bel niente. Ma vediamole queste opere che dice di aver costruito e che sono dei veri e propri atttrattori turistici.

Il ponte di Calatrava: come tutti sanno è un progetto che nasce nell’era Mancini. Costruito con i soldi dedicati all’edilizia popolare, è un ponte che collega il nulla con il niente. Al di là del nome del progettista, è un’opera che non serve a niente, e che non ha attratto nessun turista.

Piazza Fera/Bilotti: una piazza che doveva essere completamente pedonale, trasformata, per tutto il periodo occhiutiano, in una autostrada all’inglese. La costruzione della piazza è stata oggetto di diverse inchieste della Dda di Catanzaro che ha definito i lavori “un appalto mafioso”, tant’è che una parte di essa risulta ancora oggi sotto sequestro per la non conformità nell’esecuzione dei lavori così come previsti dal capitolato d’appalto. Una colata di cemento al centro città, orribile, con un grave difetto strutturale.

Il Planetario: anche quest’opera nasce nell’era Mancini. Mario Occhiuto non ha fatto altro che rendere questa struttura ancora più obsoleta,  e lo stato di abbandono in cui versa (da sempre), e che tutti i cosentini possono verificare di persona, è il segno evidente della grave patologia di cui soffre Mario Occhiuto: nonostante l’evidente abbandono della struttura, Occhiuto ne parla come se questa fosse aperta tutti i giorni a migliaia di visitatori, in pratica mente sapendo di mentire. Il Planetario non ha mai aperto le sue porte al pubblico e non ha attratto nessun turista, e lo testimonia la foto tratta dal video di Occhiuto dove è chiaro lo stato di abbandono della struttura, ma lui dice che è visitata da milioni di turisti. Se qualcuno dice questo i motivi non  possono che essere due: o perché è in malafede, oppure perché ha bisogno, come Mario Occhiuto, di un bravo medico.

I Box Art: queste inutilizzate capanne di legno, oramai usurate dal tempo, non hanno mai prodotto nulla di rielevo in termini culturali, ad eccezione di feste con fiumi di birra, panini con salsiccia, e maiali scannati. Di artisti ne ha visti pochi, e quel poco che c’è stato si è concluso miseramente. All’oggi, i Box Art, sono abbandonati, e il loro destino all’oblio sembra già segnato.

Il Castello: qui Mario Occhiuto si è superato. Ha fatto installare nel Castello un ascensore e ha affidato la gestione della struttura al nipote del Gattopardo, tale Giampaolo Calabrese (che dopo essere stato assunto, prima alla regione, e poi alla film Commission, ha lasciato il “maniero” ai suoi ex soci)  che lo ha trasformato in una “location” per eventi glamour  per clienti radical chic senza mai versare nelle casse comunali l’affitto pattuito, e la percentuale sui biglietti venduti. Infatti risulta che nessun biglietto è stato mai staccato per visite turistiche al Castello. Se questo vi sembra possibile…

Viale Parco: stendiamo un velo pietoso. Ha distrutto un’opera utile alla città senza alcun “ragionevole motivo”, se non per soddisfare la sua velleità di sentirsi un grande architetto. E ci fermiamo qui.

Le uniche opera fatte da Mario Occhiuto in città, sono le famose piazze, quella della Riforma e quella, che non c’è più di via Roma. Un’alliccata di cemento colorato già completamente distrutto (piazza Riforma) spalmato sull’asfalto solo per affidare i lavori a ditte amiche. Se poi ha costruito ospedali, scuole, grattacieli, strade, e roba varie, dite dove, che noi andiamo a contrallare.

P.S. ognuno si ‘mmucca i chiacchiari ca vo!