Politiche 2022. Si chiude il puzzle delle liste: tra polemiche e rinunce, ecco i “big” presentati dalla Casta

Si chiude la partita delle liste. Alle 20 di ieri è scattata la scadenza per presentare i nomi dei candidati in Corte d’Appello, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Molti gli esclusi, compresi i big, e conseguenti malumori, soprattutto in Forza Italia e nel Pd. Pochi i vip e ancor meno i sindaci. A settembre, d’altronde, ci sarà il primo Parlamento ridotto a 600 eletti dalla riforma costituzionale. Ecco un breve riassunto dei nomi più noti inclusi nelle liste dei principali partiti.

I big

Berlusconi, classe di ferro 1937 (!), punta al ritorno in Senato correndo come capolista in Piemonte, Lazio, Campania e a Monza. Schierata in Lombardia anche Marta Fascina alla Camera, mentre i suoi fedelissimi Antonio Tajani e Licia Ronzulli si dividono il Lazio e la Lombardia. Enrico Letta guida la lista a Milano e del Veneto.

Giuseppe Conte corre nei collegi di Lombardia, Puglia, Campania e Sicilia. Luigi Di Maio (arrassusia), invece, a Napoli-Fuorigrotta e capolista alla Camera in Calabria. Per Matteo Salvini la sfida si apre a Milano. Nella Capitale la sfida è tra Emma Bonino con +Europa e Carlo Calenda insieme alla sua panza.

Meno faticose le liste per Fdi, pubblicate al completo sul loro sito. Giorgia Meloni corre in ben 5 collegi: Abruzzo, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia. Anche Giulio Tremonti correrà in Lombardia, mentre l’ex pm Carlo Nordio in Veneto. Confermato l’uninominale della Basilicata per Elisabetta Casellati. Corsa al Senato anche per Matteo Renzi l’ebetino a serio rischio “tromba”, capolista in LombardiaToscana Campania. A seguirlo in seconda posizione, la ministra agli Affari regionali e alle Autonomie Mariastella Gelimini con tutti i suoi “neurini”.

Le new entry

Confermata Rita Dalla Chiesa, candidato in Puglia con Forza Italia. Dallo sport l’ex pilota di Formula uno, Emerson Fittipaldi nella circoscrizione sudamericana di FdI. Altro sportivo è il pallavolista Luigi Mastrangeli, in lizza per la Lega. Il Pd, invece, ha scelto i nomi noti dell’economista Carlo Cottarelli e il virologo Andrea Crisantil. C’è anche il patron della Lazio Claudio Lotito, che si presenta all’uninominale del Molise. Presente nelle liste Pd anche il movimento Fridays for Future: Federica Gasbarro, portavoce italiana, correrà per la Camera all’uninominale di Busto Arsizio.

Centrodestra

Ci sono tanti ex dell’era Berlusconi nelle liste di Fratelli d’Italia, trapelate ieri in un file. Si trovano i nomi di Giuseppe Pecoraro e Lorenzo Pera. C’è poi Nello Musumeci, ex governatore della Regione Sicilia. Ci sono anche due ex campionesse dello sci – Barbara Merlin e Lara Magoni e il nipote di Guido Crosetto. Non mancano Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma, e Fabrizio Comba, ex console onorario della Bielorussia. Verrà candidato anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi al collegio Lombardia 1.

La presidente del Senato Elisabetta Casellati avrebbe dovuto correre in Veneto, ma un domino di candidature ha portato al suo posto Anna Maria Bernini la plastificata, non senza malumori di alcuni forzisti, riporta l’Ansa. Tra i candidati di Berlusconi anche l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, entrato nel partito lo scorsco 15 giugno dopo essere stato escluso dal ballottaggio nella città scaligera; è lui il capolista plurinominale nella città dell’Arena. Presenti Alessandro Cattaneo a Pavia e Maurizio Casasco a Brescia. Per Montecitorio ci sono poi Giancarlo Giorgetti, all’uninominale della Lombardia; con lui Andrea Crippa. In Piemonte la prima scelta è Elena Maccanti, mentre in Liguria Edoardo Rixi.

Centrosinistra

Il segretario del Pd Enrico Letta ha messo il suo sigillo sulle candidature già ieri sera. Per il centrosinistra si leggono i nomi anche di alcuni ex pentastellati. C’è poi l’ex ministro delle Pari opportunità Vincenzo Spadafora a Napoli-Casoria, e l’ex capogruppo del M5S Davide Crippa, all’uninominale del comune campano di Giugliano. Uninominale anche per l’ex ministra all’Istruzione Lucia Azzolina , a Siracusa. Ci sono poi Imola per il leader dei Verdi Angelo Bonelli e Milano Loreto per Bruno Tabacci. Fuori dagli uninominali rimangono invece la viceministra all’Economia Laura Castelli e Federico D’Incà. Ripescato invece Stefano Ceccanti, per il collegio di Pisa a cui ha rinunciato Nicola Fratoianni, che corre solo per il proporzionale. Uninominale anche per Ilaria Cucchi, a Firenze, e capolista al plurinominale al Senato in Lombardia2 e Lazio1. Abdoubakar Soumahoro è candidato come capolista nel plurinominale alla Camera a Milano. Emma Bonino corre invece per il Senato a Roma per +Europa.

Movimento 5 Stelle

Oltre a Conte, ci sono quattro collegi, tutti in Piemonte, per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Tra i capilista anche Alessandra Todde, in Sardegna e Lombardia.

Malumori e polemiche

Qualcuno si è ritirato spontaneamente, qualcun altro è stato costretto a farlo. La partita delle liste per le candidature alle prossime elezioni ha alimentato malumori e polemiche tra gli esclusi. Tra le file di Forza Italia, l’ex governatrice del Lazio, Renata Polverini, ha rinunciato alla candidatura di «pura testimonianza» al Senato. Parlando al Messaggero ha espresso «rammarico» e definito «non dignitosa per me né per la mia storia» la proposta del partito. Esclusi anche Simone Baldelli, vice presidente dei deputati azzurri, e Andrea Ruggieri, che ha commentato: «La regola d’ingaggio era tutelare anzitutto gli uscenti. Ma pur essendo io un deputato uscente, che a Forza Italia ha fatto sempre fare una bella figura, mi sono stati preferiti esordienti anonimi e senza titolo».

Nel Carroccio non è passata inosservata la candidatura in posizione difficilmente eleggibile di due nomi di peso: Raffaele Volpi, ex sottosegretario alla Difesa nel governo Conte e già presidente del Copasir, e Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda che ha forte influenza sulla compagine leghista nella Regione. Il rischio, per Matteo Salvini, è che il malcontento si manifesti in occasione di un futuro congresso. Nel Terzo Polo, l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha annunciato che non sarà candidato e ha parlato di una «scelta conservativa e poco coraggiosa» tesa a «salvare l’attuale dirigenza» a discapito dei «rappresentanti dei territori». Sempre al centro ha rinunciato alla corsa Gaetano Quagliariello. Nel centrosinistra, scosso dalle polemiche sugli under 35 candidati dal Pd e dall’esclusione degli ex ministri Luca Lotti e Valeria Fedeli, ha fatto rumore anche il caso di Laura Castelli: «Scopro dai giornali, e da qualche simpatico tweet, che sarei candidata all’uninominale di Novara: no grazie, casa mia è Collegno».

Calabria

Ripropone la sua candidatura come capolista al Senato, già lo fece nella legislatura precedente, il leader della Lega Matteo Salvini mentre alla Camera c’è l’attuale capogruppo alla Regione Simona Loizzo.

In Calabria, alla Camera, è della partita il ministro degli esteri Luigi Di Maio che capeggia la lista di Impegno civico. Sceglie la Calabria anche Maria Elena Boschi tra gli esponenti di vertice di Italia Viva che è capolista alla Camera. L’intesa con Azione di Calenda vede in corsa come primo nome per il Senato l’ex sindaco di Taurianova e coordinatore regionale del partito Fabio Scionti. I Cinquestelle schierano due magistrati di punta dell’Antimafia: l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, già procuratore a Reggio, capolista al proporzionale alla Camera e l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato al Senato.
New entry dal Lazio Vittoria Baldino, calabrese d’origine, fedelissima di Conte, paracadutata al Sud. Nessuna candidatura esterna alla regione in Forza Italia: capolista alla Camera è il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori mentre al Senato c’è l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fratello del presidente della Regione Roberto. Giorgia Meloni si affida all’uscente Wanda Ferro capolista alla Camera; al Senato l’assessore regionale Fausto Orsomarso. Nel Pd la testa di lista per palazzo Madama è appannaggio del segretario regionale Nicola Irto mentre per la Camera c’è Nico Stumpo, in quota Articolo Uno, che ha superato persino Enza Bruno Bossio. La lista di +Europa è guidata alla Camera di Dorina Bianchi, ex parlamentare e già sottosegretario ai beni culturali, all’ottavo (!) cambio di casacca.