Praia, Praticò continua a far danni e l’opposizione tace

Praticò continua a far danni e l’opposizione tace

La storia di ognuno di noi ci insegna che le questioni irrisolte ciclicamente ritornano, più grandi di prima; nella vita familiare, nel lavoro e anche nella gestione degli enti pubblici. Oggi, vi dobbiamo parlare di una vecchia storia di sperpero di denaro pubblico che nelle ultime settimane è tornata prepotentemente di attualità.

Il Tar Calabria con diverse sentenze (n. 688-689-690-691 del 21/03/2018 e n. 790 del 03/04/2018) condannò il comune di Praia a Mare alla restituzione di una parte dei terreni, sui quali doveva sorgere la Cittadella dello Sport in località Santo Stefano, ai legittimi proprietari previo il ripristino dello stato dei luoghi e il pagamento dell’indennità per illegittima occupazione, dal 2000-2001 a oggi. In alternativa il Tribunale amministrativo dispose l’acquisizione cosiddetta “sanante” da parte del Comune, che prevedeva il pagamento del valore venale dei terreni maggiorato del danno non patrimoniale e del risarcimento per illegittima occupazione del bene senza titolo, oltre agli interessi legali. Il sindaco Praticò e la maggioranza consiliare hanno scelto la seconda opzione; infatti il Consiglio comunale con le delibere n. 17-18-19-20-21 dell’8/10/2018, ha approvato l’acquisizione dei terreni al patrimonio indisponibile dell’Ente, a fronte del pagamento di €. 384.238,82 ai proprietari.

L’Amministrazione comunale ha motivato il provvedimento di acquisizione adducendo ragioni di opportunità economica, visto che i terreni sono stati interessati da importanti trasformazioni, (estirpazione di piante, sbancamenti, scavi, opere di fondazioni, pilastri, ecc…) che comporterebbero ingenti spese per il ripristino dello stato dei luoghi, spese quantificate dal perito incaricato dall’Ente e ammontanti a €. 311.893,00.
Com’è noto la struttura sportiva versa in condizioni pietose, in uno stato di totale abbandono, i lavori sono fermi da tantissimi anni.

La Cittadella dello Sport non è nell’elenco del programma triennale delle opere pubbliche 2018/2020. Con l’approvazione del conto consuntivo dell’esercizio 2012 l’opera pubblica fu cancellata dal bilancio comunale. I fondi a destinazione vincolata necessari per il completamento dell’opera furono utilizzati per cassa, per pagare spesa corrente, e non furono ricostituiti per come prevede la legge (ex art. 195 del T.U.E.L.). Tant’è vero che, per procedere all’acquisto dei terreni il Consiglio comunale ha dovuto finanziare l’operazione con il riconoscimento di debiti fuori bilancio, giusta delibera n. 9 del 30/07/2018.

Il Testo unico sulle espropriazioni per pubblica utilità (D.P.R. n. 327/2001), recita testualmente: “Il provvedimento di acquisizione, recante l’indicazione delle circostanze che hanno condotto alla indebita utilizzazione dell’area e se possibile la data dalla quale essa ha avuto inizio, è specificamente motivato in riferimento alle attuali ed eccezionali ragioni di interesse pubblico che ne giustificano l’emanazione, valutate comparativamente con i contrapposti interessi privati ed evidenziando l’assenza di ragionevoli alternative alla sua adozione”.

Pertanto, riteniamo che i motivi addotti dalla Giunta e successivamente dal Consiglio non siano sufficienti a giustificare l’acquisto dei terreni. Non vi sono ragioni attuali ed eccezionali di interesse pubblico, considerato che l’opera pubblica non è prevista nella programmazione del prossimo triennio, fu eliminata dal bilancio e i soldi per finanziarla non ci sono. Nemmeno il motivo sostenuto dall’Amministrazione appare soddisfacente, dato che i costi di ripristino restano comunque a carico dell’Ente comunale, vista l’impossibilità oggettiva di completare l’opera. Secondo noi, sarebbe stato opportuno porre rimedio subito allo scempio ambientale provocato in una vasta area della contrada Santo Stefano, ripristinando l’assetto idrogeologico e l’aspetto visivo originario e riconsegnando i terreni ai legittimi proprietari.

Quello che ci ha lasciati francamente basiti è stato il comportamento ambiguo dell’opposizione consiliare. Alcuni componenti non si sono presentati oppure sono dovuti uscire dall’aula consiliare prima dell’approvazione dei provvedimenti, per conflitto d’interessi, mentre i presenti hanno fatto scena muta e si sono astenuti durante la votazione.

Il fatto più grave, che ci teniamo a rimarcare, è che gli oppositori anziché informare la cittadinanza dell’ulteriore grave danno creato dal Sindaco e dalla maggioranza all’Ente e a tutti i praiesi, danno quantificato in circa 700.000 euro, tra costi di acquisizione e ripristino, per l’acquisto di terreni agricoli soggetti a vincoli idrogeologici che non hanno nessuna utilità, si sono limitati a osservare un clamoroso e assordante silenzio!

Praia a Mare, Movimento Politico L’Alternativa
Il coordinatore
Antonio Mandarano