Primarie Pd: caro Zingaretti, dimmi con chi stai e ti dirò chi sei

Zingaretti è un politico onesto. Questo non si discute, anche perché lo ha dimostrato con i fatti amministrando la Regione Lazio con trasparenza e correttezza. A confermare la sua onestà anche la procura di Roma che ha archiviato la sua posizione all’interno dell’inchiesta “Mondo di mezzo”.

Zingaretti è anche di sinistra, e come tutti i politici sinceramente di sinistra, intende la politica come servizio al cittadino. Da questo non prescinde. Zingaretti, è stato uno dei pochi politici di sinistra a capire l’importanza del dialogo con il Movimento 5Stelle, proprio per scongiurare quello che oggi si è configurato: l’insana alleanza con Lega. Ma nessuno lo ha ascoltato. Zingaretti ha le idee chiare ed una “visione” di partito che rientra nei valori storici della sinistra italiana: una sorta di ritorno alle origini in chiave moderna. Perciò risulta il miglior candidato possibile a guidare quel che rimane del Pd. Ed è proprio questa l’unica cosa che non va in Zingaretti: è del Pd. E in tempi di “daje all’untore” il rischio di fare di tutta l’erba un fascio è sempre dietro l’angolo. Oggi basta dire che sei del Pd per essere accomunato ai tanti ladroni che hanno “frequentato il partito”, e non certo a torto. Oggi più che mai vale il detto per quelli del Pd: dimmi con chi stai e ti dirò chi sei. Oppure: chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Un rischio, quello di essere accomunato a matricolati ladroni del Pd, che Zingaretti deve mettere in conto, ma che se vuole può scongiurare. Basta attenersi al vecchio adagio: vai con chi è meglio di te e pagagli le spese.

Un adagio che gli consigliamo di seguire, specie in Calabria, dove tutta la vecchia e stantia nomenklatura del Pd si sta riorganizzando per sostenerlo con la speranza di “conservare” qualche posto al sole. Ed è proprio a questi personaggi che Zingaretti deve stare attento. I principali responsabili del disastro, al pari dei loro “colleghi” del centrodestra, sociale, economico, politico, in cui versa oggi la nostra regione.

Parliamo di personaggi del calibro di Palla Palla, la cui unica attività politica, che più di ogni altra ha caratterizzato il suo “modus operandi”, è stata quella di sistemare parenti e amici con un occhio di riguardo nella concessione di appalti e “progetti” agli amici degli amici. Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio, è la causa principale della nostra arretratezza “tecnologica”. Ha bruciato milioni di euro per un “piano telematico” che in Calabria non è mai partito. Denaro sparito nelle pieghe delle mille scatole cinesi che la Madama aveva creato per meglio truffare i calabresi.

Capu i Liuni, al secolo Nicola Adamo, nonché marito di Madame Fifì, è il più chiacchierato, insieme al Cinghiale, tra i politici calabresi. Non c’è intrallazzo dove, in un modo o nell’altro, non compaia il suo nome. Non c’è inchiesta giudiziaria, dai cottimi fiduciari, all’eolico, fino ad arrivare alle grandi opere, che non lo veda coinvolto. In ogni intreccio masso/mafioso costruito in Calabria, specie a Cosenza, c’è sempre il suo zampino. Non a caso è tra i più attenzionati, insieme alla moglie, dalla Dda di Catanzaro. Un vero e proprio, sempre insieme alla moglie, delinquente politico. E a definirlo così non siamo noi, ma il dirigente regionale intercettato dalla Dda di Catanzaro nell’operazione “Lande desolate” che aggiunge: se non fai come dicono loro ti ricattano. Delinquenti e ricattatori.

Un altro soggetto con gli stessi requisiti è Seby Romeo, campione di voti in quel di Reggio. La Dda da tempo sospetta che i voti ricevuti da Seby provengano dal pacchetto di voti ‘ndranghetistico di cui ha goduto, fino all’incriminazione, il suo compare Nino De Gaetano. Un passaggio di voti che è oggetto da tempo di “attività giudiziaria”.

E poi ci sono i tanti servi sciocchi che rincorrono, a seconda delle proprie convenienze, il leader del momento: Guglielmelli, Bevacqua, Giudiceandrea, Iacucci, e tutta la pletora di galoppini in cerca di sistemazione, legata a Palla Palla. Personaggi che la gente di Calabria non vuole più vedere neanche in cartolina. E non perdona, come è successo a Bersani prima, e a Renzi poi, chi continua a riproporli ogni volta in salsa diversa.

Ecco, caro Zingaretti, è da questi che devi stare lontano, evita di frequentarli quando vieni in Calabria, non farti vedere in giro con loro, anzi, se puoi, prendi le distanze da loro pubblicamente, e ti assicuriamo che la gente ti apprezzerà per questo. Non preoccuparti dei loro voti, qui non contano più niente, e presto saranno fuori dai giochi: prima o poi u tupu finiscia indra a tagliola. Perciò ti consigliamo questo, altrimenti farai anche tu, come loro, la fine del topo.