Processo Stige, in Appello ribaltata sentenza di primo grado: assolti politici e imprenditori. Ennesimo schiaffo a Gratteri

Non c’è stata alcuna interferenza del locale di ‘ndrangheta di Cirò nella politica e nell’imprenditoria del territorio. Lo dice la sentenza con la quale ieri sera la Corte di Appello di Catanzaro ha completamente ribaltato il giudizio di primo grado emesso dal Tribunale di Crotone assolvendo in pratica tutti gli esponenti politici e molti degli imprenditori che erano stati coinvolti e condannati nell’ambito del processo scaturito dall’operazione Stige. Si tratta dell’indagine della Dda di Catanzaro guidata da Gratteri (all’epoca c’era anche il suo ex braccio destro… Luberto) che nel gennaio del 2018 portò all’arresto di 169 persone tra affiliati ai clan, imprenditori e, appunto, sindaci, assessori, consiglieri comunali. Arresti che avevano anche causato lo scioglimento dei consigli comunali di Cirò Marina, Strongoli e Crucoli.

Assolti con formula piena – perché il fatto non sussiste – gli ex sindaci di Cirò Marina, Nicodemo Parrilla, e di Strongoli, Michele Laurenzano che erano accusati di associazione mafiosa. Per questo i due erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Crotone a 13 ed 8 anni di reclusione. Stessa motivazione nell’assoluzione per i due ex consiglieri comunali di Crucoli, Gabriele Cerchiara e Tommaso Arena che erano stati condannati per intestazione fittizia di beni a 4 anni. Rideterminata in 13 anni di reclusione (era 15 e 6 mesi), invece, la pena per Giuseppe Berardi, ex assessore e vicesindaco di Cirò Marina. Cade l’accusa di associazione mafiosa per l’ex consigliere comunale di Cirò Marina, Dino Carluccio, la cui pena è stata rideterminata in 3 anni (erano 5). La sentenza della Corte di Appello ribalta anche il giudizio riguardo agli imprenditori che per la Dda si erano messi al servizio della cosca di Cirò.

Sono stati assolti con formula piena dall’accusa di associazione mafiosa: Antonio Bevilacqua (in primo grado condannato a 13 anni e 6 mesi), Giuseppe Clarà (12 anni) – entrambi imprenditori nel settore dello smaltimento dei rifiuti – Valentino Zito (12 anni) titolare di una cantina. Rideterminata da 13 anni a 3 anni la condanna per Francesco Bonesse in quanto è caduta l’accusa di associazione mafiosa (a Bonesse è stata revocata la misura cautelare ed è stato rimesso in libertà). Assolto anche Natale Aiello (titolare di un bar pasticceria). E’ arrivata l’assoluzione anche per l’ex vigile urbano di Strongoli, Francesco Capalbo che in primo grado era stato condannato a 11 anni per associazione mafiosa; anche a Capalbo è stata revocata la misura cautelare ed è tornato in libertà. Assolti per non aver commesso il fatto, il commercialista Emanuele Chiriaco, Andrea Grillini e Gaetano Russo.

La sentenza, pur riducendo le pene, conferma una serie di condanne nei confronti dei vertici e dei sodali della cosca anche se tra le assoluzioni ci sono quelle del boss Silvio Farao e di Enrico Miglio. Per il boss Giuseppe Farao (di 76 anni) la condanna inflitta dalla Corte di Appello è di 24 anni (era 30 in promo grado); per Giuseppe Farao (di 39 anni) la pena inflitta è di 13 anni; sconto anche per Luigi Comberiati la cui condanna diventa di 13 anni da 15 anni e 3 mesi). Confermate le condanne di primo grado per Vincenzo Farao (14 anni), Vincenzo Giglio (14 anni e 3mesi), Piero Vasamì (12 anni e 7 mesi), Salvatore Nigro (13 anni), Vincenzo Barbieri (14 anni e 5 mesi), Giuseppe Gallo (12 anni e 6 mesi), Luigi Salvato (5 anni). Fonte: Il Crotonese