Protezione (in)Civile, Arpacal e Regione: pronti 12 milioni per gli amici del Pd e di Madame Fifì

Palla Palla e Pallaria

Caro Iacchite’,

voglio raccontarti una storia o meglio più che altro quello che si nasconde dietro la storia raccontata pubblicamente. Intrecci ed intrallazzi a firma Pd con le solite ditte amiche, che l’ormai defenestrato ex capo della Protezione Civile calabrese Carlo Tansi aveva provato a denunciare ma senza risultati. Una storia di potere ma soprattutto di complicità delle cosiddette autorità di controllo, che riescono quasi sempre a insabbiare tutto. Allora, mi sono detto: parte degli intrecci io li conosco e allora li racconto a voi, sperando che qualcosa possa smuoversi, non si sa mai.

Questa mia lettera parte da un articolo uscito su Calabriaweboggi, nel quale il consigliere regionale Domenico Tallini riprendeva la comunicazione della ditta che effettua i lavori di manutenzione della rete di monitoraggio idro-pluviometrica del Centro funzionale Multirischi della Regione Calabria. Ebbene, la ditta in questione comunicava che avrebbe terminato le attività di manutenzione dal 1° novembre 2018.

Ma procediamo con ordine, dall’inizio. Nel corso del suo mandato, Carlo Tansi ha aperto tanti cassetti e soprattutto armadi, spulciando con fare certosino tutto quello che trovava. E da qualche parte ha trovato varie fatture fuori bilancio – di importi anche molto ingenti – con l’intestazione CAE ovvero la ditta che esegue i lavori di manutenzione della rete idro-pluviometrica.

LA CAE E I SUOI INTRECCI POLITICI IN CALABRIA

Molto radicata all’interno del Pd calabrese, la CAE la fa da padrona nella nostra terra. In particolare, i suoi assetti politici e clientelari sono radicati precisamente nel Pd in generale ma soprattutto nell’attività del dottore Raffaele Niccoli, responsabile del Centro funzionale Multirischi dell’Arpacal nonché responsabile della prevenzione della corruzione nello stesso ente con delibera 96 del 18 marzo 2016. E anche del dottore Vincenzo Aiello, agente per la CAE in Calabria nonché cognato di Raffaele Niccoli da parte della moglie. La CAE nel corso del 2012 ha anche sponsorizzato il figlio di Niccoli per la costruzione di un’auto da corsa. Io credo che un dirigente responsabile della prevenzione della corruzione non debba avere contatti diretti con le aziende, ma in Calabria, si sa, tutto può accadere.

Ma ritorniamo a Tansi. Dopo aver constatato le parentele e capito le dinamiche della vicenda (credo trasmettendo anche a chi di dovere le stesse), comincia una battaglia per far sì che non si apra un monopolio a favore della suddetta ditta CAE.

LA CONVENZIONE TRA ARPACAL E REGIONE

Il 20 novembre 2017 viene sottoscritta la convenzione tra il Centro funzionale Multirischi dell’Arpacal e la Regione Calabria da parte della commissaria Maria Francesca Gatto (Iacchite’ ha scritto tante volte di lei, la celeberrima sorella di Tonino Gatto, il re della Despar…) e dell’ingegnere Domenico Maria Pallaria, il dirigente regionale più illegittimo e potente d’Italia, legato a doppio filo alla massoneria e coperto dalle sue entrature nella Guardia di Finanza. Non scopro niente di nuovo, l’hanno scritto persino i grullini (non è un refuso…). Tale convenzione di ben 11 milioni serve per l’aggiornamento ed integrazione del sistema di monitoraggio idro-pluviometrico attuale, gestito dalla Cae con il compiacimento del dottor Niccoli e di suo cognato. Una valanga di soldi già assegnati ma Tansi non ci sta. Un milione all’anno soltanto di manutenzione della rete pluviometrica! In altre regioni, a parità di pluviometri, pagano circa un terzo…

Dietro all’attività della Cae in Calabria si nasconde lei, l’assoluta regina del software: Madame Fifì. Il progetto di fattibilità tecnico ed economico viene scritto interamente dalla Cae per identificare il suo prodotto e non aprire la possibilità ad altre imprese di poter concorrere alla gara, o meglio di concorrere ma perdere. Ma chi si aspetta che qualcuno si ribelli rimarrà deluso: tutto approvato con la regia della magara.

Viene anche nominato il Rup, che dovrà gestire o meglio fare da agnello sacrificale in caso di problemi. Il prescelto è tale ingegnere Francesco Chiappetta, che dopo quasi un anno di nulla di fatto decide di dimettersi per motivi familiari. Sono in molti a credere che i problemi siano stati altri, per esempio aver capito gli intrallazzi che ci stanno dietro; ma questo non lo sapremo mai.

In questa fase di stallo, con Tansi che vuole instaurare la legalità e i poteri forti che vogliono far restare tutto com’è, vista la necessità di manutenzione della rete di monitoraggio esistente, l’ineffabile ingegnere Pallaria decide di prendersi carico di imbastire una gara per la manutenzione. Insomma, fa da tramite tra Tansi e Niccoli chiedendo al primo e dando al secondo le direttive su cosa dev’essere fatto sulla rete in questa prima fase. E’ evidente che a Niccoli (ma si legge Cae) ciò che è stato scritto da Tansi non piace affatto. Questo accadeva a settembre 2018, passa un mese e arriva la famigerata lettera di Cae. In vita mia non ho mai visto tanta spregiudicatezza: si va a minacciare un ente pubblico direttamente sui giornali! Tra l’altro, l’intenzione è sempre stata quella di arrivare alla scadenza del contratto di Tansi… senza di lui la gara partirà come un fulmine e vincerà la Cae.

UNA GARA DA 12 MILIONI E MEZZO PER GLI AMICI DEGLI AMICI

Ricapitolando: Tansi aveva richiesto sempre l’avvio di un bando europeo gestito dalla stazione unica appaltante e non dalla Protezione Civile regionale. La cosa assurda è che la rete pluviometrica è di proprietà del centro funzionale Multirischi dell’Arpacal mentre la Protezione Civile ogni anno doveva pagare a proroga la manutenzione ordinaria della rete per 1 milione all’anno con l’aggiunta delle spese di manutenzione straordinaria che spesso superavano i costi della manutenzione ordinaria.

La Protezione Civile regionale doveva pagare e scatola chiusa le spese di manutenzione straordinaria non sapendo minimamente cosa si fosse danneggiato dal momento che la rete era di proprietà del centro funzionale Multirischi dell’Arpacal. In pratica la Protezione Civile regionale era solo un bancomat nelle mani di gentaglia come Niccoli e dei suoi amici del Pd. E non è finita qui, perché il bello deve ancora venire: nei loro progetti Niccoli e i suoi amici truffatori del Pd, hanno il famigerato bando per l’acquisto della nuova rete, per un importo di 12 milioni e mezzo. Protezione (in)Civile (tra l’altro il titolo del libro che presto presenterà Carlo Tansi), Regione e Arpacal: tutti insieme per rubare meglio! Il procuratore Gratteri queste cose, ovviamente, le sa: la speranza è che non consenta un’operazione folle e io spero di aver “scombinato” i piani di questi delinquenti.