Provincia di Cosenza, non spacchiamo il centrosinistra (di Alberto Laise)

di Alberto Laise

Territorio, bene comune, partecipazione e, dal mio punto di vista, sinistra sono termini diversi di un ragionamento che dovrebbe essere comune sia nella discussione sulle candidature per le Regionali sia per quelle delle Provinciali. Quello che appare, o meglio dovrebbe apparire, certo è la necessità di trovare una quadra all’interno di un campo il più largo possibile dove le singole posizioni egoistiche dei singoli attori lascino il passo ad un ragionamento più plurale e comprensivo. Da Tansi al Pd, passando per i 5Stelle, devono decidere se l’obiettivo comune sia o meno quello di evitare una nuova vittoria del centrodestra in Calabria. E, legando la discussione delle Regionali a quello delle più immediate elezioni provinciali, in questa equazioni non si può non considerare il ruolo degli amministratori locali. Il cosiddetto partito dei sindaci, per forza di cose, in un panorama dove il civismo, spesso dai confini labili, va incluso e coinvolto in prima battuta e non solo a decisioni prese. Sono loro il primo, spesso unico, punto di contatto tra le istituzioni ed i cittadini e questo gli va riconosciuto.

In tutto questo colpisce certamente la strana, e per certi versi “strampalata”, velina sulla possibile candidatura del sindaco di Corigliano-Rossano alla Provincia supportato dal trittico Oliverio-Adamo-Manna. Certamente la candidatura di Stasi, proposta da più sindaci, ha tutta la legittimità necessaria e si poggia anche su due elementi: la rivendicazione dei sindaci sul proprio ruolo e sul diritto ad essere parte integrante della discussione (rivendicazione che viene palesata anche in documento che porta la firma di alcuni sindaci del crotonese); la necessità di “denunciare” l’isolamento amministrativo di ampie parti del nostro territorio.

Ed è logico che la candidatura “jonica” di Stasi possa poggiare molto su quest’elemento, soprattutto in materia di sanità, ma può anche contare su un possibile rapporto forte con la provincia di Crotone spostando l’asse della politica regionale. Tutti ragionamenti legittimi che vengono però messi in discussione, probabilmente infangati, da una tesi secondo cui Manna sarebbe elemento portante del ragionamento. Si può veramente pensare che sia veritiero uno scambio tra presidenza della Provincia e presidenza della Regione a favore di un sindaco in piena tempesta giudiziaria? È credibile che la figura più controversa e discussa della Provincia di Cosenza sia “garante” di quest’alleanza? Ma veramente vogliamo credere che un giovane sindaco che si è impegnato in prima persona contro gli interessi criminosi si sporchi con tali accordi?

Non mi sembra francamente plausibile questa ipotesi. Certamente potrebbe essere veritiera la volontà degli amministratori vicini a Oliverio ed a Nicola Adamo, ed alcuni (troppi) sono parte della maggioranza di Manna, di mettere in discussione la candidatura del presidente Iacucci. Ma qui entra in gioco un discorso politico: conviene creare una frattura nel centrosinistra? Non c’è il rischio di regalare la provincia al centrodestra (Succurro?) spaccando le amministrazioni? Vale la pena mettere a rischio la propria credibilità iniziando un percorso con Oliverio e Adamo?

Ancora una volta dovrebbe tornare ad essere di moda la necessità di riconoscere le ragioni di tutte le parti in causa ed ascoltare tutti gli amministratori. Ancora una volta, però, gli amministratori vicini al duo Oliverio/Adamo, dovrebbero rendersi conto che non è possibile barattare Provincia e Regione in nome di una guerra interna al Pd. Ancora una volta la dirigenza del Pd, soprattutto quella provinciale retta da Miccoli, dovrebbe rendersi conto che o s’impegna per questo territorio o è meglio che resti a Roma visto che da mesi è più attenta alle elezioni di Roma che all’organizzazione del partito in Calabria ed a Cosenza. Ancora una volta, più delle altre volte, è importante comprendere che divisi… finiamo tutti contro un muro.

In tutto questo la candidatura “dei sindaci”, che sia Stasi o meno, resta un’ipotesi importante. Ancor di più se viene affiancata in un ragionamento con quella ufficiale del Pd e che serva a costruire un rapporto solido e leale. Dare peso, replicare all’ipotesi “Manna” probabilmente significava dare legittimità ad un metodo infamante che troppo spesso, anche a causa di un giornalismo servile e vendicativo, diventa “voce ufficiosa” della politica cosentina… però, da mediocre militante di sinistra, mi auguro che sia anche un metodo che finalmente venga messo al bando.

Da cittadino corissanese, infine, posso solo augurarmi che, al di là della candidatura di Stasi, si riesca comunque a trovare la coesione, all’interno del consiglio comunale, per eleggere uno/due rappresentanti nel consiglio provinciale che riescano quindi a favorire gli interessi e le necessità della nostra città e del nostro territorio magari iniziando un confronto tra le diverse anime del centrosinistra cittadino… ma avendo troppi dirigenti che preferiscono scendere in piazza con gli ex sindaci di destra e votare a generali chiacchierati piuttosto che parlare con Stasi… beh la cosa mi risulta molto complicata…