Reggio allagata, Stanza 101: “Gravi responsabilità del sindaco”

“Il maltempo che ha investito la città di Reggio nella giornata di domenica ha rivelato una situazione gravissima di pericolo ed una completa inagibilità di intere aree sommerse dalle acque piovane. Le immagini che sono rimbalzate sui social e che solo lontanamente rendono il disagio di cittadini e commercianti, al netto di ogni tifoseria politica, impongono qualche interrogativo”.

E’ quanto scrive in una nota Stanza 101 – Cenacolo Culturale Impertinente. “Considerato che – prosegue la nota– già in occasione delle copiose piogge dello scorso autunno molte delle stesse zone della città hanno subito allagamenti, quali interventi di manutenzione e prevenzione sono stati effettuati dopo l’acclarata situazione? Addirittura un’importante opera come il nuovo corso Garibaldi, che mai prima era rimasto sommerso dalle acque, è diventato una piscina: è normale? Chi ha controllato i lavori ed i collaudi? I vari soloni che inneggiano ad una svolta di legalità quali, procedure di supervisione hanno predisposto affinché i lavori siano monitorati e controllati sia ante che post? Che fine ha fatto il sistema di controllo dei lavori pubblici informatizzato che avrebbe garantito una reale trasparenza ed un controllo da parte degli organi politici (già fatto ed attivato a costo zero nel 2011)? Chi deve eseguire la pulizia e la manutenzione dei canali di scolo, l’Avr, la Castore e Polluce, altre ditte specializzate? Ed infine, chi paga il danno erariale causato da gravi negligenze degli amministratori che già sapevano del problema in talune aree essendosi già verificato? Escluso il dubbio che vi sia volontarietà nel mettere in ginocchio la città, mancando il minimo del necessario governo del territorio, vince facile la tesi della manifesta inadeguatezza amministrativa ed una incapacità anche solo a pensare un minimo modello organizzativo concreto ed efficace. Il mandato è già scaduto da un mese abbondante, per amore della città chi presiede oggi palazzo San Giorgio dovrebbe tornare subito a casa per consentite ai reggini almeno di maturare la speranza di fermare le acque che inondano un deserto chiamato Reggio”, conclude la nota.