Reggio, Cafiero De Raho: “Non è solo una retata, è molto di più”

“Non è solo una retata, è molto di più”. Ha esordito così, stamani in conferenza stampa, il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nell’illustrare i dettagli dell’esecuzione del provvedimento di fermo, denominato “Mandamento Jonico”, nei confronti di 116 persone indagate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, turbativa d’asta, illecita concorrenza con violenza e minaccia, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati

“Il mandamento jonico è il più forte e il più storico della ‘Ndrangheta. In quest’indagine. Ha proseguito il procuratore Cafiero De Raho- sono stati assicurati alla giustizia vertici e affiliati per ogni singola cosca mafiosa. Abbiamo scoperto e monitorato doti, gradi e composizioni interne ai “locali” che vanno a superare la conoscenza della gerarchia della ‘Ndrangheta fino ad ora evidenziata dalle numerose indagini. In questo contesto è emerso come gli appalti pubblici sono stati puntualmente controllati dalla ‘ndrine che di volta in volta o hannio percepito il “pizzo” o inserito le proprie imprese ed addirittura sono arrivate ad acquisire in toto l’appalto. Queste imprese che lavorano per conto della cosche sono imprese apparentemente pulite. Poi negli stessi appalti o negli altri appalti- ha concluso il procuratore- vengono utilizzate senza contratto come accaduto per l’appalto del palazzo di giustizia di Locri. È emerso che gli imprenditori che lavorano sono quelli a cui la ‘Ndrangheta ha consentito di lavorare. È un fatto di una gravità senza eguali”.