Reggio: Renzi, la Marcianò e la segreteria PD. C’è lo zampino di Gratteri?

A Reggio è diventata la donna del giorno. Angela Marcianò, 36 anni, assessore ai Lavori Pubblici del comune di Reggio, da anni ormai in aperta contrapposizione con il sindaco Ciccio Bello-Falcomatà (che non ha mai fatto mistero della sua volontà di liquidarla), è riuscita a levare al bamboccione il posto nella segreteria nazionale del PD, pur non essendo iscritta. Un “contropiede” dagli effetti devastanti per il rampollo di Falcomatà, sbertucciato da tutti i social e preso in giro in ogni angolo della città.

Lei, l’eroina, se la ride sorniona e in molti si chiedono, in queste ore, chi possa essere il suo padrino politico, il suo sponsor con Renzi. E noi le idee in questo senso ce le abbiamo chiarissime. No, non è il solito Minniti quello che ha recitato la parte decisiva anche se il suo biografo ufficiale si è già precipitato a scrivere che Marcuzzu u spinnatu aveva scritto un sms decisivo all’epoca in cui Ciccio Bello voleva far fuori dalla sua giunta la bella Angela.
No, lo sponsor della Marcianò non è Minniti. Proprio per niente.

Angela Marcianò è un avvocato, docente universitario e reggina doc e deve la sua popolarità e la sua progressiva ascesa al fatto che è stata componente della commissione parlamentare anti criminalità e corruzione, da tutti conosciuta come Commissione “Gratteri”. Nonostante la sua giovane età la Marcianò ha saputo farsi notare e il suo curriculum vitae lo dimostra.

Angela Marcianò è avvocato, professore a contratto di Diritto del Lavoro Facoltà di Giurisprudenza di Reggio Calabria-Corso di Laurea in Scienze economiche, Professore di Organizzazione del Lavoro Facoltà di Giurisprudenza di Messina, docente di Diritto del Lavoro alla Scuola per le Professioni Legali dell’Università Mediterranea, Consulente legale di nomina prefettizia della Commissione straordinaria del Comune di Gioia Tauro.

Per ultima è arrivata anche la nomina in quella che tutti definirono Commissione “Gratteri”, all’epoca in cui il magistrato era ancora procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Reggio Calabria ed aveva avuto mandato da Renzi di dare un apporto significativo in tema di proposte di leggi. Letteralmente per l’elaborazione di proposte normative, anche patrimoniali, in tema di lotta alla criminalità organizzata. Gratteri ne era presidente ma aveva sperato a lungo, prima dell’intervento di Napolitano, di diventare ministro della Giustizia.

La Commissione Gratteri si riuniva a Palazzo Chigi e il magistrato non faceva certo mistero del suo apprezzamento per la concittadina. Per la Marcianò è stato l’ideale trampolino di lancio per essere chiamata a far parte della giunta Falcomatà e per giunta con la delega pesantissima dei Lavori Pubblici.

La Marcianò ovviamente si dimise dalla Commissione e Gratteri la ringraziò pubblicamente “per il proficuo contributo apportato finora, non solo dal punto di vista prettamente giuridico ma anche umano nella commissione da me presieduta. A me spiace perdere una così preziosa collaboratrice – ha aggiunto Gratteri – mentre apprezzo il suo gesto di rigorosa coerenza che, nell’assumere l’incarico di assessore ai lavori pubblici al comune di Reggio, ha presentato le dimissioni dalla nostra commissione”.

Della commissione – tanto per farvi capire – facevano parte oltre e Gratteri e alla Marcianò altri due calabresi: l’avvocato Antonio Mazzone (docente di Diritto penale nelle scuole di alta formazione interforze) e il sostituto procuratore generale della Cassazione Pietro Gaeta (già magistrato a Reggio Calabria e Assistente di studio presso la Corte costituzionale prima di passare alla Cassazione).

Gli altri componenti della Commisisone erano Sebastiano Ardita, magistrato, procuratore aggiunto – Procura della Repubblica di Messina; Renato Bricchetti, magistrato – presidente del Tribunale di Lecce; Piercamillo Davigo, magistrato, consigliere della Corte di Cassazione; Ambra Giovene, avvocato penalista del Foro di Roma; Alberto Macchia, magistrato, consigliere della Corte di Cassazione; Maria Luisa Miranda, magistrato, giudice presso il Tribunale di Napoli; Luigia Spinelli, magistrato, sostituto della Procura della Repubblica di Latina; Francesco Viganò, professore ordinario di Diritto penale all’Università di Milano e Gianluca Varraso, docente dell’Università Cattolica di Milano. Insomma, un autentico parterre de roi.

Delle fibrillazioni politiche di Reggio abbiamo già accennato: Falcomatà aveva azzerato tutte le deleghe e in cuor suo aveva già eliminato la Marcianò ma non lo fece e adesso si vede addirittura soffiare il posto in segreteria.

C’è chi dice che, dopo le ultime sfacciate uscite pubbliche di Renzi e Falcomatà a Reggio, qualcosa si sia rotto tra i due. Ma c’è anche qualcuno che collega il tutto all’ultima apparizione insieme di Matteo Renzi e Nicola Gratteri al “Maurizio Costanzo Show” (con tanto di selfie sul palco del Teatro Parioli) il 25 maggio scorso, nel corso sella quale i due hanno fraternizzato, si sono scambiati complimenti e, a quanto pare, anche qualche “consiglio” per la Calabria.

Vuoi vedere che il buon Gratteri ci ha messo lo zampino? I media di regime non lo scriveranno mai ma – nell’ottica, sempre meno impossibile – di una scesa in campo di Gratteri in politica, la nomina della Marcianò potrebbe essere un segnale ed un messaggio importante a tutta la pletora di politicanti pronta a buttarsi sul “cadavere” di Palla Palla.

Gratteri, insomma, come avevamo ampiamente previsto, non solo si presta ai giochi di potere di questi delinquenti ma ci mette anche la faccia come se fosse un “tappo”. Noi ci auguriamo vivamente che, arrestando qualche impresentabile “politico”, Gratteri metta a tacere queste voci. Ma più tempo passa e più si espone alle “chiacchiere”. Gli conviene? Quien sabe.