Regione Calabria, concorso truccato per il capo di gabinetto di Mancuso: presentato il primo ricorso

Dopo un susseguirsi di accessi agli atti richiesti dagli “esclusi” al bando di mobilità per un posto da dirigente – che ha visto vincere “casualmente” Domenico Macrì, capo di gabinetto del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso -, evidentemente sono state accertate una serie di “irregolarità” che hanno portato a presentare un ricorso (vi anticipiamo che sarà solo il primo) dal legale del dottore Manduca, che ha partecipato al bando. 

Si tratta di un ricorso gerarchico al Segretario Generale del Consiglio regionale della Calabria e notificato al presidente della Regione Calabria Robertino Occhiuto per pronunciarsi in relazione alla procedura di mobilità per un dirigente amministrativo.

Nello specifico, i legali del dottore Manduca rilevano che il primo classificato, tale Domenico Macrì, non avrebbe potuto partecipare alla selezione in quanto non appare corretto il suo inquadramento quale dirigente amministrativo essendo quest’ultimo un dirigente tecnico-veterinario.

Nel merito, viene contestata la nullità radicale ex art. 1418 c.c. dell’inquadramento come “Dirigente Amministrativo” nel ruolo della Giunta Regionale della Regione Calabria e la nullità derivata di tutti gli atti connessi e consequenziali, per contrasto con norme imperative di legge.

Nel ricorso gerarchico, inoltre, si lamenta che al signor Macrì la Commissione giudicatrice (ricordiamo composta da due docenti della UniPegaso stessa facoltà, casualmente, dove qualche mese prima Macrì in tempi record ha “ottenuto” una laurea in Scienze economiche) abbia assegnato inopinatamente un punteggio spropositato rispetto al reale valore del suo curriculum.

Viene ancora lamentato che al dottore Manduca non sarebbero state conteggiate le esperienze curriculari possedute nonché una molteplice serie di corsi di formazione ed aggiornamento.

Inoltre, vengono contestate alla Commissione giudicatrice la violazione dell’art. 1 della Legge n. 241/1990 sotto il profilo del mancato rispetto del principio di trasparenza e di ragionevolezza, dell’eccesso di potere per violazione del buon andamento ex art. 97 della Costituzione; dell’eccesso di potere per irragionevolezza, sviamento dell’azione amministrativa dal fine; dell’eccesso di potere per errore e travisamento dei presupposti di fatto e di diritto; dell’errore e/o travisamento delle risultanze concorsuali da parte della Commissione di Valutazione in ordine alla valutazione dei titoli di studio in capo al ricorrente ed alla conseguente erronea attribuzione del relativo punteggio; dell’eccesso di potere per disparità di trattamento e per ingiustizia grave e manifesta.

Per tutte le ragioni esposte nel ricorso si rileva che il dott. Domenico Macrì tuttora possiede esclusivamente la qualifica di “Dirigente Veterinario”;

Che il successivo inquadramento come “Dirigente Amministrativo” nel ruolo dei
dirigenti della Giunta regionale della Regione Calabria “…con decorrenza
01/01/2005…, giusta deliberazione n. 899 del 23/11/2004” è nullo di diritto per violazione di norme imperative;

Che il dott. Macrì è pertanto privo della qualifica di “Dirigente Amministrativo” (mai legalmente conseguita in concreto) e che sin dall’inizio non poteva essere ammesso alla procedura di cui all’Avviso Pubblico di Mobilità Esterna ex art. 30 D.lgs. n. 165/2001 del 18/08/2022 per la copertura di 1 posto di dirigente amministrativo a tempo pieno e indeterminato da destinare al Settore Segreteria Assemblea e Affari Generali, il quale espressamente richiede tra i requisiti di ammissione di cui all’art. 2, comma 1, lett. b) di “…essere inquadrato nella categoria giuridica di “Dirigente” – con profilo dell’area amministrativa [CCNL Area funzioni locali – Dirigenza] o in profilo equivalente, anche di altri comparti.

Ora tocca al Segretario generale più pagato d’Italia pronunciarsi.

Infine, si rileva in generale un clima assolutamente di sfiducia nei confronti dell’operato del Macrì, considerato un incompetente degno della “fama” che lo ha preceduto in Giunta ma ancor di più nei confronti del Presidente Mancuso, ispiratore di questa assurda vicenda e considerato dai suoi stessi colleghi incapace e classificato come il peggiore Presidente del Consiglio di… tutti i tempi.

In ultimo grande clamore sta suscitando la vicenda di altri bandi di mobilità che sono stati pubblicati dall’ente.

Si sussurra infatti che le procedure di mobilità del comparto siano state bandite per sistemare persone “legate” al capo di gabinetto (magari provenienti dal Comune di Reggio Calabria) sempre con il placet di un compiacente Mancuso che è costretto a far finta di non capire viste le “cambiali elettorali” da pagare agli amici di Macrì molto discutibili… E non è finita qui.