Regione, tutte le bugie di Palla Palla (di Matteo Olivieri)

Tre anni pieni di slogan a cui però non corrispondono i fatti. Si va dalla promessa di «discariche zero» a quella di «rifiuti zero» fino a «consumo di suolo zero». E ogni volta alle promesse seguono le smentite. In questo articolo ripercorriamo i mille giorni della presidenza della Regione Calabria targata Mario Oliverio, che prima o poi dovrà spiegare ai suoi elettori come mai tutto ciò che ha detto non era vero.

di Matteo Olivieri

Tutti gli slogan del Governatore Mario Oliverio stanno crollando ad uno ad uno. Avrebbero dovuto indicare il nuovo corso della politica calabrese fatto di legalità e della tanto attesa discontinuità rispetto alla passata gestione e, invece, si tanno rivelando l’ennesima cinica presa in giro realizzata da una classe politica regionale divenuta ormai immorale, tanto da lasciar intendere ai calabresi onesti una cosa salvo poi farne tutt’altra. Ma i calabresi che hanno capito cosa c’è veramente in gioco non ci stanno, e non intendono assistere impassibili alla implementazione di decisioni calate dall’alto, e prese senza alcun coinvolgimento della popolazione che vive i territori.

L’ultimo slogan a cadere in ordine temporale sotto la scure dei fatti è il mantra “consumo di suolo zero”, tanto strombazzato in ogni occasione pubblica negli ultimi tre anni ma puntualmente disatteso nella realtà. Questa volta a tirare lo schiaffo è Coldiretti Calabria, che – a proposito della realizzazione della strada statale Ionica SS 106-ter – parla di «deficit di democrazia partecipata» e fa rilevare come andranno perduti 500 ettari di terreno agricolo. In una terra che a parole vuole puntare tutto sull’agroalimentare di qualità, si tratta di un vero e proprio «spreco di risorse». Tanto più che Coldiretti Calabria parla apertamente di interferenze ecologiche con un sito di importanza comunitaria (SIC) appartenente alla Rete Natura 2000, che deve essere tutelato in via prioritaria contro il degrado in base alla direttiva comunitaria “Habitat” 92/43/CEE.

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Secondo il Presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, «la progettazione definitiva del terzo macrolotto della Statale 106 Ionica non è stata concordata con tutti gli enti locali interessati e non condivisa con tutti i portatori di interesse socio-economici.»

Gli ultimi comunicati stampa, in cui Oliverio ribadiva che «la nostra politica è consumo di suolo zero» risalgono a pochi giorni fa, mentre gli articoli di stampa degli ultimi mesi sullo stesso tema non si contano più, tanto sono numerosi. Si parte dall’approvazione della nuova legge urbanistica, avvenuta in Consiglio regionale lo scorso 28 dicembre 2016, peraltro impugnata davanti alla Corte Costituzionale per vizi di incostituzionalità, ma che – a detta di Oliverio «introduce norme fortemente innovative nella pianificazione e nel governo del territorio con l’obiettivo di tendere a consumo di suolo zero, di salvaguardare i terreni agricoli, di realizzare uno spostamento di investimenti pubblici e privati verso il recupero e la riqualificazione urbana».

Insomma, Oliverio descrive un mondo che non c’è. Lui che parla spesso della necessità di un “salto di qualità sul piano culturale”, additando le responsabilità sempre ad altri, a nemici tanto generici quanto inverosimili, che di volta in volta hanno le sembianze del passato, della burocrazia, della illegalità o del “malinteso approccio con i temi dello sviluppo”; lui che parla volentieri di “difesa del territorio” attraverso “un nuovo approccio culturale“, poi si tradisce sui fatti. E quando non sa cosa dire, il Governatore risponde sempre dicendo che si tratta di «campagne strumentali, basate sul nulla». No, la verità è che la Calabria vive in un eterno presente, dove si continua inesorabilmente a giustificare con le azioni quella stessa logica padronale che a parole si critica.

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Nel corso di una conferenza nel Salone degli specchi lo scorso 26 settembre, Mario Oliverio ha affermato, «L’approvazione della nuova legge urbanistica, con a previsione del consumo di suolo zero, va esattamente nel senso di favorire la crescita di una cultura diffusa della tutela delle risorse ambientali.» Ma Coldiretti Calabria lo smentisce a proposito della SS106.

La strategia comunicativa di Mario Oliverio è ormai chiara nella sua inconsistenza: parla sempre al futuro, lasciando intendere che si stia parlando del presente, cioè di qualcosa che i calabresi vedranno a breve coi loro occhi. In verità ci indica una terra promessa che non esiste, e sarebbe meglio per tutti noi che non esistesse. Quando parla infatti dei principi «rifiuti zero» e «discariche zero» del nuovo Piano regionale dei Rifiuti, dimentica di informare i calabresi della “nuova” impiantistica regionale basata sugli ecodistretti, che comporterà la riattivazione o l’ampliamento di ben 9 impianti sparsi in tutta la Calabria, da cui si produrrà «recupero energetico con produzione di biogas». Oltre a ciò, è stato autorizzato il raddoppio dell’impianto di termovalorizzazione già esistente a Gioia Tauro. In più, durante la tragicomica kermesse Cantiere Calabria” abbiamo appreso del redivivo progetto di realizzare – sempre a Gioia Tauro – il progetto di rigassificatore, già bocciato due volte dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e fortemente osteggiato dalle popolazioni locali. Ma non dalla burocrazia regionale, che nonostante combini danni su danni e non sempre sia aggiornata sull’applicazione delle leggi, continua però ad essere promossa ad incarichi sempre più complessi, ma sempre limitatamente agli stessi nomi. Insomma, il futuro della Calabria è nell’energia dai rifiuti, altro che rifiuti zero, con buona pace di chi vive in quei territori e crede nella possibilità di un futuro diverso (si veda anche “Regione Calabria: “Individuare i siti per nuove discariche”. Si teme per Rende/Castrolibero“).

A giugno 2017, a proposito della chiusura temporanea della discarica di Celico, Mario Oliverio dichiarava: «Sin dal nostro insediamento abbiamo avviato un’azione costante ed intransigente nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Calabria che può essere sintetizzato nello slogan “rifiuti zero” e “zero discariche”». A settembre invece annunciava: «Sarebbe troppo semplice che la società che gestisce questo impianto ottenesse un provvedimento firmato dal Presidente della Regione le cui conseguenze risarcitorie, dopo qualche mese, ammonterebbero a quattro volte l’utile che l’azienda produce per la gestione dell’impianto.»

Comitati e associazioni di tutela ambientale avevano da temposegnalato che questo Piano Regionale dei Rifiuti è un “non-Piano”, visto che la normativa vigente pone l’incenerimento e lo smaltimento in discarica come soluzioni ultime nella gestione dei rifiuti, così come è stato definito dal principio della «gerarchia di trattamento dei rifiuti» contenuto nella Direttiva europea 2008/98/CE. Ma, anche in questo caso, la critica non è stata sufficiente ad attivare un dibattito pubblico serio sull’argomento. Al contrario, tutto è stato fagocitato dalla solita propaganda di regime, salvo riemergere ora per dare ragione a chi – denunciando pubblicamente queste storture – non ha esitato a metterci la faccia.

Infine, la questione incendi. A seguito del mio articolo “Incendi boschivi: «I bandi della Regione Calabria creano una situazione di azzardo morale»“, in cui evidenziavo come i bandi della Misura 8 del PSR Calabria 2014/20 rischino di incentivare i comportamenti dolosi perché i Comuni – dove manca o non si aggiorna il catasto dei suoli percorsi da incendi – non hanno modo di certificare l’esistenza dei vincoli previsti dalla legge, il Governatore replicava indispettito via social asserendo che «la disinformazione inquina i pozzi e non spegne gli incendi. E’ stata divulgata una notizia errata sul Bando del Psr 2014/2020 a valere sulla Misura 8. Ricordo a chi lo avesse dimenticato la legge quadro dello Stato italiano n. 353/2000: “Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche…”» E ancora: «Nessun finanziamento sarà concesso sulle aree interessate da incendi. La legge 353 del 2000 lo vieta espressamente. Lo stesso bando regionale sulla forestazione fa esplicito riferimento all’art. 10 della legge 353/2000 che fa divieto di finanziamenti pubblici per interventi nelle aree interessate da incendi. Alcuni irresponsabili più o meno interessati ad imbastire speculazioni e strumentalizzazioni politiche stanno seminando notizie false e prive di fondamento.»

“Ogni volta che il Governatore Mario Oliverio rilascia una dichiarazione, usa sempre il futuro. Ma dei problemi presenti della Calabria non sembra aver alcuna cognizione. E le sua affermazioni sono purtroppo facilmente smentibili», afferma l’economista Matteo Olivieri.

Tuttavia, il Governatore è stato presto smentito dai membri della sua stessa maggioranza. In primis dal Presidente della Commissione Ambiente della Regione Calabria Domenico Bevacqua (che si è affrettato a depositare il giorno 28 agosto una proposta di legge regionale in materia di incendi, citando il fatto che in Calabria esiste un «vuoto legislativo da 17 anni» che si intende colmare in modo da «attuare anche nella nostra regione la Legge 353 del 2000, legge quadro in materia di incendi boschivi»), e poi dall’assessore regionale alla Pianificazione territoriale ed urbanistica Prof. Franco Rossi, il quale ha affermato che «molti comuni ne sono ancora sprovvisti o non lo aggiornano costantemente e ciò impedisce di valutare concretamente la situazione e di avere una visione di insieme delle conseguenza subite dall’ambiente.»

Alla luce di queste prese di posizione nette, Oliverio ha dovuto fare marcia indietro, smentendo se stesso nel corso di una conferenza tenutasi lo scorso 26 settembre, dove ha affermato: “Sul fronte del contrasto agli incendi – ha aggiunto Oliverio – c’e’, quindi, un problema generale che riguarda il sistema nazionale dello spegnimento aereo, a cui vanno a sommarsi specifici problemi regionali di carattere organizzativo. Uno di questi e’, senz’altro, il grave ritardo da parte di molti comuni della definizione dei catasti, uno strumento fondamentale, che stabilisce divieti e detta condizioni che riguardano l’uso del territorio.» Quindi, anche il sospetto che i finanziamenti connessi ai bandi della Misura 8 del PSR Calabria 2014/20 possano arrivare nelle mani di gente senza scrupoli, rimane in piedi. Insomma, ce n’è quanto basta perché Mario Oliverio spieghi ai suoi elettori come mai tutto ciò che ha detto in questi mille giorni non era vero.