Rende. Mazzetta, Franchino e la “proposta che non si può rifiutare”: il Psc arriva in Consiglio, si salvi chi può

Una spregiudicatezza che non conosce confini, un’arroganza che trova giustificazione soltanto nei metodi massomafiosi che la caratterizzano ormai da quasi un decennio. A Rende il sindaco Marcello Mazzetta e i suoi compari continuano a fare il bello e il cattivo tempo nonostante stia lavorando una Commissione d’accesso antimafia.

La novità di giornata è che è stata predisposta la delibera per portare in Consiglio il Psc per l’adozione. Si tratta della colata di cemento programmata dai padroni di Rende che serve a riciclare denaro a tamburo battente. Ma bisogna far presto e tempo non ce n’è, al punto che Manna ha deciso di arrivare comunque in Consiglio. E il Vicario Franchino ha firmato.
Dovremmo dedurne che il sindaco ed il Laboratorio “cinico” intendano portarlo in Consiglio ad ogni costo, quand’anche non avessero i numeri per approvarlo. Magari per dimostrare a qualcuno di aver fatto tutto il possibile per mantenere gli impegni. E di impegni ne sono stati presi tanti. Quanto a Franchino, Manna gli ha fatto la fatidica “proposta” che non si può rifiutare e anche un asso dei voltagabbana come lui è stato costretto ad abbassare la testa perché la posta in palio è veramente alta per come vi spieghiamo ormai da tempo.

L’ultima “perla”, ironia della sorte, si trova a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri. Qualcuno molto vicino all’uomo che sussurra alle banconote dentro le “bustarelle” sta abbattendo alberi e sta facendo movimento terra con una gru senza nessuna autorizzazione, se non quella della… mafia. 

Questo “qualcuno” a Rende tutti sanno che altri non è che il cugino del sindaco, Massimo Manna, detto Massimino “baffetto”, che ha già costruito su viale Principe e che grazie al “sistema” escogitato dall’amministrazione – se lo stato continuerà a guardare – costruirà anche in zona ex Pau a Santa Chiara, ovvero il regno del boss Patitucci, cosa che invece altri proprietari di terreni ricadenti negli stessi Pau, non potranno fare, pur continuando ad essere destinatari di richieste di tributi insostenibili sin dal 2009, per la potenzialità edificatoria dei terreni che di fatto non sono edificabili (se nel Pau erano indicate come aree a verde, a parcheggio eccetera). Qualcuno può costruire e realizzare profitti, altri no e devono pure pagare somme insostenibili di tributi. Non serve un profeta per capire che queste persone saranno costrette a (s)vendere e il solito !qualcuno” sarò pronto a comprare a prezzi stracciati. Vedremo fino a che punto lo stato lascerà fare Mazzetta e i suoi complici e nel frattempo diamo un’occhiata alle dinamiche che sono in atto nel consiglio comunale di Rende per dare via libera ai desiderata dei massomafiosi.

I consiglieri di maggioranza che votano le pratiche in Consiglio, più che ignari a questo punto sono complici. Eppure, solo alcuni sono “partecipi”, mentre gli altri sono semplicemente inetti, si sentono protetti dalla massa della maggioranza e fanno quello che gli impone il sindaco delle mazzette.
In questa folle operazione Psc è stato vitale “sensibilizzare” quella parte della maggioranza che vota ma “non partecipa” alle scelte. Sono diversi quelli che vanno considerati “meno consapevoli”. E al momento tutto è ancora in gioco.

Per esempio: Brogno, Lolli, Marchiotti…

Superbo no, non più. Ha firmato insieme alla minoranza quel documento che invitava i consiglieri alle dimissioni e ha mollato Manna. Fino a qualche tempo fa era con Mimmo Bevacqua detto Chiù Chiù, “stampella” di Manna per anni e anni. Superbo adesso non sta più con il consigliere regionale “ignorante” quasi come le capre di Sgarbi, era già uscito dalla maggioranza, ma poi è rientrato perché “tentato” dalle mazzette di Manna, ma sulle questioni del Psc dicono che sia piuttosto preoccupato. E se ha letto – come ha letto – quanto scriviamo (o qualcuno glielo ha riferito) si è preoccupato ancora di più, dal momento che prima o poi chi sostiene Manna non avrà un futuro roseo, e l’ha mollato. Meno male per lui…

Ma cos’hanno da spartire, quale condivisione politica o di interessi tiene avvinti questi consiglieri che ancora possono salvarsi ad una maggioranza massomafiosa, arrogante e spregiudicata che certo non li rispecchia né politicamente né personalmente?

L’avvocato Francesco Corina, primatista “mondiale” di incarichi legali, “trombone” senza nessun futuro politico, si sente candidato sindaco dal primo giorno in Consiglio, ed esercita il ruolo di paladino della difesa ad oltranza, pur dopo essere stato trombato alle Provinciali dai suoi stessi sodali in Consiglio.

Eugenio Aceto

Eugenio Aceto è il classico “doppiafaccia”: critica fuori e vota convinto in Consiglio ogni qualunque pratica pur di non contraddire il suo capo. Anche se annuncia (ma non ci crede nessuno… neanche lui) di essere fuori dalla maggioranza. Del resto, fa parte di una schiatta (quella che comprende anche il mitico Max Aceto, il faccendiere che continua a fare affari con i suoi prestanome) che fa parte a tutti gli effetti della banda massomafiosa del boss. Anche lui si sente sindaco, visto che dice in giro che sarebbe indicato dal centrodestra ma vota senza imbarazzo (forse per ignoranza, forse per inconsapevolezza) la risoluzione dell’embargo a Cuba (!), e la cittadinanza onoraria alla figlia del Che, come ad Ocalan. Roba da sbellicarsi dalle risate…

Marco Greco, più scaltro, si muove defilato. Uno dei business della banda è il “piano energetico” per milioni di euro e Manna lo sta preparando con il suo portaborse nonché consigliere Marco Greco – appunto -, il quale in qualità di ingegnere non solo ha eseguito la progettazione tramite il suo studio tecnico ma si dividerà il bottino con Marcello Mazzetta tramite la concessione di efficientamento energetico da assegnare a una società del Nord.

Così com’è scaltra la signora Rachele Cava, anche lei espressione di una dinastia di gente famosa, che costruisce palazzi per mestiere e che sarà non solo avvantaggiata a livello parentale, ma sarà anche gratificata perché fa parte anche di un’altra squadra di “spessore” ovvero quella del “mammasantissima” Leucio Gisonna, il notaio numero uno per dare il via libera all’ennesima cementificazione di Rende.

Gagliardi, che l’altro giorno si è astenuto (e ciò è possibile per un probabile conflitto di interessi sulla pratica edilizia di Santa Chiara), è inesperto, ma in qualche modo sarà partecipe, altrimenti non si spiega.
Provenzano è diventata una sostenitrice ad ogni costo, una specie di Corina. Esposito lo stesso: rientra nella cerchia, ma anche lui più per inesperienza che per altro.
La signora Fanello anche lei è molto defilata mai una parola in consiglio, solo voto come da indicazioni.
Più che un consiglio comunale sembra il Consiglio di amministrazione della Marcello Mazzetta (e company) SpA… 

Per completare il quadro abbiamo Marisa De Rose, anche lei neo consigliera, che si gratifica con poco, basta farle organizzare un piccolo evento, un nome sulla locandina, assecondare quel po di vanità e voterebbe qualunque pratica della quale non sa in realtà assolutamente niente.

Eccetto i marpioni che abbiamo citato, dunque, molti di quelli citati sono tutti alla prima esperienza , mai interessati di politica in precedenza, nessuna nozione di amministrazione, nessuna desiderio di capire e svolgere compiutamente il ruolo.
Pecore che si affidano “al lupo”, per tornaconto, per vanità, per inerzia, per svogliatezza, per incapacità di sviluppare una considerazione critica. Si fanno spiegare tutto dai “dirigenti” Minutolo e Infantino, che fanno parte a pieno titolo della “cupola” mazzettara, che li rabboniscono e li infinocchiano come vogliono.

Sulla minoranza, con l’esclusione dei tre consiglieri di Rende per Rende che sono gli unici a dare battaglia, sarebbe meglio stendere un velo pietoso: tutti sanno che Manna ha molti alleati anche all’opposizione. Basta guardare quanto sono silenti Sandro Principe e Mimmo Talarico, tanto per essere chiari.
Su alcune questioni hanno motivi di imbarazzo, su quelle giudiziarie e edilizie per esempio, visto che entrambi non sono “immacolati” (per usare un eufemismo), su queste ultime forse anche ricattabili per le scelte del passato (Prg 2001, Pau eccetera).
La Pulicani, moglie del mitico Ponzio, è come se non ci fosse. La Rossana Ferrante (ahi ahi ahi caro Giovanni…) anche lei è in appoggio di fatto al sindaco e non firma nemmeno i documenti della minoranza.

Beltrano è l’ombra di Sandro e fa quello che dice lui. E Cuzzocrea, dulcis in fundo, è in Forza Italia come Aceto, ma in “minoggianza” come sempre.

Il tutto accade mentre la Cassazione ha appena revocato l’annullamento degli arresti domiciliari a Manna e mentre la Commissione d’accesso antimafia sta per concludere la sua relazione sul sempre più probabile scioglimento. Così vanno le cose nella Rende di Marcello Mazzetta, sempre più dittatore dello stato libero di Bananas.