Rende, questione rifiuti: cosa fa Manna contro la ‘ndrangheta?

Rende, 7 gennaio 2019

Comunicato stampa

Il problema dei rifiuti in Calabria non può essere risolto né con proroghe e deroghe, né mettendo a capo degli Ambiti territoriali ottimali (Ato) amministratori incompetenti. In quello di Cosenza c’è, ad esempio, come presidente il sindaco di Rende, Marcello Manna che dopo aver portato al degrado fisico la nostra città, è stato “premiato” con una responsabilità più grande di lui.

A Rende, infatti, il problema dei rifiuti non è stato affatto risolto, al contrario di come falsamente proclamato dagli attuali amministratori. Al posto dei cassonetti sono stati installati delle puzzolenti “isole” ecologiche nella zone più belle della città, le strade sono piene di rifiuti che non vengono raccolti, né si è messo in funzione un efficace sistema di controlli.

Il presidente di un Ato così importante come quello di Rende-Cosenza, dovrebbe, per prima cosa, aver risolto i problemi della città che amministra e, poi, avrebbe il dovere di conoscere tutte le vicende che hanno portato a questa orribile situazione dello smaltimento nella nostra regione e mettersi alla testa di un’azione che affronti la problematica sollecitando una progettazione pragmatica che non si ispiri ai soli interessi delle aziende di trattamento dei rifiuti che mirano esclusivamente al profitto.

Bisognerebbe chiedersi con molta serietà se l’attuale sistema di raccolta sia o meno adeguato o se fosse il caso di valutarne altri prendendo esempio dalle soluzioni utilizzate in molte città del Settentrione e in molti Paesi dell’Unione europea.
Bisognerebbe, anche, tenere presente il recente monito del procuratore antimafia Cafiero de Raho che ha praticamente certificato che le nuove attività della mafia siciliana e della ‘ndrangheta calabrese sono la droga e il trattamento dei rifiuti.

L’emergenza rifiuti, oggi come nel 1997, è stata creata artificialmente per rendere possibili maggiori profitti alle aziende del settore ed elargire consulenze a iosa a “esperti” del settore prendendo questi soldi direttamente dalle tasche dei calabresi.
Parliamoci chiaro, in Calabria siamo circa 1.600.000 residenti su una superficie di circa 15.000 chilometri quadrati e con una densità di circa 106 abitanti per chilometro quadrato. Napoli, ad esempio, è estesa circa 117 chilometri quadrati e ha 962.000 abitanti con una densità di circa 8.200 abitanti per chilometro quadrato.
Se, quindi, l’emergenza si può capire a Napoli, è molto difficile capirla in Calabria dove, tra l’altro, gli abitanti che vivono in zone di campagna e riciclano in autonomia quasi tutto, sono un numero considerevole.

Se, quindi, c’è emergenza in Calabria è del tutto evidente che essa è creata artificialmente. E’ tempo, dunque, che i presidenti degli Ambiti territoriali ottimali alzino la voce e facciano proposte. E’ tempo che si ribellino alla prepotenza delle aziende di rifiuti, che si ribellino alle infiltrazioni ‘ndranghetistiche, che si ribellino ai ricatti delle aziende che minacciano di non accettare più i rifiuti, ricordando loro che se davvero dovessero attuare tali minacce commetterebbero il reato di interruzione di pubblico servizio.
Se i presidenti non lo capiscono o non sono in grado di farlo, sarebbe bene che se ne tornassero a casa.

Gianfranco De Franco – Insieme per Rende