Rimborsopoli, quegli 88mila euro di Mario Maiolo il fariseo

Nell’elenco dei ladri conclamati che saranno processati nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli” c’è tutto il “gotha” (si fa per dire!) della politica calabrese. Decine di pezzi di malacarne che dietro ai soliti paroloni nascondono le peggiori miserie umane e hanno rubato fondi pubblici per farsi i fatti loro. C’è chi ha rubato di più e chi di meno ma hanno rubato tutti. Senza distinzione di colore politico perché – come ormai sanno tutti – in Calabria il Partito della Nazione ruba allegramente e appassionatamente insieme da decenni.

Oggi, nella nostra rassegna, siamo arrivati ad un centrista che si è sempre ammantato di legalità e che invece – con decenza parlando – è peggio degli altri. Un fariseo che di giorno predicava la legalità e di notte si metteva i soldi in tasca.

In questo senso, l’ex democristiano Mario Maiolo è l’esempio perfetto. Apparentemente inattaccabile: ingegnere, docente universitario, timorato di Dio… Eppure, da quando si è buttato in politica pare che il suo bisogno di soldi sia diventato pressante: prima alla Provincia e poi il grande salto alla Regione, dove ha fatto due legislature e dal 2006 al 2010 è stato anche assessore alla Programmazione. Sì, delle sue tasche… Ottantottomila euro di “cresta” sui fondi destinati al suo gruppo sono magicamente finiti nelle sue tasche (è settimo nella speciale hit parade dei ladri) e per questi sarà regolarmente processato.

Nel frattempo, nel 2014 è stato “fatto fuori” dal PD, non ricandidato alla Regione e quindi è uscito fuori dall’agone politico. E meno male, altrimenti i soldi rubati allo stato ed elargiti ai suoi insaziabili amici e parenti sarebbero stati molti, ma molti di più. Ogni tanto anche il PD si accorge di quelli che la fanno sporca.