Rossano, la saga dei Micciullo e la rabbia di don Pasquale

A Rossano c’è fermento. Don Pasquale Lapietra non può controllare Iacchite’ e malgrado abbia le mani su tutti gli altri media non riesce ad arginare l’eco mediatica dei nostri articoli. “Mollettone” sta accusando il colpo e prova ad agitare spauracchi giudiziari che per noi sono solo spaventapasseri. La verità fa male ed equivale a smascherare chi, nella realtà rossanese, agisce da capobastone ed evidentemente, con dati di fatto, può e deve essere attaccato per come merita.

Ma don Pasquale deve sapere (e certamente lo saprà) che noi trattiamo i suoi avversari politici con la stessa intensità con la quale trattiamo lui. Perché, esattamente com’è accaduto a Cosenza, noi non stiamo con aggregazioni politiche paramafiose. Sono tutte uguali, anzi ci sono molti personaggi che sguazzano anche a Cosenza. 

Il messaggio più bello oggi lo abbiamo ricevuto da una ragazza di Rossano, che ci ha scritto testualmente: “Qualcuno” dice che lavorate per qualcuno, a me sembra che lavoriate per noi tutti. Grazie da Rossano”. Ed è la soddisfazione più grande che possa avere un giornalista.

Ecco la lettera che ci hanno mandato da Rossano a proposito di uno dei principali impresentabili della coalizione che sostiene il centrosinistra ovvero Antonio Micciullo, il mago dei voti dei rumeni. A dire il vero, nella lettera si parla soprattutto del padre Carlo, che è il vero dominus di questa piccola macchina da guerra. 

Il sig. Antonio Micciullo si può dire nuovo nella politica, in sostanza non è così. Antonio è figlio di Carlo Micciullo il vero dominus.

Lo chiamavano Carletto e a Rossano tutti sapevano che era un militante dell’estrema sinistra, con tanto di “medaglie sul petto”, che gli sarebbero servite in seguito per il suo lavoro nei vigili urbani (anche se senza il porto d’arma), per i suoi affari col patronato e per il lancio del figlio Antonio in politica.

Carlo Micciullo, attualmente dipendente comunale di Rossano, è quello che gestisce un patronato vicino al sindacato Uil.

Ex vigile urbano, allontanato dal corpo della polizia municipale di Rossano per una condanna, con sentenza definitiva della Cassazione, per falso in atto pubblico. Quando commise il reato il Micciullo era stato momentaneamente distaccato, per imcompatibilità ambientale, alla segreteria del Sindaco di una giunta di sinistra (Carignola/Caracciolo).

Al momento della condanna il neo sindaco Giuseppe Caputo aveva messo in moto il provvedimento di licenziamento, provvedimento che non fu mai adottato
perchè il cognato del Micciullo (Converso), allora consigliere d’opposizione, passò nella maggioranza del Caputo.

Qualche anno prima, sempre il Micciullo Carlo già vigile, fu arrestato per avere aggredito il Comandante della Polizia Municipale di Rossano Mario Zumpano.

Distinti saluti                       

 

Lettera firmata