Salerno, le intercettazioni di Morrone e la “profezia” di Sacco (senza verbale)

Eugenio Facciolla nelle sue lunghe e dettagliate dichiarazioni spontanee rilasciate al Tribunale di Salerno, si difende a spada tratta dalle accuse che gli arrivano dal braccio destro di Gratteri, il maggiore dei carabinieri Gerardo Lardieri, personaggio tutt’altro che limpido. E dopo aver dimostrato, con carte alla mano, il suo tentativo di inquinamento delle prove con tanto di “sparizione” delle intercettazioni che lo riguardavano insieme al colonnello dei Carabinieri Forestali Gaetano Gorpia e di “sconfinamenti” negli atti riservati della procura di Salerno (http://www.iacchite.blog/catanzaro-parla-facciolla-sparite-le-intercettazioni-su-lardieri-e-gorpia-il-maggiore-ha-tentato-di-inquinare-le-prove/), continua a contestare con veemenza tutto il suo tragicomico impianto accusatorio. In un altro stralcio si fa riferimento ad un “capo”, che secondo il maggiore Lardieri, sarebbe Facciolla. Ma così non è: l’unico capo riconosciuto – fino a prova contraria – è quello di… Lardieri (http://www.iacchite.blog/salerno-facciolla-spiega-la-sceneggiata-del-capo-di-lardieri/). Il resto dev’essere un lapsus per molti versi “freudiano”. Ma vallo a spiegare a Lardieri cosa significa! E non è finita qui. Perché anche l’apertura del procedimento a Salerno contro Facciolla è decisamente tragicomica e si avvale della “collaborazione” di un noto sito calabrese al soldo di Gratteri e dei Servizi (http://www.iacchite.blog/salerno-la-trappola-di-gratteri-a-facciolla-la-fuga-di-notizie-sul-sito-amico/). Ma oggi ci occupiamo di “politici” e faccendieri perché in questo teorema dell’assurdo c’è anche qualcuno che “compra” voti e qualcun altro che si produce in spericolate profezie, naturalmente senza che si possano trovare i verbali. Ma – come dicono a Napoli – ‘cca nisciun’ è fess… 

“… Ancora una volta risulta un procedimento, il 2560/2018 modello 45, iscritto il 14 settembre del 2018, relativo a conversazioni che vengono registrate tra tali Sacco e Morrone. Io glielo riassumo, Giudice. Praticamente, che cosa è accaduto? Nel corso di attività di indagine del mio ufficio, intercettiamo alcune conversazioni tra un soggetto appartenente al clan degli zingari di Cassano che contratta voti – c’erano le elezioni da lì a breve – con un appartenente politico, il Morrone, che figura in questa conversazione. Ebbene, trattandosi di voto di scambio politico-elettorale-mafioso, come lo vogliamo definire… Io immediatamente ho trasmesso gli atti alla Procura di Catanzaro per competenza. Procura di Catanzaro che ha attivato le intercettazioni.

Mi trovo queste intercettazioni, che vengono attivate a seguito degli atti che trasmettiamo noi da Castrovillari, peraltro quando dico trasmettiamo, vuol dire che l’ha trasmesso il capo dell’ufficio, Giudice, perché Castrovillari non è Salerno, non è Roma, non è Torino, è un piccolo ufficio con dieci magistrati, tutti giovanissimi… E allora, una volta che leggo queste intercettazioni, verifico che in realtà si tratta di un modello 45 pervenuto da Catanzaro che viene inserito nel fascicolo in questione, ma viene inserito in copia e poi ritrasmesso per essere archiviato. Trovo negli atti con l’avvocato Zecca una delega di identificazione e invito a rendere interrogatorio di questo tale Roberto Sacco. Il Sacco sostanzialmente è quello che discutendo con questi bravi amici davanti ad un bar… parla di una guerra tra Procure: da una parte Lupacchini, Facciolla e Bruni e dall’altra parte Spagnuolo, Gratteri e Luberto… In questa guerra – secondo Sacco – ci vanno di mezzo altre persone e io sarei stato scorretto i Greco di Cariati, collegati, cognati, imparentati con l’ex deputato Ferdinando Aiello, legatissimo al Sacco per questioni elettorali, perché stavano insieme al consiglio comunale di Cosenza, alla Regione Calabria eccetera eccetera…

Ebbene, io non trovo il verbale di interrogatorio del Sacco Roberto… quindi c’è la convocazione ma non c’è il verbale, però so, trovo che è stato sentito, è venuto qui a Salerno il Sacco Roberto, perché nella sua pagina Facebook ha postato l’immagine all’ingresso, proprio davanti a questo Tribunale, con la scritta sotto: “Qua la Procura lavora seriamente”. Meno male… mi compiaccio di ciò, quindi vado alla ricerca di che cosa ha detto Sacco e qual è la rilevanza di questi atti nel mio procedimento, però non lo trovo, Giudice, non trovo nessuna delega e nessuna attività ulteriore. O queste persone riferiscono – in particolar modo o il Sacco riferisce cose che mi diffamano, in presenza di altre persone, dice che Ferdinando Aiello, indagato dal mio ufficio, praticamente gli avrebbe detto che mi vedeva consegnare gli atti, le copie, le notizie… una cosa gravissima… – oppure la Procura di Salerno avrebbe dovuto indagarmi per dire: ma tu che cos’hai fatto, contestarmi, farmi un avviso di garanzia… tra tanti, anche per questo ci poteva stare… Ebbene no, gli atti risultano allegati, ma il verbale non c’è…

Mi colpisce oggi leggere in quelle carte, in quelle intercettazioni che il Sacco Roberto con i suoi interlocutori discutono – io gliele riporto virgolettate – di queste cose a maggio del 2018: “Gli altri stanno facendo un’operazione su Salerno a proposito della guerra tra schieramenti”. Gli altri, chiaramente, non sono io né Bruni né il Procuratore Lupacchini… “Ci saranno trasferimenti, ci sono intercettazioni, qualcuno non la spunta contro Gratteri”. Questo succede un anno e mezzo prima del trasferimento mio e quasi due anni prima del trasferimento del Procuratore Generale di Catanzaro… Quindi, o queste persone avevano la sfera di cristallo o erano bene informate: per questo ho interesse a sapere che cosa è stato chiesto a Sacco e che cosa ha detto Sacco in questa sede, a Salerno. Non si può lanciare il sasso e nascondere la mano…”.