Salviamo la sanità: sosteniamo chi ci mangia! (di Bernardino Telesio)

SALVIAMO LA SANITA’ IN CALABRIA, SOSTENIAMO CHI CI MANGIA

di Bernardino Telesio 

Non mi avete notato, sabato 9 febbraio, nella manifestazione per la riapertura del viale dedicato a Giacomo Mancini. Eppure ero lì, in mezzo a voi, camuffato da comune mortale. Avvolto nel cappuccio, vi osservavo. Mi è piaciuto quando avete sradicato le recinzioni del cantiere e siete entrati dentro.

Tanti anni fa, nel secolo in cui io vissi, ci furono illustri cosentini che insorsero contro l’arroganza del potere. Si chiamavano Marco Berardi e Peppe Gervasi. In due diverse rivolte fecero tremare i potenti. Ecco perché vedendovi indignati, mi sono emozionato. Tanto forte è stata l’emozione, che ho avvertito un dolore nel petto e sono scappato in ospedale.

Al pronto soccorso i medici erano tutti impegnati. Centinaia di malati chiedevano aiuto. Nessuno li aiutava. Perlomeno ai tempi miei, quando i cosentini erano massacrati dalla peste, si rivolgevano alla sacra icona della Madonna del Pilerio. A volte capitava pure che guarissero. Invece, a prestarmi soccorso, è stato un uomo in divisa. Mi ha detto di stare tranquillo, perché lui se ne intendeva, e quel mio dolore al petto non era un infarto. Ho chiesto ad un vecchietto moribondo, gettato su una barella, chi fosse quel signore vestito di blu. Mi ha spiegato che si trattava di una guardia giurata e che così vanno le cose all’ospedale di Cosenza: sono le guardie giurate a stabilire se un malato sta morendo oppure se può aspettare qualche giorno gettato sopra una barella, nell’attesa di capire se è lì che dovrà morire o nel letto di casa sua. Il vecchietto mi ha pure raccontato che di recente da Roma è arrivato un commissario, addirittura un generale, inviato quaggiù per fare “pulizia”. Sono rimasto sbalordito: ai miei tempi i generali facevano la guerra. Non si occupavano di sanità. Prima di morire, il vecchietto mi ha confidato che se l’ospedale è finito così male, la colpa è dei politici che da sempre gestiscono le cliniche private e la pubblica sanità.

Per un paio di decenni hanno saccheggiato i fondi disponibili, assunto gente incompetente, affidato gli appalti a ditte malavitose, stretto alleanze fraudolente con i fornitori di strumentazioni sanitarie. Ma non meglio dei politici si è comportato il vecchio commissario mandato dallo Stato a risanare l’emergenza sanità in Calabria. Il vecchietto diceva che questo tizio si chiamava Scura e che è riuscito a sperperare più soldi lui che i politici disonesti. Mi ha pure spiegato che adesso la situazione è diventata insostenibile, perché lo Stato ha chiuso ospedali ed ambulatori e pure i finanziamenti alle cliniche private cominciano a scarseggiare. Poi il vecchietto è spirato, proprio mentre stavo per chiedergli cosa si può fare per uscire da questa situazione.

Allora ho deciso di prendere l’iniziativa io, come già ho fatto una settimana fa sul viale chiuso, nel “Cantiere degli orrori”. Se la sanità in Calabria non funziona senza malaffare, e i politici che gestiscono la sanità sono stati addirittura impoveriti dalla gestione commissariale, non ci resta altro da fare: dobbiamo aiutare i politici, sostenerli. Così stamani all’alba ho depositato nelle corsie dell’ospedale tanti salvadanai. Facciamo tutti insieme una colletta per i nostri politici e per le famiglie che gestiscono la nostra salute! Almeno così forse l’ospedale di Cosenza e la sanità in Calabria torneranno a funzionare.