San Giovanni in Fiore, centro di viabilità invernale: tutte le clientele di Palla Palla

Pende un’inchiesta per accertare che cosa ci facesse l’auto di una figlia del governatore Mario Oliverio nell’officina di San Giovanni in Fiore del centro per la viabilità invernale della Provincia di Cosenza.

Nel maggio 2016 i parlamentari 5 stelle Dalila Nesci e Paolo Parentela presentarono un esposto alla Procura di Cosenza, sulla scorta di un articolo con immagini pubblicato da Iacchitè.

Incredibile: al Centro di viabilità della Provincia riparano le auto di Palla Palla

Anche l’auto dello storico autista di Oliverio, Giovanni Varca, in una foto figura “sotto i ferri” della medesima officina. Inoltre, stando a una diversa foto lì parrebbe in riparazione la vettura intestata a un figlio di quell’autista.

In altri scatti si vede poi, in officina, una macchina di cui è proprietario, come da visura, Giovanni Belcastro, responsabile e custode con appartamento annesso.

L’officina ha il compito di riparare i mezzi antineve della Provincia di Cosenza, atti a garantire la percorribilità delle strade sotto la competenza dell’ente. Vi sarebbero, però, più anomalie. L’età dei mezzi è molto avanzata: diversi risalgono a prima della caduta del Muro di Berlino. Le nostre fonti dicono che il sotto è in pessimo stato e perfino che i mezzi avrebbero subito revisioni fittizie. Secondo le testimonianze raccolte, non sarebbero passati sul nastro come d’obbligo, ma sarebbero stati valutati a vista, specie per stimare la capacità di frenata.

Ci assicurano, quindi, che i rispettivi contachilometri sono stati scollegati da un bel pezzo, così nessuno sa quanto abbiano marciato i veicoli. Ci aggiungono che per il rifornimento del gasolio si procedeva alla buona, che la registrazione degli acquisti dei ricambi era molto libera e che non esisteva un archivio elettronico né una procedura rigorosa e controllabile. Tutte prassi che lasciavano, in teoria, ampi spazi di manovra.

Le nostre fonti illustrano, poi, un giro strano di mezzi della Protezione civile. Arrivavano da fuori regione. Alcuni venivano riparati, pare, senza un’effettiva utilità pubblica. Come la pala di una Fiat Allis Fl 14, sistemata con oltre 5mila euro – ci precisano – ma senza alcun impiego per la viabilità invernale. In cambio, continuano i nostri informatori, venivano consegnati altri mezzi all’officina. Rimessi in sesto a spese della Provincia di Cosenza, finivano nella disponibilità del responsabile e di altri. Come un Pajero della Mitsubishi (in foto).

Qualcuno si lascia scappare pure che un fuoristrada rifatto da cima a fondo, un vecchio Defender della Land Rover, sia finito nelle mani dell’autista di Oliverio. Ci avrebbero lavorato per mesi i meccanici della Provincia di Cosenza. Se fosse vero, bisognerebbe sapere su ordine di chi, per quale motivo e con quale vantaggio per la comunità.

I dettagli del racconto sono troppi e precisi, per trattarsi di mere fandonie o di cattiverie da mal di pancia. Sono storie che hanno un interesse pubblico, perché il centro in parola è pubblico e funziona con risorse pubbliche. Addirittura, negli anni scorsi un castagno secolare sarebbe stato trasportato coi mezzi della Provincia di Cosenza – secondo le nostre fonti – presso il villaggio silano “Pino Collito”, dove si troverebbe una sorta di buen retiro per funzionari dell’ente.

Tra le vicende annotate sul mio taccuino c’è quella del treno di gomme, pagato dalla Provincia di Cosenza, di cui avrebbe beneficiato l’ambulanza di un’associazione. E c’è anche l’episodio dei portafiori comunali recapitati – e poi rifiutati dal destinatario – con mezzi della Provincia di Cosenza a una ex first lady, su iniziativa partita dal personale dipendente.

Nel maggio 2016 la Provincia di Cosenza annunciò una propria inchiesta interna. A distanza di due anni e mezzo, non se ne conoscono gli esiti. Il silenzio parla da sé. Sarà tutto a posto?

Emiliano Morrone