San Giovanni in Fiore, il M5S denuncia il caso raccolta differenziata

Pino Belcastro, sindaco di San Giovanni in Fiore

«L’aggiudicazione della gara pubblica per la raccolta differenziata nel Comune di San Giovanni in Fiore è avvenuta nonostante la modificazione del bando durante la proroga dei termini, malgrado la grave e palese violazione della normativa europea in tema di pubblicità e pur con un utilizzo spinto, mai sia clientelare, della clausola di salvaguardia, che avrà ripercussioni notevoli sugli stipendi degli addetti e sulla sostenibilità economica del servizio».

Lo affermano in una nota i deputati M5s Dalila Nesci, Paolo Parentela e Federica Dieni, che aggiungono: «La miopia e l’arroganza dimostrata in proposito dal governo locale ne rivelano un senso di onnipotenza politica e un’irrimediabile incapacità di amministrare per il bene comune».

«A questo punto – incalzano i parlamentari 5 stelle – è fondamentale che l’Anac si pronunci al più presto, che la Procura acceleri sulle indagini e che la Prefettura verifichi l’effettiva presenza delle necessarie certificazioni antimafia. Questa gara è nata molto male e si è caratterizzata per anomalie pesanti, mai riconosciute dal Comune di San Giovanni in Fiore, in cui vi è stata una leggerezza singolare rispetto alla gestione degli appalti indicati nella nostra recente richiesta, al ministro dell’Interno, circa l’invio della commissione d’accesso».

«A tale ultimo riguardo – concludono Nesci, Parentela e Dieni – solleciteremo la risposta del ministro Alfano, nella consapevolezza che in ogni amministrazione pubblica deve esserci sempre chiarezza e rispetto delle regole».