San Lucido torna a sorridere: fine di un incubo e tanti saluti alla “papessa”

Il 6 giugno 2020, per il futuro di San Lucido è un giorno da segnare per sempre nel calendario. L’Asp di Cosenza ha comunicato la fine del focolaio che ha tenuto col fiato sospeso questo meraviglioso paesino. Finisce definitivamente un incubo e noi che siamo sempre stati vicino a tutti i sanlucidani siamo i primi a gioire assieme a loro.

Dopo 47 giorni di isolamento in zona rossa, decretata con ben tre ordinanze dalla “papessa-capra”, che ha costretto i cittadini di San Lucido a vedersi umiliati ed isolati a partire dai paese vicini per finire alle varie Tv, media e giornali nazionali, che hanno definito questo delizioso borgo tirrenico come il “paese fantasma”, o peggio “la Codogno del Sud” e tante altre cose che non vogliamo più ripetere, finalmente è tornato il sereno.

A dire il vero, già dal 4 maggio i sanlucidani erano già tornati ad essere liberi, come ogni cittadino d’Italia. Restava, però, la piccola macchia di un numero, anche se non alto, di cittadini in isolamento obbligatorio perché positivi asintomatici. Sono state altre settimane di passione, ma ora tutto è passato, anche se bisogna stare sempre attenti e comportarsi seguendo tutte le norme sanitarie.

Ma ripercorriamo velocemente le tappe di questa tragedia.

L’11 marzo il primo ricoverato per covid-19: il famoso paziente 1, il barbiere, a seguire altri cinque ricoverati. Si arriva alla fatidica data del 17 marzo quando, sulla spinta di un dirigente sanitario di Cetraro e con fake audio provenienti tutti dallo stesso centro, la “papessa” firma la prima ordinanza di zona rossa per San Lucido buttando tutti nello sconforto e facendo schiumare di rabbia i sanlucidani che si vedono nel giro di poche ore buttati in pasto sui media di tutt’Italia. Seguirono gli articoli della stampa nazionale e i servizi televisivi fasulli preparati dalla tv di stato, tutti a descrivere San Lucido come il paese fantasma, il borgo deserto, e i cittadini untori di un intero comprensorio.

Successivamente arrivano altre due ordinanze della capra prestata alla politica, sempre più restrittive e soprattutto arrivano le morti. Vogliamo ricordare i cittadini di San Lucido che non ci sono più dopo il coronavirus: Gianni Mazza, il decano dei pescatori, il suo amico pescatore Giuseppe Carbonelli, un signore che pescatore non era ma era persona amata da tutta San Lucido, Franco Cittadino e la signora Mattia Modafferi.

I numerosi tamponi – alla fine sono stati oltre 500 – danno per positivi asintomatici oltre 50 cittadini fra cui anche 4 minori, i più ruotano intorno al ceppo familiare del defunto Gianni Mazza ed iniziano le sgarberie verso tutta San Lucido, in particolare da parte delle istituzioni dei paesi vicini, ordinanze bislacche, episodi di puro razzismo nei confronti dei sanlucidani. Un’onta, che ancora oggi a San Lucido ricordano con rabbia.

Inizialmente, questa tragedia non è stata vissuta bene. Da una parte, la punizione inflitta dalla Regione, dall’altra le reazioni scomposte fra cittadini dovute allo stato di tensione creato dall’evento Covid-19. Sono state giornate infuocate, sui social si leggeva di tutto, poi il buon senso ha prevalso, la comunità ha capito che così facendo ci si sarebbe fatti ancora più male del virus ed ha vissuto con dignità le settimane passate nelle loro abitazioni, senza nessuna solidarietà da parte della “papessa-capra”, che tanto male ha provocato a questo paese. Si viveva con la sensazione di essere stati abbandonati e con la convinzione che qualcuno avesse  buttato le chiavi del paese. Tanta la maturità dimostrata dai sanlucidani. Sono stati tanti – dipendenti comunali, volontari, associazioni -, che con il loro impegno e il loro sacrificio hanno alleviato le sofferenze di tutti. Nessun aiuto, solo la cosiddetta faccia come il culo, invece, da parte di qualcuno, che ancora chiuso in casa cercava di cavalcare la tragedia per il proprio tornaconto politico personale arrivando addirittura a ringraziare chi aveva buttato San Lucido ed i suoi abitanti in questo inferno.

Oggi, tutto è passato. Dal 4 maggio, tolta la zona rossa, è ripresa piano piano la vita, le attività con molto coraggio hanno ripreso ad operare, i bar, le pizzerie, i ristoranti hanno riaperto.

Sul lungomare, per la verità ancora mal ridotto, i lidi stanno finendo di montare le strutture e soprattutto si sono aperte le seconde case alla faccia di chi pronosticava che nessuno sarebbe ritornato a far vacanza a San Lucido.

La faranno la vacanza e staranno ancora meglio a San Lucido di qualche località dove già cominciano a lottare con il mare sporco. I sanlucidani sono pronti a dare un’ennesima lezione di civiltà dimostrandosi pronti a vivere come si suol dire in convivenza col virus e ad ospitare, abbracciare nel proprio borgo, non deserto ma pieno di vita ed allegria, chiunque decida di venire a trascorrere le vacanze sia esso lombardo, piemontese, laziale ed anche straniero. Dal 6 giugno San Lucido con ancora più vigore è pronta ad abbracciare tutti con nel cuore sempre un pensiero per chi non c’è piu. Applausi per voi sanlucidani e viva San Lucido.