Sistema Catanzaro. Ecco il piano degli sciacalli del Sant’Anna Hospital

La notizia che abbiamo avuto è ghiotta perché è una notizia certa, ci è arrivata da chi “collabora” direttamente con i “magnifici quattro della massomafia a Catanzaro” (foto), autori e detentori delle quote sociale della Sistema Catanzaro S.p.A. Sono loro che fra silenzi, depistaggi, complicità, mazzette iscritte a libro paga, hanno generato la “cupola” sulla città e causandone la morte per asfissia e per conclamato abbandono della sua dignità, i “signorotti” della Newco criminale.

Vi spiegheremo il perché delle loro relazioni pericolose, degli appetiti e dei tanti buchi neri sull’informazione, che portano Catanzaro a diventare come Wuhan, la metropoli cinese da dove è partito il Covid-19, dove le spiegazioni scientifiche della mutazione fra animali ed uomo o altre più criminali restano ancora intatte. Di una cosa siamo certi e cioè che a Catanzaro la mutazione del virus è avvenuta e si è replicata sempre nella stessa specie: gli sciacalli.

Andiamo con ordine. C’è a Catanzaro una vicenda che ormai da mesi occupa la notizia “in perfetta” solitudine ed è quella del Sant’Anna Hospital, la clinica cardiochirurgica riconosciuta eccellenza sanitaria a livello nazionale che “qualcuno” vuole assolutamente fare morire con l’adozione di provvedimenti amministrativi. Quelli che in molti ambiti ci vengono definiti “creativi” sul piano della legalità, cosa che avrebbe dovuto svegliare la Procura di Nicola Gratteri, ma che nel fatto più concreto spegne per “mafia” il futuro e la professionalità di oltre 300 operatori sanitari e la speranza del popolo calabrese di essere curato, buttando a mare con la tecnica della “lupara bianca” i presupposti sui quali si regge e si legittima il commissariamento della Sanità calabrese, quel buco di professionalità inesistenti che ha generato in 11 anni solo la moltiplicazione del debito sanitario.

Insieme agli autori del Sistema Catanzaro, Sergio Abramo, Claudio Parente, Mimmo Tallini e Baldo Esposito, ci sono diversi convitati di pietraal tavolo della morte del Sant’Anna Hospital, quei soggetti che si ammantano di legalità che si sostituiscono a tutti inclusa la titolarità dei magistrati e dello stesso Gratteri e che, forti della devianza di amicizia nei servizi segreti, incarnano alla perfezione la qualità di “colletti bianchi” infedeli servitori dello Stato, come li definisce proprio Procuratore di Catanzaro. Quello che è “stato già detto” da Gratteri e “già odorato” dai calabresi tutti, l’Oscar del golpe di Stato bisogna riconoscerlo all’ex prefetto e commissario dell’Asp di Catanzaro, Luisa Latella, il colletto bianco sporco in termini di rispetto delle regole e del contraddittorio, che con la forza del coltello di stato e le complicità della massomafia catanzarese, sta sgozzando il diritto alla salute dei calabresi e la vita concreta del Sant’Anna Hospital.

Tutti si sono domandati in questi mesi: perché? Anche noi ce lo siamo domandati, ma soltanto oggi siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione, grazie alle notizie di prima mano ricevute, quella che fa diventare credibile l’ipotesi, oggi non più tale, di un agguato articolato ed organizzato degli “sciacalli” della massomafia catanzarese sul cadavere del Sant’Anna Hospital, da spezzettare e comprare sold-out, fottendosene ampiamente del futuro di una città e dei suoi cittadini, perché pecunia non olet. Questa è la tecnica consolidata del sindaco Sergio Abramo, che scorrazza nelle cancellerie fallimentari della città acquistando “a stralcio” i beni dei suoi cittadini, visto che la sua solidarietà si conta in banconote e, già questo, diventa un aspetto dove la morale di un “primo cittadino” sprofonda nella melma più melma.

Con la stessa tecnica e con i suoi silenzi, Abramo si è avvicinato da sciacallo consumato e veterano al Sant’Anna Hospital portando la sua “solidarietà alla stricnina” accompagnato dal suo “nuovo” socio nell’affare, Claudio Parente, il signore di “Villa Torano” e delle “cliniche degli orrori”, quelle delle morti sospette e degli abusi agli anziani; quello che con il placet di Tallini & Co. ha messo le mani su un pezzo della città, il quartiere Corvo, dove magicamente ha accreditato 20 posti letto di RSA Medicalizzati fra le sterpaglie; che paga le mazzette alla stampa di regime ed ai funzionari delle Asp calabresi; che ha incassato per anni il compenso come consigliere regionale, consumando una truffa visto che, come dice la Procura, era socio di fatto nelle cliniche accreditate al servizio sanitario regionale; che con denaro contante finanzia sottobanco le campagne elettorali dello stesso Tallini e di tanti pezzi di malacarne della politica regionale e locale; ma che, come è giusto, è finalmente indagato dalla Procura di Gratteri.

Il Sant’Anna Hospital è l’oggetto del desiderio di Abramo, Parente e di tutto il cucuzzaro della massomafia catanzarese, quella compagine societaria, la bad newco, che vede anche come elemento attivo il consigliere regionale Baldo Esposito, il presidente della commissione sanità della Regione Calabria che da sempre è muto sulla vicenda, salvo interrogarsi sul “perché la chiesa di Badolato non venga ristrutturata?”…

Così, facendo leva sull’ultimo acquisto fallimentare di Sergio Abramo, quello della vecchia sede di Telespazio su Viale De Filippis che troverà una rigenerazione urbana, hanno convenuto che l’affare è da concludere, con l’aiuto della Latella, della politica regionale del centrodestra e di quella locale, dove tutti troveranno il loro “pezzo di osso”, inclusi i “baroni” dell’Università di Catanzaro, ai quali la prima tranche della corruzione è stata già pagata: il silenzio del sindaco Abramo e della politica tutta sullo smembramento della facoltà di Medicina, quel pezzo regalato a Cosenza con buona pace dei Morrone, degli Occhiuto, dei Gentile e dei boss della sanità privata: iGreco su tutti (ora c’è anche l’acquisto truffaldino delle cliniche dei Morrone).

Catanzaro è la città della massomafia e del furto diffuso dove il mandante è la politica, dove la sanità viene barbarizzata in ragione del profitto, dove tutti sono allineati al silenzio a cominciare dal Grande Maestro vescovo Bertolone, dagli ordini professionali, dagli ordini industriali, a quali interessa poco non tanto del Sant’Anna Hospital e delle sue implicazioni di natura sanitaria, ma nemmeno di oltre 300 posti di lavoro che nei dati e nei numeri la città non potrebbe permettersi di perdere. Oggi c’è una città che sia pure stanca e delusa cerca di lottare per un suo diritto al futuro, mentre l’altra politica, quella glamour pensa alla tolettatura dei cani, senza volere male ai fedeli amici dell’uomo, come ha fatto l’onorevole Wanda Ferro, anche lei muta ed allineata al regime del sistema Catanzaro, complice ostile e delle connivenze che non dovrebbero sedere nella Commissione Nazionale Antimafia. Questo è quanto.