Sistema Rende, sparite le bobine delle intercettazioni: molte resteranno fuori dal processo

COSENZA Il cd contenente alcune importanti intercettazioni non si trova e le captazioni contenute nel dispositivo informatico non saranno utilizzabili nel procedimento. E’ questa la notizia più rilevante giunta al termine dell’odierna udienza in corso dinanzi al Tribunale di Cosenza e legata al processo scaturito dall’inchiesta “Sistema Rende”. Che mira a far luce su presunti intrecci tra alcuni politici ed esponenti del clan Lanzino-Ruà e che vede tra gli imputati l’ex sindaco rendese Sandro Principe (difeso dai legali Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), Umberto Bernaudo (difeso dall’avvocato Francesco Calabrò) e ancora Pietro Paolo Ruffolo (difeso dagli avvocati Franz Caruso e Francesco Tenuta) e Giuseppe Gagliardi (difeso dall’avvocato Marco Amantea).

Il supporto informatico “smarrito”

Il pm Bruni, oggi procuratore capo a Paola ma all’epoca pubblico ministero della Dda di Catanzaro che firmò l’inchiesta, ha richiesto di poter acquisire il brogliaccio relativo alle intercettazioni andate disperse e non riportate su supporto informatico. Il «cd contenente le intercettazioni non è stato rinvenuto», ma per il pm si tratterebbe «di un ostacolo superabile, producendo nella successiva udienza la trascrizione della pg su supporto cartaceo». A supporto della richiesta, Bruni ha anche prodotto due sentenze della Corte di Cassazione. I legali difensori degli imputati si sono fermamente opposti alla richiesta del pm, sostenendo che in assenza della bobina non è dato procedere alla verifica della correttezza del contenuto della conversazione. Il collegio giudicante (Giudice Stefania Antico, a latere Urania Granata e Iole Vigna) ha rigettato la richiesta avanzata da Bruni e dunque alcune delle captazioni dei testimoni non saranno ammissibili e nel procedimento non potranno essere utilizzate come prove a sostegno della tesi dell’accusa. Fonte: Corriere della Calabria