“Six Towns”: l’estorsione al “Dino’s Hotel” e la guerra con i cosentini

L’ESTORSIONE AL DINO’S SERVIZIO DI SICUREZZA CAPODANNO 2014/2015

Nell’ordinanza dell’operazione “Six Towns” si tratta diffusamente dell’estorsione al “Dino’s Hotel” di San Giovanni in Fiore per quanto riguarda il servizio di sicurezza del Capodanno 2014-15.

Sono accusati dell’ipotesi di reato SPADAFORA Giovanni, SPINA IACONIS Giovanni, SPADAFORA Vittorio, SERRA Antonio.

Secondo l’accusa i quattro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minaccia implicita ed esplicita, hanno posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco, finalizzati ad imporre l’assunzione dello SPADAFORA Vittorio per il servizio di security nel locale denominato “Dino’s”, ubicato a San Giovanni in Fiore, gestito da MAURO Domenico cl.93, in ordine alla organizzazione del veglione di capodanno del dicembre 2014 pianificato da MAURO Domenico e da SERRA Antonio.

Quest’ultimo, in ragione della sua contiguità al gruppo dei sangiovannesi, si adoperava fattivamente affinchè il socio MAURO Domenico si determinasse a ricorrere agli stessi sangiovannesi per assicurare il servizio di security, e ciò al fine di procurare un ingiusto profitto consistente nella percezione del corrispettivo per il servizio fornito; evento non verificatosi per cause indipendenti dalla loro volontà e in particolare per l’opposizione del MAURO Domenico che aveva preferito impiegare nello svolgimento del citato servizio di sicurezza altri soggetti provenienti dalla città di Cosenza.

Le argomentazioni del P.M. (nello specifico si riporta in realtà uno stralcio dell’informativa della Squadra Mobile che compendia in termini di maggiore completezza l’esito delle indagini sull’episodio in trattazione).

Estorsione per imposizione servizio security presso il Dino‟s

La nota discoteca di San Giovanni in Fiore, denominata Dino‘s veniva vista come precipua fonte di guadagno, atteso che attraverso l‘imposizione del servizio di security, i referenti criminali in argomento, avrebbero potuto incrementare i loro guadagni oltre che mantenere un maggiore controllo del territorio.

Ancora una volta, l‘occasione era fornita dall‘approssimarsi delle festività natalizie dell‘anno 2014: tradizionalmente si tratta del periodo in cui si è soliti organizzare eventi di tal genere con notevole affluenza di avventori.

ndrina Una prima conversazione telefonica alla quale bisogna fare riferimento, era quella registrata nel pomeriggio del 22 dicembre ed intercorsa tra i germani SPADAFORA Giovanni e Vittorio.

Anche in tale circostanza si dimostra come di fronte a problematiche di natura ambientale, lo SPADAFORA Vittorio – nonostante ormai il fratello Giovanni si trovi a risiedere stabilmente nel Nord Italia – avvertisse la necessità di coinvolgere il predetto per questioni relative all‘imposizione del servizio d‘ordine presso la discoteca ―Dino‘s di San Giovanni in Fiore, di cui era gestore il già citato MAURO Domenico.

vittoNel corso del dialogo lo SPADAFORA Vittorio informava il fratello Giovanni che era stato contattato da SERRA Antonio con il quale si accordava sul fatto che il servizio d‘ordine presso il Dino‘s, sarebbe stato affidato a loro e, più in particolare, allo stesso Vittorio SPADAFORA, essendo quel locale l‘unico nel territorio di San Giovanni in Fiore nel quale si sarebbe svolto un evento. Proprio per tale motivo lo SPADAFORA Vittorio aveva interesse a prestare la propria opera per poter mantenere il proprio predominio territoriale.

Emergeva inoltre come l‘unico altro locale nel quale si sarebbe organizzato un veglione, era il Pasha il cui titolare pretendeva l‘impiego di buttafuori che non avessero avuto problemi con la giustizia.

A questo punto della conversazione lo SPADAFORA Vittorio faceva riferimento al parente che, in virtù di quanto acquisisto al patrimonio investigativo è da identificarsi in SPINA IACONIS Giovanni il quale aveva manifestato motivi di risentimento che, secondo lo SPADAFORA Giovanni, si sarebbero potuti superare esclusivamente prendendo contatti diretti con il titolare della discoteca, ossia MAURO Domenico.

Più specificatamente lo SPADAFORA Giovanni, seguendo il consueto e tipico comportamento assunto nella conduzione di attività estorsive, riferiva al fratello di prendere contatti, unitamente allo SPINA IACONIS Giovanni, direttamente con MAURO Domenico e farlo ragionare. Il dialogo ultimava con l‘esortazione espressa dallo SPADAFORA Vittorio affinchè il fratello Giovanni contattasse comunque il SERRA Antonio il quale avrebbe potuto riferirgli altri dettagli per la vicenda in esame.

Subito dopo lo SPADAFORA Giovanni, veniva contattato dal SERRA Antonio il quale lo aggiornava dicendogli che sino a poco prima aveva affrontato la questione del veglione con lo SPINA IACONIS Giovanni, inteso Machinante che si era impegnato ad occuparsi in prima persona della vicenda.

Continuando, il SERRA riferiva allo SPADAFORA che aveva tentato di convincere il MAURO ad impiegare nella security lo SPADAFORA Vittorio, ma che il MAURO si era determinato ad assumere altro personale di Cosenza.

Avendo appreso ciò, lo SPADAFORA Giovanni, utilizzando un‘espressione con la quale manifestava la volontà di fornire un consiglio, riferiva al suo interlocutore di far comprendere al MAURO che la sua decisione non poteva essere tollerata dal gruppo dei Sangiovannesi, anche in considerazione del fatto che lo stesso SPADAFORA riferiva che avrebbe parlato direttamente anche lui con lo SPINA IACONIS Giovanni.

In realtà l‘espressione utilizzata, è da intendersi come una vera e propria imposizione attraverso la quale lo SPADAFORA manifestava il suo potere di ingerenza e di controllo

(…omissis…SPADAFORA Giovanni: Noo.. Antò senti a me digli di cacciarli a questi di Cosenza Antò senti a me..ti dò un consiglio io.. chiamalo perché Mauro è un figlioletto di puttana…! io ti dò un consiglio mio.. va bò ora parlo io con Giovanni… e lo chiama Giovanni.. digli di cacciarli a questi di Cosenza antò… ma perchè ogni anno devono fare così questi..!? questi perchè devono fare ogni anno così questi…!?…omissis).

Ancor più significative risultavano le parole pronunciate dallo SPADAFORA allorquando aggiungeva che il MAURO non era libero di decidere autonomamente in quanto doveva sottostare ai voleri della cosca ( …omissis… SPADAFORA Giovanni: Lui a casa sua decide… lui non deve decidere niente a casa sua.. tu tu però le cose gliele devi… fagliele capire come sono Antò…omissis…).

A questo punto si delineava più chiaramente il ruolo svolto dal SERRA Antonio quale intermediario tra la posizione del gruppo dei Sangiovannesi ed il titolare della discoteca MAURO Domenico. Infatti lo SPADAFORA, dopo aver riferito che il MAURO non poteva prendere alcuna decisione, invitava il SERRA a convincere il MAURO dal modificare la sua posizione. Dal canto suo il SERRA rispondeva di aver già svolto a pieno il suo ruolo rammentando al MAURO che l‘incarico al gruppo dei Sangiovannesi sarebbe servito ad evitare disturbi durante le feste (…omissis… Antonio: e ma io gliel’ho… più di farglielo capire così… gli ho detto… perchè ho bisogno di una persona di fiducia che se viene…gliel’ho messa su questo fatto quà… se viene uno poi magari è ubriaco… magari uno di San Giovanni lo conosce no… sà come lo deve prendere…magari quelli di fuori non lo conosce e…omissis…).

Il dialogo teminava con lo SPADAFORA Giovanni che ribadiva che i soggetti da impiegare nel servizio di security provenienti da Cosenza dovevano sparire e che, proprio di ciò, avrebbe parlato con il suo contermine SPINA IACONIS Giovanni.

Valutazione complessiva delle fonti di prova

Per ciò che attiene alle conversazioni riportate, non v’è dubbio che le stesse siano dimostrative di una vera e propria imposizione di un servizio di security all’interno dei vari locali e devono essere ricollegate al controllo del territorio che gli appartenenti al gruppo dei sangiovannesi svolgono sul comprensorio di loro pertinenza, secondo peraltro la spendita intimidatoria del grado ‘ndranghetistico tipica di tali consorterie, palesata chiaramente, come visto, dagli accoliti stessi ai gestori delle discoteche.

Tale dato si coglie ed è di palmare evidenza anche quando altre consorterie (come quelle cosentine) si affacciano nella gestione di tale utilità economica ed i gestori delle discoteche si vedono costretti a pagare due volte il servizio di protezione in una vera e propria logica di spartizione del territorio o quando, come nel caso del Nightclub Luna Rossa, dopo i danneggiamenti di chiara matrice intimidatoria, sorge classicamente l’imbasciata volta a garantire “la protezione”.

Rappresenta un dato consueto, infatti, quello che vede i vari referenti criminali presenziare l’ingresso dei vari locali notturni: tale attività risulta estremamente significativa in ordine alla possibilità che i predetti hanno di riuscire ad avere in maniera esclusiva il controllo del buon andamento della serata senza che vi siano problemi connessi con l’ordine pubblico, scongiurando il verificarsi di disordini e mantenendo un controllo su tali tipi di attività economiche.