Spagnuolo shock: pool di 4 magistrati contro la corruzione

Se le parole pronunciate dal procuratore Spagnuolo corrispondono a verità, per molti corrotti a Cosenza si prevedono guai seri. Il “se” quando si parla del tribunale di Cosenza è d’obbligo, purtroppo. Di chiacchiere pubbliche pronunciate dal procuratore dove si dice pronto a battersi, con ogni mezzo necessario, contro il malaffare nella pubblica amministrazione, ne abbiamo sentite a dire basta. Nel mentre gli intrallazzi, la corruzione e gli inciuci nelle aule del tribunale, continuano alla grande. Perciò nutriamo qualche dubbio. La sincerità e la ricerca della verità non sono mai state prerogative della nostra procura.

Ciononostante Spagnuolo, durante l’intervista rilasciata a Michele Presta qualche giorno fa, esce dal generico “lotta alla corruzione” e dettaglia la sua “linea” di azione contro i reati nella pubblica amministrazione. Una dichiarazione così precisa non l’aveva mai fatta. Ma leggiamo le sue parole.

Alla domanda di Michele Presta sull’attività della procura in merito ai reati contro la pubblica amministrazione il procuratore Spagnuolo risponde così (senta e trema):

“… del lavoro fin qui svolto non ne parliamo fino a che non è concluso, perché abbiamo il preciso obbligo di mantenere il riserbo sulle indagini. Ma una considerazione di fondo si può fare: le indagini sui reati nella pubblica amministrazione che non trovano momenti collaborativi, sono indagini difficili, impegnative, complesse, e questo comporta necessariamente un allungamento dei tempi, determinato dal fatto che non si ha una via “maestra” facile da percorrere. Posso dire, però, che il problema dell’opacità della pubblica amministrazione e delle eventuali condotte illecite è un problema assolutamente centrale, ed è UNA PRIORITA’ DI QUESTO UFFICIO su cui lavoriamo. Tant’è che adesso ci sono 4 magistrati che si occupano a tempo pieno dei reati contro la pubblica amministrazione e speriamo che attraverso il miglioramento dell’investigazione da una parte, e la maggiore collaborazione dall’altra, di pervenire a risultati proficui che evidentemente vi comunicheremo una volta raggiunti.”

Spagnuolo per la prima volta in vita sua  dice chiaramente tre cose.

La prima: le indagini sugli appalti spezzatino non sono chiuse e continuano a ritmo serrato. La seconda: i reati contro l’amministrazione sono una priorità della procura, e del mio ufficio (ovvero: ci metto la faccia). La terza: l’istituzione di un “pool” di 4 magistrati impegnati in questo tipo di indagini che a breve dovranno “pervenire a risultati proficui”.

Se le parole di Spagnuolo dovessero “avverarsi”, sarebbe una vera rivoluzione, non solo per la città, ma principalmente per la procura che riacquisterebbe la fiducia delle gente. E le probabilità che ciò accada sono alte. Perché se il “gattopardo” fino ad ora ha tentennato nella lotta alla corruzione per motivi di “quieto vivere” tra intrallazzini, ora che l’aria politica è cambiata, ha capito che forse è meglio fare il proprio dovere. Una volontà di agire, quella di Spagnuolo, che si coglie da quel voler specificare, nel suo “discorso”, i tre punti di cui sopra. Avrebbe potuto dire genericamente quello che ha sempre detto sulla lotta alla corruzione (chiacchiere), ma ha voluto, questa volta, “sottolineare”. Evidentemente qualcuno ha suggerito a Spagnuolo che per evitare guai alla procura, tipo ispezioni o indagini, vista “la nuova politica” che avanza, è meglio promuovere qualche operazione contro la corruzione, nella città più corrotta d’Italia.

Ma per capire la sincerità di Spagnuolo serve sempre una “prova del nove”. Che potrebbe essere questa: se nel “pool” dei 4 pm che il procuratore Spagnuolo ha istituito per combattere la corruzione nella pubblica amministrazione, ci sono pure Cozzolino e Tridico allora vuol dire che siamo ancora una volta di fronte a chiacchiere e tabaccheri i lignu ca mancu cchiù u Bancu i Napuli s’impegna. Poveri noi.