Stefano Bollani e la Regina Dada

RENDE (CS). Scritto e interpretato da Stefano Bollani e dall’attrice e danzatrice Valentina Cenni, è andato in scena sul palco del teatro Auditorium Unical “La Regina Dada”, primo spettacolo teatrale del musicista jazz e nuovo, atteso appuntamento della stagione del TAU “Oltre la scena”.

Si tratta di una pièce in cui drammaturgia e musica si fondono in un insieme che sfugge alle facili etichette e che si presenta come un vero work in progress – infatti le prime edizioni erano molto diverse da quella che si è vista all’Unical e che è in tournée in queste settimane, a iniziare dal fatto che in precedenza Bollani non suonava dal vivo ma faceva il “semplice” attore.

È una favola visionaria in cui una giovane regina, dopo aver abdicato, e forse inseguita da misteriose figure che vorrebbero riportarla all’ordine precostituito, trova rifugio dal suo maestro di musica, un Bollani che esegue anche i brani che accompagnano lo spettacolo col suo inseparabile pianoforte.

Due figure molto diverse: il maestro è taciturno e timido, e parla soprattutto attraverso la musica; la regina è loquace e audace, ed è attratta dai giochi di luce che sovente usa per dar forma al suo mondo. La regina desidera con forza lasciarsi alle spalle gli obblighi, le costrizioni, le convenzioni, le gabbie (metaforiche e reali) che la opprimono – e ci opprimono. Cerca conforto nella musica, abbandonando le incomprensioni del linguaggio verbale “perché una parola significa almeno cento cose diverse a seconda di chi la ascolta”. E anche il tempo è solo un’illusione della nostra mente, per cui è d’obbligo vivere il presente, ma soprattutto è d’obbligo vivere…

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Scrive Bollani: “Sin da quando sono nato, penso alla morte. Poi cresco e continuo a temerla. Ne parlo continuamente, passo il tempo ad averne paura e a cercare di evitarla. Ci penso così tanto, alla morte, ma così tanto che alla fine mi convinco davvero che devo morire… e finisce che muoio. Ora, un popolo fatto di gente così rischia l’estinzione. Sopravviviamo grazie agli eretici, gente che la pensa diversamente.”

La regina Dada, anarchica e rivoluzionaria, eretica e dadaista, diviene la sovrana di un mondo ardito e fantasioso. Il palcoscenico è abitato da visioni eccentriche, porte sbilenche e pareti di luce: elementi scenografici che, insieme al tramite fondamentale della musica, sono la chiave per aprire una porta oltre i confini dello spazio e del tempo.

Il panorama sonoro dello spettacolo è creato da Francesco Giomi, quello delle luci da Luigi Biondi, le scenografie sono di Andrea Stanisci e la regia del suono è di Francesco Canavese. Manca una vera e propria regia teatrale, affidata ai due protagonisti e alle loro parole, alla musica, alle luci e alle scenografie.

Tutti elementi che hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo, insieme alla grazia e alla sicurezza con la quale Valentina Cenni si muove sul palco e alla musica di Bollani, nei confronti del quale rimane tuttavia il rimpianto di averlo ascoltato poco: una più ricca selezione musicale sarebbe stata gradita dal pubblico della serata.

Tommaso Spinelli