Terme Luigiane, nuovo scontro tra Sateca e i Comuni di Acquappesa e Guardia

Nuovo scontro tra la Sateca e le amministrazioni comunali di Guardia Piemontese e Acquappesa per la delicata questione della gestione delle Terme Luigiane e così è stata interrotta la trattativa per la restituzione dei beni ai Comuni.

LA VERSIONE DELLA SATECA

È spuntato oggi a sorpresa un termine ultimo per lasciare le Terme Luigiane, fissato nel 30 novembre. Secondo la storica società non si mantiene così fede agli accordi sottoscritti in precedenza che prevedevano la continuazione dell’attività fino al subentro del nuovo gestore.
La Sateca – in una nota stampa – si è detta per tale motivo impossibilitata a garantire la programmazione della prossima stagione termale che dovrebbe prendere il via entro maggio. La società tuttavia manterrà fede agli impegni e consegnerà anche lo stabilimento San Francesco. Il 27 gennaio è previsto un incontro tra Sateca e lavoratori.

LA VERSIONE DEI COMUNI DI ACQUAPPESA E GUARDIA

Questa è invece la versione, in una nota congiunta, di Francesco Tripicchio, sindaco del comune di Acquappesa, e Vincenzo Rocchetti, sindaco del comune di Guardia Piemontese.

“Nella giornata odierna, come stabilito nei precedenti incontri (del 7, 11 e 15 gennaio scorsi), era prevista la fase conclusiva della riconsegna dei beni di proprietà dei Comuni e ancora non riconsegnati dalla società Sa. Te.Ca. Sempre sulla base degli accordi e, in particolare, come riportato nel verbale del 7 gennaio 2021, dopo il completamento della restituzione dei beni, con atto separato da concordare, si sarebbe dovuto procedere alla riassegnazione dei beni strettamente necessari alla prosecuzione delle attività termali.
Nei giorni scorsi la Società aveva comunicato l’elenco dei beni dalla stessa ritenuti strettamente necessari alla prosecuzione delle attività termali e, in riscontro a tale comunicazione, i Comuni avevano rappresentato la propria disponibilità a procedere, con atto amministrativo da concordare, alla riassegnazione dei beni immobili richiesti, a meno di uno solo.

Nel frattempo i legali della Società Sa.Te.Ca. avevano inviato ai legali dei Comuni una proposta di atto da sottoscrivere per la riassegnazione.

Tale proposta non è stata accettata dalle Amministrazioni Comunali, in quanto, oltre ad essere stata concepita come una sorta di “proroga” di un contratto ormai scaduto, peraltro con un corrispettivo ancora più irrisorio rispetto a quello attuale, contiene una serie di punti assolutamente non attuabili per la pubblica amministrazione, quali ad esempio la non indicazione di un termine preciso di scadenza, ma con un termine di scadenza aleatorio e non preciso, ovvero fino al subentro del nuovo soggetto gestore.

Nell’incontro di oggi, come si può chiaramente leggere nella nota inviata alla Società oggi stesso, la Società Sateca ha rifiutato categoricamente la data del 30 novembre 2021 come termine ultimo di scadenza per la restituzione dei beni oggetto di riassegnazione e non ha inteso procedere con la restituzione dei beni che dovevano essere restituiti oggi, venendo meno all’impegno, assunto con i precedenti verbali, di completare entro la data odierna l’iter di restituzione degli immobili di proprietà dei Comuni.

Le Amministrazioni, ovviamente, adotteranno tutti gli atti e i provvedimenti opportuni a tutela degli interessi delle Comunità di Acquappesa e Guardia Piemontese e, certamente, non produrranno nessun atto o documento, che sia, anche minimamente, contro gli interessi e la salvaguardia del patrimonio pubblico.
Le Amministrazioni Comunali sono fermamente convinte della necessità di tutelare i livelli occupazionali e le erogazioni delle prestazioni sanitarie, ma certamente tale necessità deve essere perseguita con atti legittimi e non con atti e procedure che vanno contro la normativa e che possano essere contro gli interessi della Pubblica Amministrazione.