Tirreno Cosentino, il trionfo dell’ultimo rampollo dei Gentile: ecco il “nuovo” feudalesimo (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Pochi giorni fa il neodeputato Andrea Gentile si è fatto una passeggiata sull’Alto Tirreno Cosentino per onorare la tradizione della sua famiglia, anzi della sua dinastia che spesso si è fatta vedere a queste latitudini. Per quale motivo questi viaggi? Per fare visita al sindaco/senatore Magorno e a tutto lo stuolo di amministratori, imprenditori e figuri vari che si aggirano in queste terre. L’immagine della restaurazione perfetta pronta a ingoiare il fiume di fondi europei in arrivo.

Al costo di stancare e di sfinire occorre ricordare chi sono, che rapporti hanno e come sono passati indenni da stagioni politiche e indagini. E le ultime indagini di Paola dimostrano che la situazione non è affatto cambiata.

Della schiatta dei Gentile onnipresente a qualsiasi livello è superfluo anche parlarne. Il nuovo rampollo, Andrea Gentile, è succeduto nel Parlamento proprio grazie allo scranno vacante lasciato da Roberto Occhiuto. Occhiuto – Gentile è un asse di ferro e soldi con interessi ovunque. I Gentile sono anche presenti al Comune di Cosenza, ma soprattutto nella stirpe si annoverano sottosegretari nei governi Renzi, raccomandati direttamente da Scopelliti. Gentile è l’ago della bilancia tra Reggio e Cosenza e non a caso uno dei pentiti fa proprio questo cognome tra gli appartenenti alle logge coperte. Il “giovane” Andrea, avvocato (e cos’altro se no?) ovviamente si dice orgoglioso di appartenere a una famiglia tanto pesante, senza nessun accenno critico.

E proprio lui, come i predecessori, è venuto in quello che doveva essere un incontro con il territorio, ma che alla fine si è tramutato in un salotto privato. Con Magorno ovviamente. Il sindaco/senatore renziano è parte integrante dello stesso sistema. Fino a qualche anno fa vicino alle cliniche private del territorio, ma anche implicato nelle questioni che hanno investito iGreco sullo Ionio. Come Renzi, nonostante il 3% sa come pesare ovunque e mantiene i suoi mille rapporti. Da ultimo la sua amministrazione è coinvolta nelle inchieste “Re Nudo” che ha riguardato l’ex sindaco di Scalea Mario Russo e lui personalmente in “Archimede” sulla maladepurazione e un giro di mazzette.  Probabilmente uscirà indenne anche da questa stagione anche per il fatto che una parte delle intercettazioni di Re Nudo saranno inutilizzabili. Nonostante questo il suo peso politico e personale emerge chiarissimo da quelle pagine.

Insieme ai due pezzi da novanta tutto il sottobosco di figure di spicco dei comuni del territorio. Tra i commensali in questo caso specifico oltre a Bartalotta di Diamante, D’Aprile (Belvedere), Raffaele Perrone e Giacomo De Marco (Maierà). Quest’ultimo in particolare è salito agli onori della cronaca per i suoi affari con le sue aziende e relativi conflitti d’interesse. Questo degli amministratori è un lato molto esplorato dalla procura ultimamente, ma stando alle informazioni giunte a Iacchite’ si potrebbe ancora andare oltre sulle consulenze e gli studi notarili e di avvocatura che curano interessi al contempo di comuni, amministratori e aziende e poi andare oltre sul ruolo delle banche. E chissà che anche questo ulteriore passo non si farà…

Comunque sia questo quadretto è quello di un insieme di persone che sanno come guidare fondi e gestire lavori perché lo fanno da decenni. Ovviamente, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E questo è il vero problema: non che loro gestiscano soldi, ma che non lo sappiano fare nel migliore dei casi o li usino per i loro affari nel peggiore. É in mano a queste persone che arriverà il 40% del PNRR (tanto è la cifra destinata al mezzogiorno). Si tratta cioè di centinaia di milioni. Qualsiasi lavoro o progetto sarà appaltato, sub appaltato e gestito dalle loro attività o da quelle vicine (se non altro perché sembrano quasi le uniche che lavorano), con l’aiuto di queste amministrazioni e di pochi professionisti.

Nel frattempo la lotta alla mafia con tutti gli annessi e connessi è sparita dall’agenda del governo Draghi, la presidenza della Regione è andata ad Occhiuto e la congiuntura è perfetta per gestire tutto il canale dei fondi e perdere definitivamente questo treno. Che buon feudalesimo sia!