Tirreno “trombato”. Il triste tramonto di Magorno e Aieta

Cosa resta delle elezioni politiche del 25 settembre 2022? Una Calabria che come sempre ha preferito andare al mare, a mangiare in montagna, piuttosto che votare questa massa di parassiti sociali che sono i politici che abbiamo mandato a Roma per anni a gozzovigliare a spese nostre. Da Orsomarcio a Don Irto al cazzaro lo “spessore” politico fa rabbrividire e lo si percepisco palesemente.
Qualche nota positiva però c’è. Basta guardare il bicchiere mezzo pieno.
Gente come Gentile, Enza Bruno Bossio, Ernesto Magorno è finalmente tornata a casa, e chissà che senza immunità parlamentare qualcuno possa finalmente avere il coraggio di indagare a fondo sulle schifezze che da anni questi lestofanti perpetrano ai danni dei calabresi.
Ernesto Magorno, appunto.

Terminati per i motivi che ormai tutti sanno – e che non starebbe a noi rendere noti ma che siamo pronti a tirare fuori  –, i propri interessi con il gruppo dei palazzinari con il culo degli altri ovvero i Casella, proprietari delle Conad di Diamante e Belvedere Marittimo, dove i dipendenti sono pagati alla fame e sfruttati all’inverosimile, il re è nudo, e tutti i suoi lecchini lo stanno pian piano abbandonando.

Ormai Don Magorno è sparito da Diamante. Dopo il tonfo elettorale esce raramente. Non partecipa all’attività politica della sua patetica maggioranza tanto che le note stampa portano la firma del vicesindaco Pascale. Diamante attendeva come una liberazione la sua caduta, e la mancata rielezione è stata accolta come una manna dal cielo tanto che il giorno dopo in tanti hanno brindato. Questo per farvi capire quanta stima hanno di lui i Diamantesi. Le sue sceneggiate, le dirette da sceriffo (giusto queste gli sono rimaste…), gli eventi di grido sembrano essere lontane. Gli è rimasto vicino soltanto il consigliere Cauteruccio. Un ex cameriere che adesso trafficheggia in un Caf che lo stesso Don Magorno gli ha fatto aprire. Intanto i compagni di viaggio gli stanno facendo il piattino e sono sempre più insistenti a Diamante le voci che assicurano che il re nudo non si ricandiderà nemmeno a sindaco, perché certo di perdere.

Scrivi Don Magorno e leggi Giuseppe Aieta, altro politico fallito, fuoriuscito dal Partito democratico per entrare nel carrozzone di Calenda. Giusto in tempo per fallire insieme a Magorno e Rogati di Belvedere Marittimo. Un quadrato di perdenti che pensa di gioire per la mancata rielezione di Magorno perché convinti di avere spazio ma che contano in realtà come il due di bastoni quando la briscola è a spade.
Addirittura, a Belvedere Marittimo, Don Cascini ha declassato ed eclissato Raffaella Sansoni, inesistente per tutta la festa patronale di San Daniele Fasanella. Un motivo in più per spingerla alle dimissioni, magari portando in maggioranza Maria Rachele Filicetti, pronta al salto della quaglia.

Torniamo però ad Aieta. Peppino ha chiuso. E dopo la tarantella dell’arresto scongiurato in extremis e del divieto di dimora è praticamente… in mutande. A Cetraro non se lo fila nessuno. Cesareo e Cennamo lo hanno fatto nero e la sua credibilità è al minimo storico.
Se si candida a sindaco di Cetraro rischia di perdere ancora…
Adesso porta avanti battaglie sulla riapertura del teatro di Cetraro sorvolando su tematiche ben più importanti quali la legalità (e come potrebbe mai?), l’ospedale, il porto. Don Peppino ora scrive libri, dice cazzate e vota Renzi: che brutta fine che ha fatto.
Magorno fa l’offeso e si nasconde, salvo prendersela con… Iacchite’. Gentile non pervenuto mentre Madame Fifi resta aggrappata al Comune di Cosenza, pensate che fine.
Fate buon viaggio verso l’oblio della Politica, e a mai più. Arrassusia.