Tribunale, furti in cancelleria: la Camera Penale interroga Mingrone

Quando su FB ho visto il vostro articolo dal titolo “Tribunale di Cosenza: chiude la cancelleria per troppi furti”, ho pensato subito ad uno scherzo, e ad un articolo dal tono ironico. Tanto mi è parsa assurda la notizia.

Dopo aver letto l’articolo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa: sarà vero? E se così è, come mai nessun altro giornale ha riportato una notizia di questa entità?

E siccome la notizia mi ha lasciato basito, oltre ad essere scettico per natura, ho voluto verificare di persona la veridicità del vostro articolo. Ho chiamato diversi avvocati amici miei per chiedere loro se le cose stanno così come voi dite. E la risposta è stata sì. Quello che avete scritto è vero, a ricevere le istanze in tribunale è rimasto un solo sportello. La dirigente ha stoppato il viavai di avvocati negli uffici della cancelleria. E per accedere agli atti, al contrario di prima, bisogna compilare una domandina e mettersi in fila.

A conferma di questo mi hanno detto che la chiusura “improvvisa” delle porte degli uffici della cancelleria è stata oggetto di una istanza al presidente del tribunale, da parte della Camera Penale di Cosenza per sapere il perché di questa novità. Un perché che tutti conoscono ma che nessuno ha il coraggio di mettere nero su bianco. E le motivazioni di questa drastica chiusura sono da ricercarsi proprio nel recente furto di diversi assegni da alcuni fascicoli.

Siamo veramente alla frutta. Sono senza parole di fronte all’ immobilismo di chi è preposto a controllare e a punire chi commette reati. Specie se i reati si consumano all’interno del tribunale. Che dire, continuate così, oramai siete gli unici che si affannano a descrivere una realtà che come in questo caso supera la fantasia. Ho fatto veramente fatica a crederci. Se non vi dispiace preferirei non apparire, perché, visto come stanno le cose, non si sa mai.

Lettera firmata