Tropea “ricoverata”, cronaca (semiseria) della polemica Caronte-Macrì

Fonte: Tropea e dintorni (https://www.tropeaedintorni.it/)

Esiste una stupidità lieve dovuta all’effettiva scarsa intelligenza d’una persona, e allora che farci… pazienza, non è rovinosa per nessuno. Invece fa paura la stupidità aggressiva che si esprime con la violenza delle parole e con la presunzione, nella convinzione di essere nel giusto. E’ il doveroso commento che si può registrare a seguito della polemica insorta tra la coordinatrice del Comitato Tropea Capitale della Cultura e il sindaco della città, greve contrasto che induce ad alcune riflessioni incentrate opportunamente sotto il profilo semiserio e sarcastico, atteso che per giustificare il cinico e stizzito comportamento del primo cittadino è più appropriato ricorrere alla trattazione dell’intera problematica sotto l’aspetto umoristico relativamente al contrasto di opinioni e alla discussione accesa, anziché all”aspetto pleonastico e bizzarro di una semplice querelle tra due persone sostanzialmente diverse in quanto a personalità, professionalità, modi di essere e di proporsi e capacità intellettuali.

Nell’esprimere solidarietà alla d.ssa Luisa Caronte per il modo poco ortodosso, da elefante nella stanza degli specchi, con cui è stata trattata e grande apprezzamento per il lavoro svolto “gratis et amore dei” per Tropea non possiamo non registrare, ricorrendo alla metafora, che a seguito dell’eliminazione della “Perla del Tirreno” dalla corsa al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022 la città è stata sottoposta a regime urgente di ricovero nel nosocomio dell’oblio. La notizia è triste, se non drammatica, la città è grave, sotto shock settico. Così grave che subito dopo la triste notizia il sindaco, uno dei “migliori” del dopoguerra, anche se ha imposto più gabelle del sultano ai propri sudditi, l’ha portata d’urgenza al Pronto Soccorso.

Da qui, visto che, anche per colpa sua, l’ospedale è stato dismesso, a sirene spiegate, il 118, preceduto e seguito da quattro motociclette della locale stazione dei Carabinieri, è arrivato al grande ospedale Iazzolino, dove, al Dipartimento di Rianimazione, attendevano l’illustre inferma due grandi luminari in camice bianco, il sindaco con a fianco il senatore e il management dell’ASP al completo, in livrea. La paziente è stata sottoposta a tutti gli esami di rito, compreso l’ecocardiogramma e una TAC total body. La diagnosi è stata immediata e alquanto infausta. La paziente è risultata affetta da cardiopatia post ischemica dovuta ad una patologia multivasale diffusa associata ad una sindrome ansioso-depressiva accompagnata da irrequietezza e tensione psichica, tipiche delle situazioni di stress psico-emotivo acuto. Situazione difficile da risolvere ma non per gli insigni professori che di concerto hanno deciso di trasferirla in terapia intensiva. Entrambi hanno prescritto, e sovraintenderanno alle cure della malata che, escluso il trapianto, verrà sottoposta ad una potente iniezione di cellule staminali, note anche come riforme strutturali.

Sollecitati petulantemente dalla stampa accorsa al Dipartimento i due luminari non hanno fatto prognosi, ma hanno lasciato intendere, con la voce incrinata dall’emozione, che la paziente si sarebbe salvata qualora fosse riuscita al più presto a liberarsi dalle sostanze tossiche iniettate nel suo organismo dall’Armata Brancaleone di cui è ostaggio. I due si sono quindi congedati, stringendosi calorosamente la mano. Il primo è tornato al suo studio circondato dai suoi assistenti per esaminare attentamente il caso. Il secondo a palazzo Santa Chiara dove senza indugi il sindaco ha convocato un consiglio straordinario con all’OdG la nevrosi della città.

Come c’era da aspettarsi la discussione è stata pletorica e inconcludente, ma tutti d’accordo che l’eziopatogenesi della nevrosi fosse attribuibile al sindaco per avere determinato l’eliminazione dal concorso a seguito della manipolazione del documento programmatico elaborato dalla d.ssa Caronte e dal suo team di lavoro.
Intervistato dalle televisioni di tutto il mondo il primo cittadino ha detto che la malattia, a parere dei luminari, che ha colpito Tropea non è insorta recentemente, ma almeno due anni fa in coincidenza non casuale con la vittoria della lista targata Macrì.

Il primo indizio serio, peraltro sottovalutato, è stato l’obesità. Un’obesità improvvisa: troppi stravizi, troppo caviale, troppe ostriche, troppo shampagne servito dai Ganimedi di turno in livrea azzurra e sol dell’avvenire. All’impietoso incremento ponderale sono seguiti infiniti acciacchi, anche questi sottovalutati; aumento della pressione, aumento della glicemia a oltre trecento, aumento del colesterolo a mille. Un quadro clinico disperato. Ma non così tanto da mettere a repentaglio la vita della paziente che ha continuato a bisbocciare come se niente fosse. Per mesi ha tenuto mensa imbandita con i suoi alleati e con i nostri quattrini. Sembravamo il paese di Bengodi incastonato in una foresta di alberi della cuccagna. Chi aveva fame mangiava, chi non l’aveva se la faceva venire. Una abbuffata continua, un baccanale mai visto che si nobilitò in orgia gastronomica. A memoria d’uomo non si era visto un bagordo così affollato e pirotecnico. Nel frattempo il debito aumentava, gli assessorati erano diventati greppie che satollavano i cortigiani i quali per non perdere prebende e privilegi osannavano il dux, loro signore e padrone. Il merito andò a farsi benedire e restò nell’acquasantiera, sostituita da una mangiatoia di proporzioni impressionanti, come impressionante era il numero di chi ingordamente si rifocillava.
Il bubbone ad un certo punto è scoppiato, la Perla del Tirreno è stata bandita miseramente ed ora ecco al capezzale i due insigni professori che provvederanno a somministrare all’inferma dosi da cavallo di cellule staminali. Scilipoti, il neo acquisto del clan dei “responsabili”, penserà alle riforme, che solo lui sa fare. Che Dio ci conservi questo sindaco e tenga lontano i vecchi tromboni della politica che, non paghi dei danni fatti, vorrebbero farne ancora.
Quanto a Lei d.ssa Caronte: vada a testa alta: è risaputo che l’ingratitudine umana è più forte della misericordia di Dio!!!

(Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)
DR. Tino Mazzitelli