Unical: il Diatic soppresso, il tiranno Crisci e il tornaconto di qualche aspirante rettore

Crisci e Saccà

di Girolamo Giordano

direttore Dipartimento Diatic

Vorrei segnalare alla comunità accademica dell’Unical che il rettore, nonostante il parere contrario del Senato Accademico (espresso con la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto) persiste nel voler disattivare il Dipartimento Diatic. Egli ha infatti convocato un Cda straordinario per oggi – giovedì 19 aprile – con un solo punto all’ordine del giorno. Un rettore “consapevole dell’ufficio che ricopre” avrebbe tenuto “in debito conto” la votazione del Senato Accademico (organo elettivo che rappresenta tutte le categorie della comunità universitaria) presentando le sue dimissioni, visto che non ne gode la fiducia.

Ma il Magnifico Gino Mirocle Crisci è incollato, con leganti e colle varie, alla sua ben remunerata poltrona di rettore. Secondo la consolidata prassi universitaria italiana la decisione del Senato Accademico dovrebbe essere senza “appello” provenendo dall’organo con competenze in materia di didattica e di ricerca. Tuttavia il rettore non interpreta il voto del S. A. come un blocco totale alla sua isolata richiesta, ma con l’atteggiamento tipico del tiranno Cilone (Atene, VI secolo aC) ritiene di poter occupare tutti gli spazi di democrazia rimasti nel nostro ateneo.

Pongo a voi tutti, quindi, alcune domande.

Potrà il consigliere d’amministrazione dottoressa Tenuta votare per la disattivazione del Dipartimento Diatic? Un senatore accademico membro del Diatic ha ripetutamente chiesto al rettore la revoca della dottoressa Tenuta a seguito delle sue reiterate e non giustificate assenze dal Cda. Con quale serenità di giudizio il consigliere deciderà sul futuro del Diatic?

Potrà il consigliere prof. Palopoli, probabile futuro direttore del Dimes (dipartimento che ha tratto vantaggi nei trasferimenti di docenti e che sicuramente ne trarrà molti altri dopo la soppressione del Diatic) votare la disattivazione anteponendo l’interesse generale dell’ateneo a quello del Diames?

Naturalmente nessuno vuole limitare la libertà dei consiglieri o influenzare la loro facoltà di voto ma ricordo solo che in un’istituzione universitaria i doveri etico-morali dovrebbero prevalere sui sia pur legittimi interessi di parte.

Rivolgo infine a me stesso e a voi due ulteriori domande.

Come mai il rettore non ha mai inteso portare all’attenzione del S. A. e del Cda la disattivazione del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche rimasto sotto soglia (meno di 35 docenti) per molti mesi? Nessuno si è accorto in Cda di quanto noto a tutta la comunità accademica?

Cos’è cambiato dal 18 dicembre 2017 a oggi per far mutare idea al rettore che durante il S. A. ha espressamente dichiarato: “… Il rettore ribadisce che non ha mai preannunciato la disattivazione del Diatic e ricorda che la proposta formulata dalla precedente adunanza era volta a promuovere una costruttiva riorganizzazione del Dipartimento…” e nella sua espressione di voto favorevole alla delibera, aggiungeva: “… Inoltre facciamo nostra la convinzione che dall’approvazione dei trasferimenti non ne derivi alcuna conseguenza automatica sulle sorti del Diatic né tantomeno sui corsi di studio…”.

Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione che in Italia esistono circa 70 Dipartimenti “sotto soglia” e nessun rettore, S. A. o Cda ha mai pensato di disattivarli. Il nostro rettore probabilmente desidera passare nella millenaria storia accademica italiana come il primo ad aver disattivato un Dipartimento.

Infine, questa è la domanda alla quale più mi piacerebbe ricevere risposta: mi chiedo quale sia il reale motivo della disattivazione del Diatic. Credo che basterà attendere meno di un anno seguendo gli sviluppi delle candidature per l’elezione del prossimo rettore.

Forse però allora sarà troppo tardi per riconoscere in un gesto di tale pervicace ed unilaterale violenza, le più basse ragioni del tornaconto personale di qualche aspirante rettore.