Vibo Center, lavori “irregolari”: quattro indagati

Oneri di urbanizzazione  i presunti abusi del piano seminterrato del centro commerciale Vibo Center, su queste accuse è partita l’inchiesta della Guardia di Finanza che ha coinvolto quattro persone, per le quali la Procura di Vibo Valentia ha chiuso le indagini. Si tratta della dirigente del Comune di Vibo Valentia, Adriana Teti di 66 anni; dell’ex dipendente comunale Renato Facciolo di 79 anni; di Monia Metallo, 54 anni di Rende; di Ippolito Costabile, 53 anni di Rende. Le contestazioni coprono un arco temporale che va da novembre 2017 al febbraio 2020. Tutti e quattro gli indagati avranno ora venti giorni di tempo dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per chiedere al pubblico ministero di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi avvocati.

In particolare, per come riposta “il Quotidiano del Sud”, i due progettisti, in concorso tra loro, avrebbero “asseverato – nella “Scia” (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), del 7 novembre 2017 acquisita lo stesso giorno al Comune di Vibo – con la sottoscrizione degli atti progettuali, il cambio di destinazione dei locali siti al piano seminterrato del centro commerciale che costituiva un aumento di superficie in totale difformità agli strumenti urbanistici vigenti”.

All’ex dipendente Facciolo, incaricato di istruire la Scia in questione, viene contestato di aver “agevolato la società Sgc Srl consentendole un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella trasformazione illecita dell’area adibita a parcheggio del Vibo Center in aree di vendita”, alla dirigente Teti, a capo del settore Urbanistica e pianificazione territoriale, poi, l’accusa di aver favorito le condotte degli altri indagati in quanto avrebbe “omesso di emettere i provvedimenti di annullamento della Scia e di ingiunzione di demolizione, astenendosi, altresì, nella sua qualità di pubblico ufficiale di denunciare all’autorità giudiziaria le omissioni – è riportato ancora nell’atto a firma del pm Caputo – e gli abusi perpetrati dal dipendente Facciolo nel mancato annullamento della Scia, ritardando, nel contempo, la comunicazione alla polizia giudiziaria degli esiti degli accertamenti tecnici che hanno fatto emergere gli abusi edilizi accertati”. La stessa Teti, secondo la prospettazione accusatoria si sarebbe poi “astenuta, nonostante i solleciti verbali della Finanza, nel disporre la quantificazione degli oneri di costruzione dovuti al Comune dalla Sgc Srl”.