Vibo. La Procura chiede il processo per Tucci (M5s): fatture false per un importo di 3 milioni

La Procura di Vibo Valentia ha chiesto il rinvio a giudizio per il deputato del M5s Riccardo Tucci, coinvolto in una inchiesta, insieme ad altre quattro persone, con l’accusa di di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il gup di Vibo, Marina Russo, ha quindi fissato la data dell’udienza preliminare al 28 ottobre prossimo.

Le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal pm Concettina Iannazzo, hanno consentito alla Guardia di Finanza di fare luce su “una complessa e insidiosa ed artcilata frode fiscale ideata da Vincenzo Maria Schiavello, titolare della “Autoelettrosat” ed ex socio di Riccardo Tucci con quest’ultimo che secondo gli investigatori, ha ricoperto il ruolo di legale rappresentante della “Assistenza Servizi Telematici Satellitari-Società Cooperativa Sociale” fino al 19 marzo del 2018, quindi prima della sua attività parlamentare, e “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società la fattura n. 4/1 del q0 marzo 2015, emessa dalla “Autoelettrosat Srl”, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015, evadendo, in tal modo, le imposte per un ammontare pari a 9.900 euro…”.

Il fatto, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato commesso a Vibo il 19 settembre 2016. Gli altri indagati sono Adriano Tucci, 37 anni, di Ionadi, Domenico Garcea, 36 anni, di Ionadi e Luigino Schiavello, 44 anni, di Ionadi.

A giudizio degli inquirenti le persone denunciate avrebbero presentato per le annualità dal 2011 al 2018 dichiarazioni dei redditi fraudolente. Le indagini hanno infatti portato alla luce una frode fiscale su un complesso meccanismo di frode volto a consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese qualificabili come “cartiere”, create dal rappresentante legale della società sottoposta a verifica.

L’attività di servizio ha consentito di accertare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 3 milioni di euro e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti sempre per un importo di 3 milioni di euro… Questa indagine rappresenta una grana che potrebbe anche avere ulteriori ripercussioni sul ruolo politico del Tucci. Fonte: Il Quotidiano del Sud